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Il far politica alla maniera italiana

Anni fa, venendo a vivere in Canada, mi resi subito conto di certi aspetti un po’ grotteschi della realtà, di allora, di questo Paese. Similmente chiunque si rechi in Italia, dal Canada, sarà subito colpito da certi aspetti negativi della realtà italiana odierna, tra cui le mafie, il parlare per parlare, l’incapacità di smaltire l’immondizia, il non rispetto delle regole, lo scarso impegno lavorativo di chi ha il posto fisso, gli abusivismi, la corruzione, ecc. ecc.

Non sono pero’ questi i temi che i politici discutono, nell’imminenza delle elezioni. Come mai?

Per la maggioranza dei politici italiani il “far politica” equivale al “potere per il potere”: come conquistare e conservare il potere; attraverso chiacchiere, insinuazioni, accuse, smentite, polemiche, protagonismi, schemi tattici, intese, alleanze, creazione di nuovi partiti o di nuove correnti, discussioni bizantine sui sistemi elettorali (il rosatellum…) invocazione di nuove leggi (in un paese che detiene forse il record mondiale per numero di leggi), celebrazione dei grandi principi (“Occorre fare qualcosa di Sinistra!”) e il drappeggio non piu’ delle ideologie finite in vacca, ma delle frasi fatte come lenzuola per nascondere le vergogne e la nullità.

La politica è un’aria fritta. Ma un’aria fritta che arricchisce chi la pratica. È da anni che i politici italiani fanno politica in questo modo prima, durante, e dopo le elezioni, con una sequela di governi che si succedono l’uno all’altro come in una comica di Ridolini o di Charlot. La cosa mi pare talmente ovvia che non merita neppure dirlo: la politica all’italiana è spesso una caricatura dell’operare, del fare, dell’impegnarsi, del parlare di cose e di problemi concreti.

La visione di un film che coprisse vent’anni di politica all’italiana, con le cose dette, le accuse, le controaccuse, le strategie, i funambolismi, farebbe venir fuori questo delirio di chiacchiere, oggi di quasi impossibile comprensione perché i temi dell’ora cambiano appunto ogni ora. E ogni ora c’è una nuova polemica.

Temi come denatalità, corruzione, strapotere della criminalità organizzata (l’unica organizzata in un’Italia disorganizzata), lentezza incredibile di una magistratura dal forte senso corporativo, abusivismi, un’immigrazione demenziale, mentalità burocratica di un intero popolo i cui neuroni negli anni sono stati alterati dalle violenze burocratiche subite, ecc. Tutti questi non sono considerati temi

degni di una vera discussione basata sul concreto e che metta quindi da parte Destra e Sinistra. Oggi l’Italia è partita in guerra contro la Russia, sospinta dal sentimento del bene e del giusto. Questa crociata ci costa pero’ enormemente caro. Forse avremmo dovuto combattere le mafie di casa nostra, invece di combattere quelle russe.

Io direi che il governare, per molti politici, è l’equivalente di un masturbarsi, per il quale sono principescamente pagati. Ed opinionisti, esperti, politologi, giornalisti, analisti, critici di questa stranissima maniera di far politica (che noto incidentalmente è assai simile a un calcio che si riduca solo al “calcio parlato” e al “calcio mercato” avendo eliminato il “calcio giocato”) tengano bordone a questi politici, dando loro, come dire, una mano.

Chi fa da cassa di risonanza a quelli che parlano per parlare, mentre corruzione, malavita, disordine, si propagano nella penisola (con migliaia di accattoni, di venditori abusivi, e di perdigiorno provenienti dai quattro angoli del pianeta che affollano ogni angolo ormai dell’ex Bel Paese) non fa altro che dare legittimità a un andazzo cui solo un urlo collettivo “Basta!” potrebbe mettere fine.

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