(Adnkronos) – Si torna finalmente a parlare del Piano pandemico 2024-2028. Nella conferenza stampa finale del G7 Salute ad Ancona è stato il ministro della Salute Orazio Schillaci, rispondendo alle domande dei giornalisti che chiedevano lumi sul documento, ad annunciare che “stiamo lavorando per prevedere in Manovra le risorse finanziarie per il nuovo Piano pandemico e per rispondere alle richieste delle regioni. In Finanziaria ci saranno le risorse per approvarlo. E’ un Piano moderno che guarda a tutte le emergenze”.
Ma quante risorse servirebbero per far funzionare bene un Piano pandemico? Secondo alcune fonti – sentite dall’Adnkronos Salute – le risorse dovrebbero essere in una forbice tra 300 e 500 milioni di euro spalmati nei diversi anni dal 2024-2028. Se si troveranno i fondi, come ha assicurato Schillaci, il Piano pandemico potrà essere presentato a breve nella sua ultima versione. Sicuramente rivista rispetto a quella che aveva fatto capolino sui media tramite una bozza ad inizio 2024, seguita dalle polemiche politiche su restrizioni e obblighi.
La prima versione, elaborata dalla direzione della Prevenzione del ministero della Salute guidata da Francesco Vaia, aveva come pilastro il cambio di paradigma rispetto al passato: la responsabilizzazione delle persone e delle Istituzioni. Sempre seguendo però le linee guida internazionali che nel campo delle malattie infettive sono il faro per tutti i Paesi, come abbiamo imparato durante la pandemia Covid. Responsabilità e più attenzione ai principi di libertà individuale anche per l’accesso alla vaccinazione.
Proprio a fine gennaio, era stato il ministro Schillaci a rispondere ad un’interrogazione del senatore della Lega Claudio Borghi sulla revisione degli indirizzi in vista dell’adozione del Piano pandemico per il periodo 2024-2028 e sulla discontinuità del piano rispetto al precedente. “Sento di dover precisare che, per affrontare un patogeno ignoto con un tasso altissimo di mortalità, potrebbe essere necessario adottare misure restrittive che dovranno però essere emanate – aveva chiarito il ministro – solo se strettamente indispensabili, rimanere eventualmente in vigore per il tempo strettamente necessario ed essere proporzionate sia alla probabilità sia all’entità dell’evento”. Una puntualizzazione per calmare chi nella maggioranza di centro-destra non digerisce le misure restrittive e gli obblighi già vissuti durante il Covid. Oggi la partenza della Commissione parlamentare d’inchiesta Covid potrebbe aver influenzato l’ultima versione del Piano pandemico che dovrà avere l’ok delle Regioni e passare con l’accordo in Conferenza Stato-Regioni.