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Mélanie Joly: Canada,
modello di coesione sociale

La Ministra del Patrimonio canadese al G7 della cultura a Firenze

di Vittorio Giordano

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La cultura come strumento di dialogo, di coesione sociale, di accettazione dell’altro, di superamento dei conflitti, anche grazie alle piattaforme digitali: è la ricetta di Mélanie Joly, Ministra del Patrimonio canadese, che il 30 e 31 marzo ha partecipato al G7 della cultura organizzato a Firenze dal suo omologo italiano, Dario Franceschini. Insieme a loro anche i Ministri della Cultura di Usa, Gran Bretagna, Germania, Francia e Giappone, oltre al Commissario europeo, Tibor Navracsic, e al Direttore Generale Unesco, Irina Bokova. Al centro dei colloqui: il ruolo della cultura nell’attuale contesto di crisi del sistema geopolitico mondiale; la protezione del patrimonio culturale mondiale dalle minacce del terrorismo, delle calamità naturali e del traffico illecito; la diversità culturale nell’era digitale. Un incontroproficuo, con progetti di ampio respiro e lunga scadenza. Tanto che il Canada, presidente di turno del G7 nel 2018, ha già deciso di replicare la stessa formula destinata a divenire, a questo punto, permanente. “È stato il primo G7 della Cultura nella storia del G7, dal 1968 ad oggi: un’eccellente iniziativa da parte del governo italiano”: sono le parole entusiaste della Ministra Melanie Joly, che abbiamo intervistato al telefono: “Ho avuto l’occasione di parlare con il Primo Ministro Gentiloni, che mi ha raccontato come l’anno scorso, nei panni di Ministro degli Esteri, sia stato accolto calorosamente a Montréal da oltre 400 italo-canadesi. Ed ho avuto il piacere di conoscere il Ministro della Cultura, Dario Franceschini, che condivide con noi la necessità di preservare il patrimonio culturale mondiale”.

“Sono cresciuta in un quartiere
di italo-canadesi e a 7 anni ho
frequentato  i corsi del Picai”

Il Belpaese ha un posto speciale nel cuore di Melanie Joly: “È stata la mia quarta volta in Italia, sono cresciuta in un quartiere di italo-canadesi e, a 7 anni, ho anche frequentato per 6 mesi i corsi del Picai a Laval. Capisco l’italiano, non lo parlo fluentemente, ma posso comunque avere una conversazione. È sempre un piacere tornare in Italia. Quest’anno, tra l’altro, mio padre compie 70 anni e, con tutta la famiglia, abbiamo affittato una casa in Toscana per festeggiare tutti insieme il suo compleanno”. Poi su Firenze: “Ho visitato Palazzo Pitti e Palazzo Vecchio, ho potuto ammirare da vicino i monumenti e le opere di Michelangelo. L’Italia è una grande potenza culturale, tanto che da anni è leader della classifica Unesco dei Patrimoni dell’Umanità, con ben 51 siti protetti”. Sul summit: “È stato importante condividere con i miei omologhi la preoccupazione per siti in pericolo a causa di guerre e instabilità politica (come in Siria e in Medioriente), incuria, inquinamento e disastri ambientali. Ho incontrato anche il sindaco di uno dei paesi colpiti dal recente terremoto in Italia centrale: gli ho detto che il Canada non farà mancare il suo sostegno e farà la sua parte per ricostruire le chiese colpite dal sisma al fine di limitare l’impatto sul potenziale economico e turistico della regione”. La ‘due giorni’ si è conclusa con la Dichiarazione di Firenze: “I Ministri collaboreranno per promuovere la cultura come strumento di coesione sociale e di dialogo nei singoli Stati e tra le diverse Nazioni”. L’anno prossimo, poi, toccherà al Canada ospitare il G7 della cultura: “Ho chiesto ai colleghi di lanciare un dialogo internazionale con le grandi piattaforme digitali come Neflix, Google, Facebook, Amazon e Apple sull’importanza di promuovere la diversità culturale”. Su questo il Canada è un esempio da seguire:  “Il Canada è sempre stato uno dei Paesi leader in materia di salvaguardia della diversità culturale, così come delle diverse industrie culturali come l’arte, il cinema, la musica, la letteratura, ecc.. Impedendo, così, che ci sia una superpotenza dominante che si ritrovi nella posizione di inondare di contenuti e diopere culturali tutti gli altri Paesi. Come facciamo questo nell’era numerica? Avviando un dialogo con le piattaforme digitali affinché, nel nostro caso, per esempio, garantiscano l’accesso a film, brani musicali e libri ‘Made in Canada’.

Dialogo con le piattaforme digitali perchè è così che oggi
i giovani accedono allíindustria del divertimento

È un passaggio imprescindibile, perché è così che oggi i giovani accedono all’industria del divertimento. Stesso sostegno va garantito anche ai media, affinché possano essere liberi di produrre inchieste interessanti e fondamentali per la democrazia. E perché l’informazione possa essere trovata anche on line. Il Canada, come laboratorio di convivenza tra diverse culture, rappresenta un modello vincente perché da sempre promuove la coesione sociale e l’importanza della diversità come strumento per creare ponti tra le diverse Comunità che animano il Paese. Nella nostra visione, l’integrazione sociale va di pari passo con l’integrazione economica: è fondamentale accedere ad un lavoro che risponda ai bisogni e alle aspettative, ma anche poter conversare come cittadini trovando terreni comuni di condivisione sociale”.

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