giovedì 3 Ottobre 2024 | 20:26

Il giornale italiano 1° in Québec e in Canada

Pubblicità

ULTIM'ORA ADNKRONOS

Vino: l’etichetta della discordia

“L’alcol nuoce gravemente alla salute”. E come per le sigarette, lo si scrive a chiare lettere in etichetta. Il mondo del vino italiano ed europeo sta vivendo momenti di forte preoccupazione, dopo l’approvazione della proposta di legge in Irlanda che prevede l’indicazione sulle bottiglie di vino della pericolosità per la salute e dei rischi connessi al cancro legati al consumo di alcolici. La reazione di produttori e associazioni del comparto, che in Italia occupa circa 1,3 milioni di persone per un fatturato di oltre 14 miliardi di euro, non si è fatta attendere.

 

Bere una bottiglia di vino in compagnia potrebbe non essere più un piacere conviviale? Se lo chiedono nel Belpaese gli esperti di settore, cantine blasonate o vignaioli di nicchia che siano. Gli avvisi ricordano in maniera parecchio similare quelli che compaiono sui pacchetti di sigarette: “Esiste un legame diretto tra alcol e tumori mortali”; “Bere alcol provoca malattie del fegato”; “Il consumo di alcol in gravidanza causa rischi per il feto”. Questi sono solo alcuni degli avvertimenti passati per via del silenzio assenso della Commissione Europea che, nei sei mesi successivi alla richiesta da parte dell’Irlanda fino alla moratoria di fine dicembre 2022, non è intervenuta sulla questione, lasciando che la legge entrasse in vigore, portando alla sostituzione di tutte le etichette dei prodotti alcolici venduti all’interno dell’Irlanda, entro il 2026.

 

“Esiste una netta differenza tra il semplice bere un bicchiere di vino e l’abuso di alcol. Criminalizzare i prodotti alcolici significa in realtà aggredire un prodotto di qualità, una vera e propria eccellenza, mettendolo sullo stesso piano di altre sostanze che invece sono riconosciute come dannose”, ha spiegato il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida. Su questo punto fa leva la battaglia dei produttori italiani, ma anche di Spagna, Francia, Portogallo, contrari agli avvisi anti-cancro sulla bottiglia. Un invito da parte di questi Paesi al Parlamento Europeo ad esprimersi sugli emendamenti che chiedevano una distinzione tra abuso e consumo di alcol, era già stato espresso nel febbraio scorso. Ma la decisione unilaterale dell’Irlanda pare non abbia riscontrato alcun ostacolo da parte di Bruxelles. Ciò ha generato enorme preoccupazione nel settore, per le ripercussioni sul mercato, e per l’eventuale adeguamento di altri Paesi che potrebbero eguagliare la regola dell’health warning irlandese, alle prese con un elevato consumo di alcolici, soprattutto birra e superalcolici, tra le fasce più giovani.

 

Prevedendo la possibilità di apporre sull’etichetta delle bevande alcoliche avvertenze sanitarie (health warnings) che stabiliscono una stretta correlazione tra il consumo di alcol e determinate patologie, quali malattie del fegato e tumori mortali, senza produrre prove e documenti scientifici a sostegno di tali affermazioni, si finisce col fornire al consumatore delle informazioni inesatte e non veritiere, oltre che allarmistiche. Inoltre, l’introduzione di un sistema di calcolo delle calorie che stabilisce una correlazione con il calcolo dei grammi contenuti nella bevanda anziché ricorrere all’indicazione del titolo alcolometrico effettivo in volume, non è in linea con l’attuale normativa. Infine, di non meno rilevanza, sono le conseguenze che tali disposizioni possono produrre sulla libera circolazione delle merci. La previsione di un’etichettatura ad hoc per i prodotti destinati al mercato irlandese potrebbe costituire un ostacolo agli scambi intracomunitari, circostanza vietata nel mercato unico.

 

Si ritorna, quindi, sul nodo principale della questione. Per le aziende vitivinicole italiane il consumo di alcol non dovrebbe essere equiparato a quello delle sigarette, perché sarebbe necessario il distinguo tra “consumo” responsabile e “abuso”, e non utilizzare questa normativa per risolvere la piaga del consumo eccessivo di alcol in patria. Il parere dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha fatto da ago della bilancia sul silenzio della Commissione Europea. Secondo l’OMS, infatti, non esiste una “quantità sicura” di alcol. Il rischio di cancro esiste anche assumendo piccole quantità, ma è minore se il consumo è minimo. Da qui la mancata distinzione tra “consumo” e “abuso”. 

 

Il rischio, in buona sostanza, è quello che non affidandosi al buon senso comune, si penalizzi fortemente un settore come quello vinicolo italiano, con una soluzione collettiva adatta però alle necessità di un singolo Paese.

 

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

NOTIZIE RECENTI

Online Shopping in BangladeshCheap Hotels in Bangladesh