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“UN PAESE SENZA LEGGE”

“Senza legge sono coloro che fanno della loro volontà la propria legge”: venerdì 13 marzo di tre anni fa, in Québec veniva dichiarato lo stato di emergenza sanitaria. Nell’antichità, era il re a decidere quali fossero le regole che i sudditi (non i cittadini) del regno erano tenuti a rispettare. Oggi viviamo in democrazia. Le regole da seguire sono decise dalle persone che eleggiamo e nelle quali riponiamo la nostra fiducia. Tutti ci ricordiamo dell’inizio del 2020. I cinesi che lavoravano nelle fabbriche della Lombardia tornano in Italia dopo essersi recati dalle loro famiglie in Cina. Gradualmente, ma rapidamente, si diffonde un virus con effetti particolarmente dannosi per le persone più vulnerabili, a causa dell’età o di problemi di salute preesistenti. Per arginare la propagazione del virus, le fabbriche sono costrette a sospendere le attività e gli studenti universitari vengono rimandati a casa. Questa misura ha per effetto quello di diffondere il virus attraverso l’Italia. Lo stesso virus fa la sua apparizione anche in altri paesi. Il risultato è noto. I governi assumono un controllo senza precedenti sulla vita dei cittadini, con conseguenze che si fanno ancora sentire: l’inflazione alta, le tensioni sociali ed i disturbi psicologici sono solo alcuni esempi. A causa delle restrizioni del governo, Radio-Canada rende noto che i divorzi sono in aumento. Perché abbiamo vissuto nello stesso momento fenomeni diversi che non devono essere confusi tra loro. Infatti, abbiamo vissuto quanto segue: 1- La propagazione del virus, 2- La dichiarazione di pandemia, 3- La dichiarazione dello stato di emergenza, 4- Le restrizioni del governo, tra cui il divieto di socializzazione e il coprifuoco. Di tutte le situazioni affrontate, le restrizioni del governo sono quelle con le conseguenze più significative e insidiose. Chissà quali saranno le conseguenze a lungo termine per tutti quei bambini che hanno vissuto i primi anni di scuola senza vedere i volti dei loro coetanei e con i costanti richiami alle ansie che hanno attanagliato gli adulti! Tutti ci auguriamo il meglio, ma nessuno di noi ha la più pallida idea di quali saranno le conseguenze, visto che non ci sono precedenti.  Una cosa è certa, tutti avvertiamo delle conseguenze comuni. Ad esempio, quante volte ci sono persone che parlano del riadattamento necessario per cose semplici, come stare in gruppo o riconoscere un viso? La lezione principale che traiamo da tutto ciò è che c’è una ragione per cui, molto tempo fa, la gente ha messo in dubbio l’autorità assoluta di un monarca. Il processo di adozione delle leggi in una democrazia è più complicato che in una dittatura, ma permette di ‘incorporare’ la saggezza di molti (e anche gli interessi egoistici di alcuni) piuttosto che il capriccio di un sovrano. Oggi sappiamo che le misure decise – senza consultazione, da parte dei governi – non hanno tutelato le persone che ne avevano più bisogno. Gli anziani sono stati lasciati soli senza il conforto delle famiglie. Gli è stato persino proibito di cercare conforto nei luoghi di culto. I bambini non potevano giocare liberamente. Basti pensare che, all’inizio, un cittadino non poteva nemmeno chiedere ad un avvocato di recarsi in tribunale per far valere i propri diritti.  Ma come hanno fatto i governi a subordinare un’intera popolazione senza rendere conto al popolo, senza dibattito e senza giustificazione? Le conferenze stampa quotidiane ci fornivano ogni volta le informazioni che il governo sceglieva, permettendogli di avere accesso esclusivo a ciò che potevamo sapere.
Sorprendentemente, non è stato dato nessuno spazio a chi cercava di chiedere conto al governo delle sue azioni. Peggio ancora, il fatto di mettere in discussione le decisioni del governo non era visto di buon occhio. I media, che hanno beneficiato di ascolti record, sono sembrati più pronti a mettere in cattiva luce i dissidenti che a spiegare il loro punto di vista. Un Primo Ministro che tiene una conferenza stampa tutti i giorni a mezzogiorno deve necessariamente prepararsi in mattinata. Quando termina, deve fare degli aggiustamenti sulla base delle risposte fornite. È necessario che mangi e si rinfreschi. Come si vede, buona parte della sua giornata e delle sue energie sono sperperate in attività che aumentano il controllo sugli elettori, ma non migliorano la qualità delle sue decisioni, tanto più che non c’è nessuno a contestarle. Dopo un po’, la popolazione ha cominciato a sospettare che il Primo Ministro potesse essere più preoccupato della sua rielezione che ad incoraggiare i cittadini a pretendere che desse risposte chiare alle domande che gli venivano poste. Il risultato è che siamo stati resi docili, facendoci dire di restare a casa e stampando e distribuendo denaro per tenerci tranquilli. Poiché la nostra quotidianità era al sicuro, il governo sapeva che saremmo stati accomodanti. Nel frattempo, le persone che avevano fatto enormi sacrifici per noi sono state isolate e abbandonate a loro stesse. Eppure, quando eravamo bambini e vulnerabili, non hanno esitato a fare sacrifici per noi. E noi quale esempio abbiamo dato ai nostri figli?

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