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Il fashion show del Primo Ministro

di Angelo Persichilli

Trudeau-in-India

Il viaggio di Justin Trudeau in India mi ha ricordato il film comico “National Lampoon’s, European Vacation” con il comico Chevy Chase. Parla di una famiglia di sempliciotti americani in vacanza-premio in Europa. Nel film vi sono tanti spunti per delle generose risate, ma le più sostanziose sono quelle legate alla fissazione del padre di fare vestire tutti i membri della famiglia come, secondo lui, vestivano i residenti locali, durante la loro permanenza a Londra, in Germania, a Parigi e a Roma. Trudeau in India si è comportato come Chevy Chase, con una differenza: l’attore era pagato per far ridere, Trudeau no. Certo, la sua vera professione è quella di professore di arte drammatica (non è una battuta, è vero), ma anche Ronald Reagan era un attore e, una volta alla Casa Bianca, capì quale era la differenza tra un attore e un Presidente degli Stati Uniti. Purtroppo, Justin Trudeau, no. Fare solo dell’ironia sul fashion show in India sarebbe divertente, ma troppo facile e sinceramente imbarazzante. Il suo comportamento ha imbarazzato una intera nazione. Perché? Le spiegazioni sono peggiori della pagliacciata. Alcuni dicono che Trudeau abbia speso centinaia di migliaia di dollari per registrare filmati da usare durante la prossima campagna elettorale; altri dicono che si è trattato di una “trappola” tesa dal governo indiano per smascherare le tendenze filo-Sikh di Ottawa, a favore della secessione del Punjab; è stato detto che la presenza di un ex terrorista nella delegazione ufficiale del governo era stata una svista di un deputato di Vancouver che ha proposto la sua partecipazione; si è anche parlato di un disinteressamento dell’RCMP nell’interpretare le regole di sicurezza per imbarazzare Trudeau. Si tratta di giustificazioni che fanno acqua da tutte le parti. Infatti, non credo che sia stata l’RCMP a ordinargli di vestirsi come i protagonisti di Europea Vacation, o a inserire nella lista uno che aveva dei precedenti penali per terrorismo. Tra l’altro, Trudeau già negli ultimi mesi aveva inanellato una serie imbarazzante di stupidaggini che non giustificano la spiegazione dell’errore isolato. Qualche mese fa aveva ricevuto nel suo ufficio un simpatizzante dei talebani, Joshua Boyle, nonostante i suoi trascorsi, e che è stato poi arrestato in Canada pochi giorni dopo l’incontro con Trudeau. Non è stato il governo indiano ad accostare gli emigrati italiani, greci o musulmani con i terroristi dell’ISIS. Solo qualche settimana fa aveva fatto, come lui stesso ha detto, “una battuta stupida”, per cambiare “mankind” con “humankind” per rispetto alle donne! La verità è più semplice: Trudeau non è un politico, ma un attivista sociale. Niente di male, la sensibilità sociale è necessaria, ma è solo una componente del ruolo di un Primo Ministro. Justin Trudeau non è materiale da Primo Ministro. Tutto qui.

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