(Adnkronos) – “In ambito G7 occorre che l’Italia consideri tre aspetti: un quadro normativo chiaro che non disincentivi l’investimento, ma che sia nelle condizioni di potersi adattare velocemente allo sviluppo esponenziale della tecnologia. Un secondo aspetto legato alla collaborazione tra pubblico e privato per capire quali sono le priorità e far sì che lo sviluppo tecnologico sia il più sostenibile possibile. Un terzo aspetto legato invece ai talenti e alle competenze, bisogna lavorare anche sulla formazione delle persone che attualmente sono già inserite nell’ambito lavorativo in un contesto di politiche sociali che permettano di garantire un periodo transitorio di formazione e poi di reinserimento nell’economia. Nel momento in cui si lavora su queste tre dimensioni, si riesce ad essere particolarmente efficaci ed efficienti nell’ambito dello sviluppo complessivo”. Lo ha dichiarato Maximo Ibarra, amministratore delegato di Engineering, intervistato a margine della riunione del B7, l’autorevole Engagement Group istituito in seno al G7 guidato quest’anno da Confindustria con il supporto di Deloitte come unico Knowledge Partner.
Tra i temi in evidenza, il dirompente sviluppo tecnologico e la sua applicazione in ambito aziendale davanti alle global challenges: “Nel momento in cui si ripensano le catene globali del valore, nel momento in cui si pensa al tema delle infrastrutture, a come riuscire ad intercettare l’innovazione tecnologica che possa essere puntualmente adottata per uno specifico bisogno, si riescono a prevenire i problemi -illustra Ibarra- Quando si mettono a fattor comune le competenze dei diversi attori dell’economia si riesce ad avere una vista molto più ampia”. “Non è soltanto un tema di tecnologia, ma di come la tecnologia può diventare più semplice e più veloce” conclude.