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Ue-Canada: firmato accordo libero scambio

Dietrofront della Vallonia: via libera anche dal Belgio

Il Primo Ministro canadese, Justin Trudeau,  il presidente della Commissione Europea, Jean-Claude  Juncker, ed il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, hanno firmato il CETA domenica scorsa, a Bruxelles
Il Primo Ministro canadese, Justin Trudeau, il presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, ed il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, hanno firmato il CETA domenica scorsa, a Bruxelles

La storica intesa, che elimina il 99% dei dazi doganali, entrerà in vigore in modo
provvisorio e parziale nei prossimi mesi. In attesa della ratifica dei singoli Stati

Bruxelles – Unione europea e Canada hanno firmato il Ceta (Accordo Economico e Commerciale Globale), l’accordo bilaterale per il libero scambio, dopo le resistenze della Vallonia che avevano rischiato di mandare in fumo 7 anni di negoziati. La firma è stata apposta domenica scorsa in occasione del summit Ue-Canada, dal Premier canadese, Justin Trudeau, e dai presidenti di Commissione e Consiglio Ue, Jean-Claude Juncker e Donald Tusk, insieme a Robert Fico, Primo Ministro della Slovacchia, il cui governo detiene la presidenza di turno del Consiglio.

Dietrofront della Vallonia e ratifica dei singoli Stati – Dopo un’estenuante trattativa, la Vallonia, regione francofona del Belgio, ha fatto retromarcia grazie agli impegni assunti dal Premier belga, Charles Michel. Il Ceta deve ora tornare alla ratifica del Parlamento europeo e dei Parlamenti nazionali, con possibili nuove trappole: “Sono cautamente ottimista”, si è limitato a dire Tusk, avvertendo che dopo quanto accaduto con la Vallonia “tutto può accadere, perché viviamo in democrazia”. La firma permette  l’avvio della ratifica dei Parlamenti degli Stati membri dell’Ue. Solo una volta completati tutti gli iter di ratifica il Ceta potrà essere in vigore. È prevista tuttavia l’applicazione provvisoria, dopo che i Ministri dei Ventotto daranno il loro assenso e dopo che lo avrà dato anche la Plenaria del Parlamento europeo, probabilmente a gennaio.

La soddisfazione di Junker e Trudeau – Con il Ceta, le due sponde dell’oceano Atlantico sono più vicine. “È un gran giorno per l’Unione europea”, ha commentato il Presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker. ll Ceta “riflette i valori e l’ambizione che Canada e Ue condividono”, ha detto il Primo ministro canadese, Justin Trudeau, che poi ha aggiunto: “È un accordo che migliorerà il benessere di 543 milioni di persone”.

L’accordo prevede la soppressione del 99% delle tariffe doganali tra le due regioni, è considerato un modello per futuri accordi commerciali dell’Unione ma è stato fortemente criticato, esattamente come quello ancora in discussione con gli Usa, il Ttip.  Ecco in sintesi, ecco cosa prevede:

SPAZIO UNICO DI LIBERO COMMERCIO L’Accordo Economico e Commerciale Globale, meglio noto come Ceta dal suo acronimo in inglese, unirà circa 35 milioni di canadesi e circa 510 milioni di europei in unico spazio di libero commercio. In sostanza saranno cancellate circa 9mila tariffe.

UE SECONDO PARTNER COMMERCIALE DEL CANADA DOPO GLI USA Il volume degli scambi di merci tra Ue e Canada ha raggiunto nel 2015 i 53 miliardi di euro l’anno, 28 miliardi in servizi. La Commissione Ue stima che con il Ceta gli scambi possano aumentare di 12 miliardi l’anno. Nel 2012 gli investimenti europei in Canada ammontavano a circa 260 miliardi di euro, mentre gli investimenti diretti canadesi nella Ue hanno superato i 142 miliardi di euro.

ELIMINAZIONE DEI DAZI, MA NON PER I PRODOTTI ‘SENSIBILI’ Il Trattato prevede la rapida eliminazione di quasi tutti i dazi doganali. Entro 7 anni dall’entrata in vigore non ci sarà più alcun dazio doganale sui prodotti industriali e sulla quasi totalità dei prodotti agricoli ed alimentari (inclusi vino ed alcolici). La soppressione dei dazi doganali non interesserà i prodotti considerati ‘sensibili’, come la carne di bovino e di maiale canadesi esportati in Ue. L’accordo garantirà inoltre una protezione aggiuntiva a 145 prodotti europei con denominazione di origine controllata.

CHIAVI DI LETTURA  Il Canada ottiene maggiore e miglior accesso a un mercato di 500 milioni di persone, con vantaggi per le sue imprese che non hanno altre grandi potenze come gli Usa o il Giappone. Gli europei risparmieranno più di 500 milioni di euro l’anno in tariffe doganali. La protezione dei brevetti europei in Canada passa da 20 a 22 anni, si rafforzano il diritto d’autore, migliora la convalida dei titoli universitari e professionali, più facile l’espatrio di lavoratori.

ACCESSO AGLI APPALTI PUBBLICI CANADESI PER LE AZIENDE EUROPEE Per le imprese europee aumenteranno le quote di accesso agli appalti pubblici in Canada, in settori come le telecomunicazioni, l’energia, i trasporti, anche a livello di città e province che gestiscono una parte importante della spesa pubblica (un notevole passo in avanti, perché è già assicurato un ampio accesso ai mercati europei alle imprese canadesi).

SICUREZZA ALIMENTARE E AMBIENTALE  L’accordo non modificherà le regole europee su sicurezza alimentare o protezione dell’ambiente, perché le aziende canadesi non potranno esportare prodotti che non rispettino le norme dell’unione. Non sarà permesso l’export canadese di organismi geneticamente modificati né della carne bovina trattata con ormoni della crescita.

LE PERPLESSITÀ I movimenti di sinistra e no-global hanno criticato il Ceta innanzitutto per l’opacità con cui è avvenuto il negoziato; lo considerano inoltre il ‘cavallo di Troià dell’accordo Ttip e ritengono che porti vantaggi alle multinazionali ma non ai cittadini. L’ambito che ha destato maggiori tensioni e che ha creato lo stallo per l’opposizione del Parlamento regionale belga della Vallonia è stato quello degli arbitraggi. L’accordo prevede infatti che le multinazionali che si ritengano penalizzate da una qualche decisione dello Stato ospite (una decisione che abbia cambiato le condizioni stabilite nell’intesa iniziale) possano cercare una soluzione della controversia con una conciliazione o un arbitrato. È il meccanismo che ha consentito per esempio alla multinazionale del tabacco Philip Morris di agire contro l’Uruguay per la sua politica contro il tabagismo e al gigante minerario Oceanagold di portare dinanzi alla giustizia El Salvador che gli aveva negato un permesso di esplorazione per motivi ambientali. Proprio per le perplessità che suscitavano gli arbitraggi privati, si è stabilito che saranno Ue e Canada a scegliere i 15 giudici dell’ICS, Investment Court System, le cui udienze saranno pubbliche e che dovranno risolvere le controversie. Si sono inoltre rafforzati i codici di condotta ed è stato introdotta la possibilità di appello.

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