È arrivata finalmente la pioggia, anche se un po’ troppo tardi per la vigna e gli ulivi, mentre l’Emilia Romagna è stata sommersa dall’acqua per la terza volta. È emergenza, ma non si può gridare al lupo solo quando l’acqua rompe gli argini dei fiumi e invade città e paesi. È un problema serio, una vera emergenza e penso che non si possa più perdere tempo.
Anche se in giro ci sono ancora degli scettici sui cambiamenti climatici, la realtà è differente e la sentiamo sulla nostra pelle. La pioggia non è più quella di una volta che cadeva lentamente per ore, ora ci sono acquazzoni violenti che durano una trentina di minuti, ma cade la stessa quantità di pioggia che cadeva in 24 ore.
Questa settimana abbiamo anche pianto per la scomparsa del bomber siciliano Totò Schillaci, scomparso prematuramente all’età di 59 anni. I suoi gol hanno fatto sognare i tifosi del Messina, della Juve e dell’Inter, ma è veramente esploso ai Mondiali del 1990, capocannoniere con sei reti. Totò Schillaci è stato un campione modesto, ma amato da tutti. E domenica scorsa è stato ricordato dagli sportivi di tutto il mondo perché ci ha fatto vivere un’estate meravigliosa. Totò Schillaci ci ha lasciato un po’ troppo presto, ma la settimana scorsa hanno tagliato il traguardo dei 90 anni anche Sofia Loren, Ornella Vanoni e Gino Paoli. Quest’ultimi sono ancora sulla breccia.
Tutti i giorni siamo qui…(CFMB)
Con l’arrivo dell’estate, l’Italia si risveglia e i paesini del sud sono quasi invasi dai figli e dai nipoti degli emigrati che hanno lasciato il nostro paese negli anni ‘50 e ‘60. Molti sono partiti soprattutto per il Canada e ora i loro discendenti sono curiosi di scoprire i paesi dove sono nati i loro genitori o nonni. L’estate è anche l’occasione di incontri con amici conosciuti a Montréal, i quali, una volta in Italia, decidono di fare un salto nel mio paese per vedere se sono invecchiato o semplicemente per prendere un caffè. Spesso questi incontri sono casuali. Due mi hanno colpito questa estate.
Ero seduto al tavolo dell’unico bar del paese ed ho notato due signori che camminavano come se cercassero qualcuno. Mi aveva colpito quello col vestito di lino e la classica paglietta Panama in testa. Li avevo preso per i figli o nipoti di qualche montoriese emigrato in Sud America. Dopo una quindicina di minuti, il signore con la paglietta si è avvicinato e mi ha chiesto se fossi veramente io. Si è quasi commosso e mi ha raccontato che i genitori e sei figli si erao trasferiti a Montréal nel 1962. Prima della pensione ha sempre vissuto tra Saint Léonard e Rivieres des Prairies, ha sposato una franco canadese e, per seguire un amico, si era trasferito sulla Riva Sud di Montréal; torna in Italia quasi ogni anno e parla italiano con la sua nipotina. E, quasi commosso, mi ha confidato che per anni Radio CFMB gli ha fatto compagnia aiutandolo un po’ a combattere la nostaglia dell’Italia.
Un altro incontro
Come al solito arrivo al bar e, passando vicino ad un tavolo, un amico mi dice che la giovane coppia seduta con lui viene da Montréal. La moglie è di origine filippina, ma nata a Montréal, mentre il marito è nato a Montréal, ma la madre è di Montorio. Nel corso della conversazione ho scoperto che la sua famiglia abitava sulla via Raul, ora Rousselot, una piccola strada proprio dietro l’ospedale Jean Talon, dove abitava mia zia e dove ho vissuto per alcuni mesi appena arrivato a Montréal nel 1961. Vista la giovane età, sotto i 40 anni, sicuramente non erano venuti a Montorio per incontrarmi e, tra una birra e l’altra, il marito mi chiede cosa facevo a Montréal. Dico che lavoravo per CFMB e gli confondo le idee. Dopo qualche minuto ritrova la memoria e dice: “Ah, CFMB tutti i giorni siamo qui’’. Quello che succedeva negli anni ‘60 è che i genitori ascoltavano la radio mentre i figli, che stavano in salotto o in cucina, bene o male erano costretti a seguirla …distrattamente.