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Israele-Gaza, Cina in campo per mediare: incontro con Hamas

(Adnkronos) – La Cina di Xi Jinping vuole farsi sempre più avanti come mediatore di pace. E’ diventata sempre più esplicita nella sua opposizione alla guerra a Gaza. E ha anche sfruttato il conflitto come piattaforma per manifestare la sua solidarietà con il mondo arabo e il Sud Globale, sempre pronta a mostrarsi in opposizione agli Stati Uniti. Anche se non è chiaro quanto spazio abbia il gigante asiatico per giocare un ruolo forte nella regione. La Cnn legge così l’incontro di domenica scorsa in Qatar tra un diplomatico cinese e il leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh. 

 

E’ la prima volta dall’inizio del conflitto a Gaza, che Pechino conferma un faccia a faccia di questo genere. Protagonista con il leader politico di Hamas, è stato Wang Kejian, diplomatico cinese che era già stato in Israele e in Cisgiordania, la prima missione del genere di un inviato di Pechino di cui si ha notizia dall’attacco del 7 ottobre in Israele e dall’inizio delle operazioni militari israeliane nell’enclave palestinese.  

Haniyeh e Wang, ex ambasciatore in Libano, “hanno avuto uno scambio di vedute sul conflitto a Gaza e altre questioni”, si è limitato a rendere noto stamani il ministero degli Esteri di Pechino. Presente all’incontro l’ambasciatore cinese in Qatar, Cao Xiaolin, evidenzia la Cnn sottolineando come Hamas affermi di aver avuto un incontro con Cao il mese scorso. Del faccia a faccia con Wang il gruppo ha fatto sapere che Haniyeh ha espresso apprezzamento per “il ruolo della Cina al Consiglio di Sicurezza, in seno alle Nazioni Unite e alla Corte internazionale di giustizia”. 

Haniyeh ha insistito sulla “necessità di fermare rapidamente l’aggressione e i massacri”, sulla richiesta di ritiro delle forze israeliane da Gaza, ribandendo la volontà di “raggiungere gli obiettivi politici e le aspirazioni per la creazione di uno stato palestinese indipendente”.  

 

Wang, evidenzia la Cnn, si trova nella regione almeno dal 10 marzo, quando ha incontrato interlocutori in Egitto, prima di spostarsi in Cisgiordania, poi in Israele e in Qatar. Un tour che non era stato annunciato da Pechino, che dopo l’attacco del 7 ottobre in Israele non aveva citato né condannato Hamas e che da allora ha denunciato il conflitto e sostenuto a gran voce la necessità di un cessate il fuoco immediato e di concretizzare la soluzione dei due stati. 

In Cisgiordania, nei giorni scorsi, Wang ha incontrato il ministro degli Esteri dell’Autorità palestinese, Riyad al-Maliki. Pechino insiste sulla soluzione dei due Stati, una politica ripetuta da Pechino che però, come osserva la Cnn, non è chiaro quante possibilità abbia di giocare un ruolo forte a sostegno di uno stato palestinese indipendente e che critica Israele per le condizioni dei palestinesi mentre viene a sua volta messa sotto accusa per gli abusi dei diritti umani ai danni delle minoranze, in particolare nel Xinjiang (accuse sempre respinte dal gigante asiatico). 

In Israele Wang ha visto funzionari del ministero degli Esteri, insistendo – sempre secondo i resoconti ufficiali degli incontri arrivati da Pechino – sulla priorità di un “cessate il fuoco completo, della fine della guerra, della garanzia di aiuti umanitari e protezione per i civili”. 

Dal 7 ottobre i funzionari cinesi, ricorda la Cnn, avevano avuto altri contatti con interlocutori israeliani e palestinesi, anche quando a novembre Pechino ha ospitato delegazioni di Arabia Saudita, Giordania, Egitto, Autorità nazionale palestinese e Indonesia. Ma, sebbene prima di Wang il Dragone avesse ‘spedito’ nella regione l’inviato speciale per il Medio Oriente Zhai Jun, non erano mai state confermate ufficialmente tappe nei Territori palestinesi o in Israele. Neanche quando a inizio anno era stato in Egitto per colloqui il capo della diplomazia cinese, Wang Yi.  

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