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Oltre 1300 casi in Québec, 603 a Montréal. Trudeau: 2.000 $ per chi perde il lavoro

La Ministra della Sanità canadese Patty Hajdu ha annunciato l’obbligo della quarantena di 14 giorni per chi è tornato da un viaggio. I trasgressori rischiano una multa di 300 mila $ e fino a 6 mesi di carcere. Usa, 60 mila casi: metà a New York

Montréal – Circa il 60% delle persone positive al COVID-19 in Québec sono persone tornate da un viaggio all’estero: lo ha dichiarato oggi, nella consueta conferenza stampa, il Primo Ministro provinciale François Legault. Alle 13 del 25 marzo, i casi confermati nelle Belle Province erano 1339 (più 326 rispetto a ieri), 6 i decessi, una persona guarita, 78 i ricoverati in ospedale (+11), di cui 35 in terapia intensiva (+4), 2998 in attesa del risultato del test, mentre in 26 634 sono risultati negativi. Questa la distribuzione regionale dei contagi: Bas-Saint-Laurent 6, Saguenay–Lac-Saint-Jean 8,  capitale nazionale  95,   Mauricie – Centre du Québec 35, Estrie 169, Montréal 603, Outaouais 13, Abitibi-Temiscamingue 5, Côte-Nord 2, Nord-du-Québec 1, Gaspésie-Îles-de-la-Madeleine 7, Chaudière-Appalaches 46, Laval 83, Lanaudière 68, Laurentides 50 e Montérégie 148. I canadesi colpiti dalla crisi potranno accedere al  ‘Canada Emergency Benefit’, un programma “semplificato” che prevede un sussidio mensile di 2.000 $ per 4 mesi. A cominciare dal 6 aprile. Lo ha annunciato il Primo Ministro Justin Trudeau. La Ministra della Sanità Patty Hajdu, dal canto suo, ha comunicato che la quarantena di 14 giorni per chi è tornato da un viaggio è ora obbligatoria. Chi non adempie all’obbligo commette un reato penale, rischiando una multa di 300 mila $ e fino a 6 mesi di carcere. In Canada i casi totali sono 3.290 (30 i decessi), mentre nel mondo sono oltre 460 mila (più di 13 morti).

In Italia superate le 7.500 vittime. Quasi 75mila casi, 7503 vittime, oltre 9mila guariti. Con un incremento di crescita del 7,54%, contro l’8,2% di 24 ore fa. Sono questi i dati dell’emergenza Covid-19 registrati mercoledì 25 marzo in Italia, secondo il bollettino fornito dalla Protezione civile nella consueta conferenza stampa a cui, però, non ha partecipato il capo dipartimento Angelo Borrelli (febbricitante e in attesa dell’esito del tampone). Nella fattispecie, sono complessivamente 57.521 i malati di coronavirus, con un incremento rispetto a martedì di 3.491 unità, quando l’incremento era stato di 3.612. Tra questi, 3.489 sono ricoverati in terapia intensiva, 93 in più rispetto al giorno prima e ben 1.236 solo in Lombardia. Oltre 23mila, invece, sono i ricoverati con sintomi e 30.920 chi si trova in isolamento domiciliare. Il numero complessivo dei contagiati – comprese le vittime e i guariti – ha raggiunto i 74.386. Le persone guarite, invece, sono 9.362, 1.036 in più di martedì, quando l’aumento era stato di 894 unità. Continua a salire anche il numero delle vittime: il 25 marzo sono 683, che fanno lievitare a 7503 il numero complessivo dei decessi. Martedì, tuttavia, l’aumento del numero dei morti era stato di 743.

Oltre 60 mila casi negli USA. Si aggrava l’epidemia di coronavirus negli Stati Uniti. Sono più di 60mila i casi di contagio registrati finora, la metà a New York, e sono almeno 827 le vittime. Un dato, quest’ultimo, che ha subito un’accelerazione nelle ultime 24 ore, in cui sono morte 163 persone, una quantità mai vista finora negli States. Numeri che però non preoccupano Donald Trump: “Stiamo già cominciando a vedere la luce in fondo al tunnel”, ha dichiarato il presidente. Tra i contagiati ci sono anche due trader di Wall Street, venuti a contatto con il Covid-19, nonostante le misure di restrizione prese per evitare il diffondersi del virus. I professionisti che hanno lavorato negli ultimi 14 giorni al New York Stock Exchange sono stati invitati a osservare un periodo di autoisolamento. Proprio New York è considerata l’epicentro dell’epidemia negli Usa. Chi si sposta dalla città all’interno degli States deve mettersi in quarantena volontaria per 14 giorni, ha detto il vice presidente Mike Pence insieme agli esperti della task force contro il coronavirus, sottolineando l’elevato livello di contagi nella Grande Mela. Usa, piano da 2mila miliardi. Lo metteranno in campo gli Stati Uniti per contrastare l’epidemia di coronavirus che sta mettendo in difficoltà il Paese. Il piano è frutto di un accordo tra il Senato e la Casa Bianca, il più grande mai varato nella storia americana. Il piano prevede assegni diretti da 1200 dollari a tutti gli americani, più altri 500 euro per ogni bambini. Si tratta di valori medi. In realtà, la strategia è di sostenere soprattutto i ceti medi e bassi, anche attraverso un’integrazione delle indennità di disoccupazione.

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