Via alla 33ª edizione dell’International des Feux Loto-Québec
di Vittorio Giordano
Montréal – “Etna ninfa, donna e madre, è a te che dedichiamo il nostro inizio. Etna musa, immortale anima di questa aspra Terra del Fuoco. Montagna dalla maestosità divina, figlia del cielo (Urano) e della Terra (Gea)…”. È con un intro-omaggio all’Etna da pelle d’oca che la catanese Vaccalluzzo Events, una delle aziende leader nel panorama mondiale degli spettacoli piromusicali, ha lanciato la sua esibizione difendendo i colori dell’Italia alla 33ª edizione dell’International des Feux Loto-Québec, dal 1985 la competizione più importante al mondo nel suo genere.
Per la Vaccalluzzo un piacevole ritorno, dopo il terzo posto ed il voto popolare conquistati nel 2012. Un’eccellenza Made in Italy dalla tradizione secolare. Era la fine dell’800, infatti, quando la famiglia Vaccalluzzo dette vita all’arte pirotecnica, tramandando da padre in figlio l’antica sapienza artigianale della cultura del fuoco. Fino ai successi degli ultimi anni: nel 2005, 2006 e 2015 1º posto ai Campionati “Caput Lucis” di Valmontone; nel 2011 1° posto all’ “Internatioal Fireworks Festival Ignis Brunensis” in Repubblica Ceca; e nel 2013 1° posto al “Festival D’Art Pyrotechnique” di Cannes.
Ogni volta lo stesso canovaccio, quasi un’opera teatrale: ricami cromatici e simmetrie pirotecniche combinati in maniera armonica per mettere in risalto colonne sonore dal grande impatto emotivo. Oltre alla ditta siciliana, ad esibirsi sul sito de ‘La Ronde’ (il Luna Park sull’isola di Sant’Elena) ci sono aziende provenienti da Polonia (15 luglio), Germania (19 luglio), Francia (22 luglio), Portogallo (26 luglio) ed Inghilterra (29 luglio), prima del gran finale di Loto-Québec (5 agosto) sulle melodie di Serge Fiori e Harmonium.
Lo show allestito dal maestro pirotecnico Alfredo Vaccalluzzo (“Bellissima Sicilia”), che ha ‘colorato’ il cielo di Montréal sabato 8 luglio, ha messo in risalto i colori, i suoni, gli odori, i paesaggi, le architetture, la storia e le arti dell’isola più bella del mondo.
Con l’Etna come incipit, leit-motiv e stella polare di tutta l’esibizione: “Con l’energia e la forza che solo la nostra Montagna sa regalarci, ma anche la solarità e la convivialità che caratterizzano il nostro popolo”, ci ha spiegato Alfredo.
Queste le colonne sonore prescelte: My name Is Lincoln (Steve Jablonsky), Aeternum (James Dooley), Arkham City Main Theme (Nick Arundel), Tchunga Ya (Etienne Perruchon), Carmen (George Bizet), Nostradamus (Maksim Mrvica), La Noyée (Yann Tiersen), Funiculì Funiculà (Luciano Pavarotti), La Danza (Gioacchino Rossini), O Sole Mio (Luciano Pavarotti), Norma (Vincenzo Bellini), Guerra! Guerra (Vincenzo Bellini). E questi i componenti della squadra: Alfredo Vaccalluzzo, Alessandro Vaccalluzzo, Gabriele Vaccalluzzo, Filippone Adriano, Asero Francesco, Ester Cosentino, Maria Grazia Cosentino, Bucceri Mario Leonardo, Caruso Francesco e Forlì Giovanni. “Qui a Montréal mi sembra di stare in Italia: in un supermercato ho comprato il formaggio Auricchio, il prosciutto crudo di Parma e la salsiccia piccante Calabrese”: ha esordito così Alfredo, catanese doc, nel corso della nostra chiacchierata.
“Venire in Canada, a Montréal, e rappresentare 350 mila italo-montrealesi mi riempie di orgoglio”, ha proseguito.
Sugli avversari in gara: “Tutti di grande livello, quella polacca, in particolare, è un’ottima azienda, soprattutto dal punto di vista tecnologico, ma la scuola italiana resta tra le migliori al mondo, un modello di eccellenza, quella autentica ed originale, come già esiste in altri settori come l’enogastronomia e la moda”.
Un po’ di storia. “La nostra è una passione tramandata dai nonni ai nipoti, una tradizione centenaria. L’azienda è nata ufficialmente nel 1950 con mio padre. Poi, negli ultimi anni, noi figli, 5 in tutto, siamo andati fuori conquistando 3 campionati del mondo. La squadra è composta da 20 persone, a Montréal siamo venuti in 10 perché l’estate è sempre piena di impegni”.
Ma come si sincronizza la musica ai fuochi? “Scelti i brani, da Pavarotti e Bellini, li abbiamo inseriti nel software ‘Showsim’ che simula, a livello digitale, la coreografia che si vuole realizzare scegliendo i colori, gli effetti, i disegni e le scie luminose. Definite le schede di programmazione, si passa alla produzione, che nel nostro caso è tutta artigianale, fatta alle pendici dell’Etna. Il resto è tutto computerizzato: lo spettacolo parte con un imput via radio”. Sugli italiani immigrati. “Ci spiace che in tanti emigrano, perché la Sicilia è stupenda: tutti sognano il nostro mare e la nostra convivialità. Qui in Nord America, però, c’è un’altra mentalità: c’è più lavoro, più educazione, più senso civico. E la colpa è tutta dei nostri politici che non hanno saputo governarci”.
Impressioni su Montréal? “Città bellissima, ordinata, pulita, sicura, niente teppisti. Una città perfetta per i turisti. Sono rimasto meravigliato: anche in Italia dovrebbe essere così. Catania ha una storia, una cultura, il barocco, il teatro greco-romano; la Sicilia ha una storia millenaria con influenze arabe, greche e normanne. Tutta la storia è passata in Sicilia. Montréal, con i suoi 375 anni, è ancora giovane, affascinante, ma senza i profumi, gli odori ed i sapori della nostra terra. Un consiglio? Venite a godervi la pensione in Italia”. Perché l’Italia è sempre l’Italia. “Sono orgoglioso di essere italiano e siciliano. Con il nostro spettacolo abbiamo voluto far conoscere l’Italia anche ai canadesi, invogliandoli a venire nel Belpaese per vedere che siamo una bella realtà, i numeri uno al mondo”.