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DIETA MED: nei laboratori della lunga vita

L’alimentazione non è solo la soddisfazione di un bisogno fisiologico identico in tutti gli esseri umani, ma rappresenta anche la diversità delle culture e tutto ciò che contribuisce a plasmare e a definire, oltre che le esigenze dietetiche, anche l’identità dei vari popoli, le loro strutture sociali, la loro visione del mondo e, in definitiva, una serie di tradizioni lentamente costruite nel corso del tempo.  

E proprio nel lento trascorrere degli anni si è andato progressivamente affermando e consolidando un modello alimentare, diffuso in tutte le nazioni del mediterraneo, basato su un apporto adeguato e coordinato di cibi prettamente naturali: verdure, legumi, frutta, noci, pesce, olio d’oliva, cereali preferibilmente integrali e loro derivati (pane pasta), carni bianche con basso consumo di carne rossa e latticini e grassi saturi.  

Partendo da queste premesse, con uno studio condotto da Ancel Keys e Coll. in Finlandia, Giappone, Grecia, Italia, Olanda, Stati Uniti e Jugoslavia e pubblicato nel 1970 su Circulation, viene riscoperta la Dieta Mediterranea dopo aver documentato che la mortalità per cardiopatia ischemica (infarto) era molto più bassa presso le popolazioni mediterranee rispetto agli altri paesi.  

Se ne parla venerdì 15 ottobre nel prossimo appuntamento di Biomedical Report, la rubrica scientifica curata dall’immunologo Mauro Minelli.  

La Dieta Mediterranea a poco meno di 11 anni dalla sua proclamazione ufficiale come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità: per la prima volta, una pratica alimentare tradizionale iscritta nella lista Unesco! 

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