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Via alla nuova legislatura

Presidenti Camera e Senato: eletti Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana

ROMA – La settimana scorsa, Ignazio La Russa (Fratelli d’Italia) e di Lorenzo Fontana (Lega) sono stati eletti alla presidenza, rispettivamente, del Senato e della Camera. L’elezione di La Russa ha fatto discutere, in particolare, perché è arrivata grazie ai voti di alcuni senatori che non fanno parte della maggioranza di centrodestra. Quella del deputato della Lega, invece, è stata criticata da più parti per le posizioni espresse in passato da Fontana contro l’aborto e le unioni civili, e in favore del presidente russo Vladimir Putin. 

 

Il 13 ottobre La Russa è stato eletto presidente del Senato al primo scrutinio (segreto), con 116 voti favorevoli, 112 in più rispetto alla soglia dei 104 voti necessaria per essere eletti. Il neo presidente, classe 1947, ha militato prima nel Movimento Sociale Italiano, poi in Alleanza Nazionale e PdL infine in Fratelli d’Italia di cui è fondatore insieme a Giorgia Meloni e Guido Crosetto. “Cercherò di essere il presidente di tutti. Anche la nascita del Regno d’Italia sia festa nazionale”. Nel discorso di insediamento, La Russa ha ricordato anche le vittime delle cosche: magistrati, giornalisti, agenti di polizia, carabinieri, politici. E i ragazzi uccisi negli anni di Piombo, su entrambi i fronti. Ha parlato del padre “avvocato come me”, e di Mattarella “per le sue capacità politiche”. Citando un altro presidente della Repubblica, Sandro Pertini, che diceva ‘Nella vita è necessario sapere lottare non solo senza paura, ma anche senza speranza’. Io, ha detto: “Aggiungo che la lotta serve non solo quando pensi di poter vincere, ma anche quando pensi valga la pena di essere vissuta”.

 

Il 14 ottobre Fontana è stato eletto presidente della Camera al quarto scrutinio, ricevendo 222 voti, ossia quelli dei deputati dei partiti di centrodestra, salvo alcune defezioni. La soglia per essere eletti era fissata a 197 voti, ossia la metà più uno dei presenti alla votazione. “La nostra è una nazione multiforme con diverse realtà storiche e territoriali che l’hanno formata e l’hanno fatta grande. La grandezza dell’Italia è la diversità. Interesse dell’Italia è sublimare le diversità”. Lo ha detto il neo eletto presidente della Camera, Lorenzo Fontana, nel suo intervento dopo la proclamazione. Classe 1980 da Verona, approda alla presidenza della Camera da fedelissimo di Salvini, considerato uno degli uomini più ascoltati dal segretario federale, con cui ha condiviso l’esperienza da europarlamentare a Bruxelles.

 

 

Governo, patto Meloni-Berlusconi: Forza Italia verso 5 Ministeri

ROMA – ‘Disgelo’ tra la Premier in pectore Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi, dopo lo scontro sul caso Ronzulli e lo ‘strappo’ di Forza Italia sull’elezione di Ignazio La Russa alla presidenza del Senato. Lunedì pomeriggio, il leader di Forza Italia ha varcato il portone di via della Scrofa, storica sede di An prima e poi di Fratelli d’Italia, per un faccia a faccia vero, un incontro senza ‘intrusi’.

 

In base a quanto filtrato, sarebbe stato trovato un accordo di massima sui Ministri di Forza Italia, amche se non è chiaro se il leader forzista abbia ottenuto l’ok a 4 o 5 dicasteri, ovvero uno in più della Lega, che ha ‘ricevuto’ la presidenza della Camera e il superministero dell’Economia. Rimasta fuori dal Cdm Licia Ronzulli, secondo i boatos però sarebbe dentro Antonio Tajani (sempre in pole per la Farnesina). Per Elisabetta Alberti Casellati si profilerebbe un posto di ministro in quota Forza Italia, ma non alla Giustizia. L’ex presidente del Senato potrebbe guidare il dicastero delle Riforme. Per il ruolo di Guardasigilli in pole ci sarebbe l’ex pm Carlo Nordio eletto nella file di Fratelli d’Italia. L’azzurro Gilberto Pichetto Fratin è il favorito per la Transizione ecologica, Anna Maria Bernini all’Università e forse Alessandro Cattaneo alla Funzione pubblica. Come ‘risarcimento’ per l’esclusione dal futuro esecutivo Ronzulli, raccontano, dovrebbe diventare capogruppo al Senato, al posto della uscente Bernini, mentre il fedelissimo di Tajani, Paolo Barelli, potrebbe essere riconfermato come presidente dei deputati.

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