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Virus Oropouche, cos’è e che sintomi dà: chi rischia e come proteggersi

(Adnkronos) – Che cos’è la malattia da virus Oropouche? Quali sono i sintomi che permettono di riconoscerla? Quali i rischi, chi li corre e come proteggersi? Lo spiega l’Istituto superiore di sanità, che ha aggiornato il proprio sito web con una Faq sull’infezione. 

La malattia da virus Oropouche – descrive l’Iss – è una arbovirosi causata dal virus Oropouche (Orov), un virus a Rna che circola nell’America centrale e meridionale e nei Caraibi. Orov può essere trasmesso agli esseri umani principalmente attraverso la puntura di Culicoides paraensis, un piccolo dittero ematofago di 1-3 millimetri, simile a un moscerino, che nelle aree endemiche si trova in zone boschive nei pressi di ruscelli, stagni e paludi, o di alcune zanzare come Culex quinquefasciatus. “Nessuno di questi vettori al momento è presente in Italia o in Europa”, assicura l’istituto che precisa: “Non è stata al momento confermata la possibilità di una trasmissione da uomo a uomo del virus”. 

Perché si parla di Oropouche? Il ministero della Salute brasiliano – ricorda l’Iss – ha riferito oggi di 2 morti causate dal virus, che al momento risultano le prime mai registrate al mondo, e sono attualmente in corso di indagine 6 possibili casi di trasmissione verticale di Orov associati ad aborto spontaneo, morte fetale e/o microcefalia, comunicati dall’Organizzazione panamericana della sanità (Paho). Nel 2024, al 23 luglio, sono stati registrati oltre 7.700 casi nel mondo in 5 Paesi: Brasile, Bolivia, Peru, Cuba e Colombia. “Nelle scorse settimane sono stati registrati alcuni casi del virus anche in Italia, tutti importati e senza conseguenze gravi”, puntualizza l’istituto. 

Chi rischia l’infezione da virus Oropouche? E quali precauzioni prendere? Il rischio di infezione – prosegue l’Iss – è presente se si viaggia nei Paesi in cui è presente il virus. Per chi si trova in queste zone, si raccomanda di mettere in atto tutte le precauzioni necessarie a evitare il contatto con gli insetti vettori: usare repellenti chimici, indossare vestiti che coprano braccia e gambe, soggiornare in case dotate di zanzariere e cercare di ridurre le attività all’aperto nei periodi di maggiore attività vettoriale (all’alba e al crepuscolo). 

Come capire se si è stati infettati? I sintomi principali dell’infezione – elenca l’istituto – sono febbre, mal di testa, dolore articolare e, in qualche caso, fotofobia, diplopia (visione doppia), nausea e vomito. Se si è di ritorno da un viaggio nei Paesi in cui è presente il virus e si hanno questi sintomi, il consiglio è di rivolgersi al proprio medico, specificando le zone in cui si è soggiornato. 

L’Iss – si legge sul sito dell’istituto – offre supporto tecnico scientifico al sistema sanitario nazionale e al ministero della Salute in qualità di laboratorio nazionale di riferimento per attività di conferma diagnostica e caratterizzazione microbiologica e, grazie ad un team multi-disciplinare di esperti, monitora il rischio per la sanità pubblica di questo evento in Italia per gli aspetti virologici, entomologici ed epidemiologici. 

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