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Barbaro: “Agli Stati generali delle aree protette ascolteremo tutti”

(Adnkronos) – “Un evento che non ha precedenti nella storia del ministero dell’Ambiente e del Paese. È il primo evento articolato su due giorni che prevede la partecipazione di tutti coloro che operano all’interno delle aree protette. Abbiamo deciso di ascoltare tutti, nessuno escluso”. Così il sottosegretario all’Ambiente e alla Sicurezza Energetica, con delega anche alle Aree protette, Claudio Barbaro, in occasione della presentazione degli Stati Generali delle Aree protette italiane. Organizzati dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, in collaborazione con Federparchi-Europarc Italia, la due giorni vedrà la presenza di organizzazioni ambientaliste, enti parco, enti locali, operatori turistici, mondo della ricerca e delle università, corpi militari, rappresentanti governativi e politici. L’evento, organizzato a distanza di dieci anni dall’ultima volta, avrà luogo alla Biblioteca Nazionale di Roma.   

“Gli obiettivi sono tre essenzialmente: cercare di capire come andare a consolidare gli aspetti che riguardano la tutela della biodiversità su una parte importante del nostro territorio”, cercando anche “di coniugarla con uno sviluppo sostenibile del territorio”. Barbaro ricorda la legge 394 “che oggi governa la vita delle aree protette, del 1991, una legge molto ben fatta ma che deve essere aggiornata e quindi sfrutteremo questa circostanza per capire attraverso quale forma e, soprattutto, attraverso quale sostanza”.  

Il secondo aspetto è “la dignità delle aree protette, una dignità che noi vogliamo possa emergere ulteriormente sotto il profilo politico, sociale, amministrativo, mediatico ed educativo-ambientale”. Infine, “il terzo obiettivo che noi ci siamo dati è quello di cercare di ottenere un contributo da tutti coloro che interverranno ma senza proporre soluzioni”.  

Barbaro cita in particolare tre criticità da affrontare: “C’è una complessità degli organi di governance che dovrebbero essere messi in condizione di governare in maniera più facile; la mancanza di un indirizzo da parte del ministero, perché noi ad oggi ci limitiamo a vigilare; la mancanza di un organo intermedio tra noi e le aree protette che ci permetta di acquisire nel minor tempo possibile le indicazioni che possono arrivare”.  

“Questi gli obiettivi che ci siamo dati e tutti corrispondono a un indirizzo particolare che è quello di fare rete”, sottolinea Barbaro, ricordando i numeri delle aree protette in Italia. Si contano circa 1049 aree protette: 24 Parchi nazionali; 30 Aree Marine Protette; 149 Riserve naturali statali; 149 Parchi regionali; 450 Riserve regionali; 5 Parchi geominerari. A questi vanno aggiunte altre aree protette nazionali e regionali, i siti Natura 2000, i siti Ramsar, le riserve Mab Unesco, le zone Zsc.  

Numeri che “devono essere in rete” perché “non esiste uno strumento di concertazione tra di loro e non esiste uno strumento di concertazione tra parchi regionali e parchi nazionali. C’è la necessità quindi di coordinare tutto quello che accade nelle aree protette. Ma soprattutto c’è la necessità di dare una funzione di protagonismo al ministero”, conclude. Quindi “non proporremo soluzioni, ci aspettiamo che da questa due giorni arrivino le indicazioni, per poterle poi traferire all’interno di un disegno di legge”. 

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