Come già sapete, se mi seguite da un po’ di tempo, qualche settimana fa sono rientrata a casa, in Italia, per rivedere la famiglia e gli amici. Mentre ero a Bologna, mi è venuta l’idea di scrivere un articolo evidenziando le sostanziali differenze tra le due città. Nel pezzo ho toccato anche il tema della sicurezza, ma non mi ci sono soffermata molto. Questa settimana, invece, intendo approfondire proprio questo aspetto. Per cominciare, metterevi nei panni di una giovane ragazza come me, Donna, che deve affrontare la paura di uscire di casa. Perché io a Montréal mi sento sicura di girare da sola, a qualsiasi ora del giorno o della notte, e a Bologna no? È quasi paradossale, se pensate che Montréal per me è una città nuova, enorme (conta 1.762.949 abitanti, mentre Bologna solo 388,367), tutta da scoprire, e mi ritrovo serena alle tre del mattino con le mappe del telefono aperte per cercare di capire come tornare a casa (perché, ovviamente, non me lo ricordo mai!); mentre a Bologna, a casa mia, dove sono nata e cresciuta, nonostante conosca tutte le strade a memoria e sappia anche quelle che è meglio evitare per non incappare in possibili pericoli, ho paura a prendere l’autobus di notte da sola o a farmi una passeggiata per rientrare dal centro, dopo aver fatto serata con le amiche. Io sono qui a Montréal da soli sei mesi, perciò magari non mi sono ancora imbattuta in un suo lato oscuro, magari sono fortunata perché sto girando nelle zone “sicure” della città, o magari Montréal è davvero una città sicura per le Donne. Ma penso che una Donna se ne accorga in fretta se si sente al sicuro o no. Ad esempio, quando ho vissuto a Lione per alcuni mesi, qualche anno fa, nell’arco di tre giorni io e le mie amiche ci siamo rese conto che tornare a casa da sole, soprattutto di sera, ci spaventava, e quindi ci siamo organizzate in modo da essere sempre almeno due. Ritornando a Montréal, non mi è mai capitato di essere vittima di “catcalling” per strada (o di assistere a questo genere di violenza), non mi è mai capitato che qualcuno in discoteca mi toccasse il sedere o provasse a baciarmi senza prima chiedermelo, non mi sono mai sentita seguita per strada, sono sempre tornata a casa da sola senza mai sentirmi in pericolo, sia a piedi che con i mezzi. Questo è merito della società di Montréal, in questo momento completamente diversa dalla realtà italiana.

Questo non significa che tutti gli italiani maschi vogliano importunare le donne, ma in Québec si respira sicuramente un’aria diversa. Io non so davvero cosa si possa fare per cambiare la società, e non ripongo nemmeno la mia fiducia nei giovani come me, perché sono parte integrante del problema, visto che le violenze vengono fatte anche dai ragazzini. E prima che si arrivi a creare un clima di serenità ci vorrà molto tempo. Però, prendendo spunto proprio da Montreal, c’è un piccolo accorgimento che mi piacerebbe che anche a Bologna fosse adottato. A Montréal, su tutti gli autobus che viaggiano di notte, dalle 19.30 fino alle 5.30 (perciò durante le ore notturne), se si è da soli o accompagnati da un bambino, è possibile richiedere all’autista di fermare l’autobus tra due fermate per scendere più vicino casa. Può sembrare una stupidaggine, però a me è sembrata un’idea molto utile e concreta per dire a tutti quelli che viaggiano da soli: “Montréal è con te”. Mi piacerebbe che questa iniziativa fosse adottata anche a Bologna, a costo 0, facendo capire che la città ancora una volta si sta impegnando a creare un clima più sereno per tutti coloro che viaggiano da soli. Può sembrare una proposta sciocca, senza senso, ma magari in questo modo ci sarà una ragazza in meno che quando scende dal bus di notte si mette a correre, con le chiavi di casa in mano, per cercare di rientrare a casa a sua sana e salva, senza essere seguita.