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Liliana Cavani: “Uscire e andare al cinema è sano, oggi siamo tutti ammalati”

(Adnkronos) – “Oggi, a causa della concorrenza della tv e delle piattaforme, non si esce più per andare nelle sale cinematografiche. Sembriamo tutti mezzi ammalati, non vogliamo più uscire, andare nei luoghi di persona, ci rinchiudiamo a casa. Questo mi spiace molto, perché comporta una diminuzione dello status umano”. A dirlo all’Adnkronos è la regista Liliana Cavani, in procinto di calcare il red carpet di Venezia per ricevere il Leone d’Oro alla Carriera e festeggiare al Lido -con qualche mese di ritardo, è nata il 12 gennaio- il suo 90mo compleanno.  

“Da sempre, da quando sono nati i teatri, dalla Grecia alla Roma antica, c’è sempre stata la possibilità di condividere le cose comuni -spiega la regista, che a Venezia terrà anche una masterclass di cinema e presenterà il suo ultimo film, ‘L’Ordine del Tempo’- E questo ha un grande significato. Si assiste tutti insieme, si commenta, e questo ci permette di contattarci, di acquistare qualcosa è un valore che giova all’uomo anche psicologicamente”. Rispetto a quando la Cavani ha iniziato ad esserne una protagonista attiva, “il cinema è molto cambiato, come tutte le cose. Il mio paese, Carpi, aveva 4 o 5 cinema, ora non ne ha più -dice all’Adnkronos- Ma al cinema è bello andarci insieme, essere insieme quando si spengono le luci e ritrovarsi quando si accendono. Concentrarsi su una cosa insieme agli altri è un arricchimento”. 

Il Leone d’Oro alla Carriera a Venezia, per la 90enne cineasta “è un regalo, non ci pensavo per niente e non me lo aspettavo. Mi fa piacere questa attenzione, è sempre bello ricevere un premio lì, perché Venezia è un posto molto importante. Io ho un legame con Venezia, ci andai per il mio primo lavoro al cinema, un documentario del ’65 per la Rai”, spiega. La regista di capolavori come ‘Il portiere di notte’ sta seguendo le vicende dello sciopero degli sceneggiatori e degli attori di Hollywood, che rischia di mettere in difficoltà la kermesse lagunare. “Comprendo le ragioni -osserva all’Adnkronos- La necessità di condividere un po’ di più e meglio gli utili non guasta, anche come incentivo ad attirare persone a a svolgere questo mestiere, in chiave sia tecnica che artistica. Spero e credo troveranno un accordo”.  

Infine, la novantenne regista di Carpi fa, tramite l’Adnkronos, un appello al governo e al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, che sarà ospite della Mostra di Venezia: “Cosa chiederei al ministro Sangiuliano? Di fare più comunicazione nelle scuole per insegnare la storia, che è il centro di tutto ed è importantissima per noi. E’ stata tutta filmata, esistono immagini di una parte della prima guerra Mondiale e di tutta la seconda. E poi ci sono tanti documentari da vedere, che bisogna far vedere ai ragazzi”. La regista di capolavori come ‘Il portiere di notte’ conclude: “Bisognerebbe dedicare un pomeriggio alla settimana alla storia e ai documentari. Oggi si legge anche poco, quindi direi che è fondamentale”. 

Immediata la replica del ministro: “Con me Liliana Cavani sfonda una porta aperta: lo studio della storia è fondamentale – dice Sangiuliano – conoscere il passato permette di dare un senso al nostro essere e un percorso al nostro divenire. Per questo, appassionato come sono di questa materia al punto di aver scritto diversi libri di carattere storico, sin dall’inizio del mio mandato mi sono adoperato per promuoverla il più possibile, proprio a partire dal Risorgimento italiano e dal nostro Novecento, arrivando a organizzare un convegno su Mazzini al Collegio Romano”. E aggiunge: “Ho messo la storia al centro degli istituti del MiC a cominciare dalle biblioteche e dagli archivi ma non dimenticando i musei, come dimostrano le esposizioni dedicate alle riviste italiane del Novecento agli Uffizi o il percorso permanente sulla storia d’Italia ‘Lo scrigno della memoria’ all’Archivio Centrale dello Stato. Ho anche fermamente voluto una migliore valorizzazione del Binario 21 alla Stazione Centrale di Milano, con un totem informativo per tutti i passeggeri in transito”, 

(di Ilaria Floris) 

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