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Patto Liberali-NDP per blindare il governo

OTTAWA – Il 21 ottobre del 2019, il Partito Liberale si è aggiudicato le elezioni numero 43 della storia federale, senza però riuscire ad accaparrarsi i 170 seggi necessari per ottenere la maggioranza relativa alla Camera dei Comuni. Abbiamo subito scritto che l’azione di governo sarebbe stata condizionata dai patti che avrebbe dovuto stringere, di volta in volta, con il Partito Neodemocratico o con il Bloc Québécois.

Alla fine, stanco di rischiare di cadere ogni volta che si vota il budget annuale, o si pone la questione di fiducia, il Primo Ministro Justin Trudeau ha scelto il Nuovo Partito Democratico (NDP). In nome della stabilità e della continuità, le due anime del centrosinistra canadese hanno messo da parte le diffidenze reciproche, scambiandosi un ramoscello d’ulivo. Jagmeet Singh si è impegnato a sostenere il governo liberale in tutti i voti di fiducia fino alla scadenza naturale della legislatura, cioè fino a giugno 2025. Un appoggio esterno in cambio di un programma di cure dentistiche per le famiglie a basso reddito, un allargamento dei cordoni della borsa per il Childcare nazionale ed altre politiche in materia di salute.

Presentando l’accordo, Trudeau ha spiegato che “i Canadesi hanno bisogno di stabilità” e che “nessuno trae vantaggio” quando il Parlamento “non funziona correttamente”. In questo modo, con il fronte interno sotto controllo, i Liberali potranno dedicarsi alla gestione della fase post-pandemica ed al terremoto geopolitico scatenato dalla guerra in Ucraina. Il nuovo accordo tra i Liberali e l’Ndp non rappresenta una coalizione formale e non prevede che i Socialdemocratici entrino a far parte del governo.

In ogni caso, il patto non è del tutto vincolante: da un punto di vista regolamentare, infatti, l’Ndp potrebbe in qualsiasi momento togliere il suo sostegno al governo, anche se a questo punto l’ipotesi diventa decisamente remota. L’accordo è stato aspramente criticato dal leader protempore dei Conservatori, Candice Bergen: “La costruzione della Nazione viene sostituita dalla compravendita di voti, il dibattito parlamentare dagli accordi fatti in segreto, la responsabilità politica dall’opportunismo”. Anche il Bloc Québécois ha bocciato senza mezzi termini la “manovra di palazzo”, tacciandola come l’ennesimo tentativo di Trudeau di restare al potere in una fase di grande difficoltà.

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