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L’Italia vista da vicino di Teddy Colantonio

Come previsto, è arrivato il bel tempo, veramente è quasi estate, e tutti vanno al mare, anche se non durerà. A metà settimana ritroveremo temperature primaverili e le previsioni per il mese di giugno non sono buone. Rischiamo, quindi, se abbiamo preso le ferie in questo mese, di essere un po’ sfortunati.

Come stanno le cose, Covid e guerra, siamo tutti un po’ più fragili, cerchiamo di sopravvivere e confidiamo in tempi migliori. E meno male che abbiamo la speranza, perché le cose non vanno affatto bene. In Italia e nel mondo. In Italia si voterà l’anno prossimo ed i partiti sono in fibrillazione. Guardano i sondaggi e cercano di guadagnare qualche punto percentuale, ma se continuiamo così rischiamo di non fare le riforme richieste dall’Europa e forse diremo addio a 200 miliardi di euro. Per fortuna – e non sono il solo a pensarlo – abbiamo Mario Draghi come presidente del Consiglio, il quale, speriamo, riuscirà a domare le varie forze politiche. Per il momento, oltre alla sua bravura, ammiriamo anche la sua pazienza.

Quebecois o italiani del Sud?

Come dicevo in apertura, abbiamo avuto delle giornate stupende. Osservando la campagna, si ammira il suo risveglio e si sente la sua vicinanza. In queste giornate di sole, ci colpisce il silenzio al tramonto e si ha il tempo di pensare. Dopo cena guardo distrattamente la televisione, mentre mia moglie legge. Io come al solito medito e le chiedo: “Siamo tornati al mio paese nel 2005. Siamo italiani o ancora quebecois?”. “Lei alza la testa dal suo libro e mi dice che ormai siamo ancora due quebecois in Italia. Sono d’accordo ed ho anche il sospetto che io sia, dopo 46 anni di permanenza a Montréal, più quebecois di lei.

Perché dico questo? Perché anche se cerco di controllarmi, i miei amici, alle mie lamentele, dicono che sono troppo integralista. Alcune cose non riesco a tollerarle, come per esempio il parcheggio selvaggio ed i ritardi, non solo al lavoro, ma anche se inviti qualcuno a cena. In quest’ultimo caso tollero 15 minuti di ritardo e poi comincio a mangiare. Quando arrivano restano un po’ sorpresi. Un altro esempio? Domenica sera, con un mio amico milanista, andiamo a vedere le sfide, si fa per dire, tra Sassuolo e Milan e tra Inter e Sampdoria. Arriviamo cinque minuti prima dell’inizio, ordiniamo qualcosa al bar e ci mettiamo davanti ai due televisori già accesi. Si sentiva solo la telecronaca di Sassuolo-Milan, mentre dell’altra partita si vedevano solo le immagini. Iniziano le partite e più passavano i minuti e più i vari tifosi continuavano ad arrivare. Nella sala, sicuramente, c’erano degli interisti, ma erano ben nascosti. E al miracolo ci credevano in pochi. L’Inter ha perso il treno, nel girone di ritorno, in varie occasioni, ma la sconfitta con il Bologna ha praticamente spento la luce. Io penso che qui al Sud arrivare in ritardo è un modo di vivere che spesso mi fa andare su tutte le furie, sotto il sorriso ironico di mia moglie.

Una domenica speciale

Domenica c’era grande attesa per le partite che vedono impegnate la capolista Milan e la seconda in classifica l’Inter. In campo le due sfide si sono subito sgonfiate. Il Milan nei primi venti minuti poteva segnare tre reti e la Sampdoria, dopo una stagione difficile, era già salva e molti giocatori pensavano già alle vacanze. Forse solo qualche irriducibile interista sperava nel miracolo. E il Milan, che all’inizio del campionato non era tra le favorite, ha vinto lo scudetto perché ad un certo punto ci ha creduto di più e i suoi giovani sono migliorati. Quindi grandi festeggiamenti e grande soddisfazione dopo 11 anni di digiuno. Era quindi una domenica speciale e come al solito la domenica mattina mi reco in paese. Giornata splendida e molta gente seduta ai tavoli del bar. E mentre i milanisti pregustavano la loro vittoria e quindi grandi festeggiamenti, gli juventini mi consigliavano di non mangiare troppo a mezzogiorno e mi suggerivano una pastina. Cosa che farò nei prossimi giorni. Adesso ci attendono altre due finali: quella della Roma nella Conference League e quella tra Real Madrid e Liverpool nella Champions League. E speriamo in un altro sgambetto di Carletto Ancelotti.

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