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Zuccalà: “Nanotecnologie per dare acqua potabile a chi non ne ha”

(Adnkronos) – “La più grande rivoluzione frutto del rapporto tra mare e nanotecnologie proviene dalle infinite opportunità legate al trattamento dell’acqua. Il mare è la più grande riserva di acqua presente sulla Terra, eppure non possiamo utilizzarla prima di averla dissalata. Il sale al suo interno renderebbe impossibile farlo. Sfruttando le nanotecnologie, non c’è bisogno di usare grandi quantitativi di energia per la distillazione dell’acqua, solo l’energia solare”. A dirlo Sabrina Zuccalà, presidente del Laboratorio internazionale di nanotecnologie 4ward360 durante il convegno “Economia del mare – Sfide e opportunità del mare, sviluppo e protezione sostenibile della blue economy, dell’intermodalità e del Mediterraneo”, organizzato alla Camera dei deputati dall’avvocato Giuseppe Cavuoti presidente e fondatore di G.C. Network nonché membro del Centro studi e della Commissione lavoro del consiglio dell’Ordine degli avvocati di Roma e voluto fortemente dal vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli. Durante i lavori, Sabrina Zuccalà ha ribadito: “Le nanoparticelle delle membrane in nano-materia trasformano le radiazioni solari in calore, in questo modo non c’è bisogno di portare ad ebollizione l’acqua di mare. I raggi del sole scaldano le nanoparticelle che, a loro volta, mettono in moto il processo di riscaldamento ed evaporazione dell’acqua di mare. Il vapore acqueo passa poi attraverso la membrana degli impianti di distillazione, lasciando dietro di sé il sale e diventando acqua potabile.  

D’altronde, questi impianti sono importantissimi per i paesi in via di sviluppo e con l’aumento della desertificazione diventano essenziali anche per il nostro Paese e per il Mediterraneo; impianti utili a contrastare l’aumento della siccità e le problematiche di accesso idrico che gli esperti ricordano essere la grande emergenza dei prossimi anni”. La presidente Zuccalà ha ricordato anche le enormi opportunità provenienti dalla ricerca comune tra blue economy e space economy, in cui il laboratorio di nanotecnologie 4ward360 è impegnato con l’aeronautica italiana e alcune società aerospaziali degli Usa. “Attraverso costellazioni di satelliti,- prosegue – come quelli del programma Copernicus, il programma dell’Unione Europea per l’Osservazione della Terra, arrivano ogni giorno grosse quantità di dati che, processati con le opportune competenze e conoscenze tecniche, e integrati con banche dati territoriali, possono offrire un valido supporto al monitoraggio ambientale e alla gestione di attività legate all’economia del mare. Dobbiamo lavorare-ha rilanciato Sabrina Zuccalà – sull’implementazione di nuove conoscenze, competenze e abilità per accedere ai dati satellitari e sviluppare su di essi applicazioni innovative, promuovendo inoltre collaborazioni per la formazione della forza lavoro nei diversi ambiti scientifici e del sistema produttivo della blue economy. 

Le nuove tecnologie vanno considerate dal governo un asset fondamentale che può aiutare la società in molti ambiti e mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici, aiutando a monitorare ed analizzare le condizioni delle nostre acque, tutelare la biodiversità marina e implementare lo sviluppo di nuove dinamiche energetiche legate al mare”.  

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