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Chiara Ferragni, uova di Pasqua nel mirino della Procura di Milano

(Adnkronos) – Dopo i pandori le uova. Non c’è pace per Chiara Ferragni. La Procura di Milano ha chiesto alla Guardia di Finanza di compiere accertamenti sulle uova di Pasqua griffate dall’influencer. La delega al nucleo di Polizia Economico finanziaria è stata firmata stamattina dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco. Si tratta di un modello 45, lo stesso dei pandori, senza ipotesi di reato e indagati. 

Intanto la procura ha aperto un fascicolo sulla beneficenza con i pandori Balocco. Il provvedimento del procuratore Marcello Viola nasce dall’esposto, presentato dal Codacons e da Assourt, che ipotizza il reato di truffa sulla vicenda che vede protagonisti l’influencer e il gruppo Balocco. Il fascicolo è un modello 45 (senza ipotesi di reato, né indagati), gli eventuali accertamenti saranno affidati alla Guardia di finanza. 

L’associazione dei consumatori ha inviato a ben 104 procure d’Italia lo stesso esposto, ora potrebbe sorgere un tema di competenza territoriale che potrebbe radicarsi in Piemonte visto che l’azienda dolciaria specializzata nella produzione di dolci ha sede a Fossano nel cuneese. Per il Codacons i clienti che hanno acquistato il pandoro ‘solidale’ a un prezzo di circa 9 euro hanno diritto a chiedere la restituzione dei soldi versati, “considerato che l’acquisto è stato realizzato sulla base di informazioni ingannevoli legate alla destinazione dei proventi delle vendite”. La campagna è già costata all’influencer Ferragni una multa dell’Antitrust.  

Nei giorni scorsi Chiara Ferragni, quasi in lacrime, ha chiesto scusa per il ‘caso pandoro Balocco’. L’influencer, con un video su Instagram, ha voluto “dare concretezza al gesto”, dice, devolvendo “1 milione di euro al Regina Margherita per sostenere le cure dei bambini”. 

In attesa di procedere con il ricorso contro la sanzione, Ferragni ha annunciato di voler fare la donazione. “Mi sono resa conto di aver commesso un errore di comunicazione. Un errore di cui farò tesoro in futuro, separando completamente qualsiasi attività di beneficienza, che ho sempre fatto e continuerò a fare, da attività commerciali”, dice. 

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