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UNO PER TUTTI E TUTTI PER UNO?

La violazione dei diritti di un imputato rappresenta un vantaggio per i coimputati? Questo il quesito su cui la Corte Suprema ha dovuto pronunciarsi. Qui di seguito i fatti.

 

Dopo che nel 2014 è stata avviata un’indagine, nel 2016 è stata lanciata un’operazione di polizia su larga scala in tre regioni del Québec. Una trentina di persone sono state arrestate con l’accusa di aver commesso diversi reati legati alla produzione e al traffico di stupefacenti. Gli imputati sono stati tutti informati del loro diritto costituzionale, garantito dalla Carta canadese dei diritti e delle libertà, di chiedere tempestivamente l’assistenza di un avvocato al momento del loro arresto. Appena informati, molti di loro hanno dichiarato di voler esercitare questo diritto, alcuni hanno chiesto di esercitarlo solo una volta giunti in Commissariato, altri ancora hanno fatto sapere di non volervi ricorrere o di averlo già fatto. Alla fine, delle persone che hanno manifestato la volontà di voler avvalersi immediatamente di questo diritto, solo una si è vista offrire questa possibilità, mentre si trovava a bordo di un auto della polizia.

 

Gli imputati sono stati divisi in quattro gruppi distinti in vista di processi separati. Quelli del primo gruppo, che dovevano essere processati per primi, hanno depositato una domanda per la sospensione del procedimento sulla base del fatto che c’erano state molteplici violazioni dei loro diritti costituzionali nel corso delle indagini e dell’operazione di polizia. Nell’ambito di un processo penale, la sospensione del procedimento è una forma di riparazione che può essere accordata a un imputato quando si stabilisce che la condotta della polizia ha compromesso l’integrità del sistema giudiziario, anche se l’imputato non ha subito alcun pregiudizio personale a causa del comportamento della polizia. Gli imputati di questo caso hanno affermato che una violazione cumulativa dei loro diritti costituzionali, compreso il diritto di affidarsi senza indugio a un avvocato, ha costituito un abuso di procedura nei confronti di tutti gli imputati, sebbene molti di loro non siano state vittima di nessuna di queste violazioni. Gli imputati degli altri tre gruppi hanno presentato istanze simili a quella depositata dal primo gruppo.

 

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Il giudice del processo ha disposto la sospensione del procedimento nei confronti degli imputati del primo gruppo. Il magistrato, infatti, ha concluso, che la prassi delle autorità di polizia di ritardare l’esercizio del diritto di ricorrere all’assistenza di un avvocato da parte degli imputati fino a quando non fossero stati portati in Commissariato ha violato il diritto previsto dalla Carta per tutte le persone del gruppo. Il giudice, sulla base dell’effetto cumulativo di queste violazioni, che ha considerato come le più gravi, e di altre violazioni verificatesi durante l’operazione di polizia, ha concluso che vi è stato uno abuso procedurale da parte degli agenti di polizia. Il giudice, quindi, sulla base di queste conclusioni, ha deciso di sospendere i procedimenti anche contro gli imputati degli altri tre gruppi. Ciò ha significato che gli imputati sono stati rilasciati anche nell’eventualità in cui abbiano commesso i reati contestati.

 

La Corte d’appello del Québec ha rovesciato la decisione del giudice, dando ragione alla Corona. La Corte d’Appello ha quindi ordinato un nuovo processo. Secondo la Corte d’Appello, alcuni imputati non avrebbero dovuto ottenere la sospensione del procedimento, perché la riparazione può essere concessa soltanto agli imputati vittime di violazioni dei propri diritti costituzionali (e non perché appartenenti ad un gruppo di individui che hanno subito violazioni). La Corte, inoltre, ha ritenuto che il giudice del processo abbia commesso un errore nell’ordinare la sospensione del procedimento a favore di tutti gli imputati, senza aver prima valutato se fossero stati effettivamente violati o meno i diritti di ciascuno di essi. Gli imputati hanno portato la decisione in appello davanti alla Corte Suprema del Canada, che ha respinto il loro ricorso.

 

Come possiamo vedere, la cattiva condotta della polizia può giovare a un imputato, anche se questi non ne subisce le conseguenze. D’altra parte, però, un imputato non può beneficiare della “fortuna” di un altro imputato che ha subito la cattiva condotta, se non ne ha subito lui stesso le conseguenze.

 

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