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Ucraina, Zelensky a Nato: “Servono più armi”. Russia: “Ignorati avvertimenti Putin”

(Adnkronos) – Nuove armi e altri aiuti militari per l’Ucraina nella guerra contro la Russia, a quasi tre anni dall’invasione da parte di Mosca. La richiesta è arrivata dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un colloquio telefonico con Mark Rutte. 

Zelensky ha ringraziato il segretario generale della Nato per aver ospitato la riunione del Consiglio Ucraina-Nato a Bruxelles a livello di ministri degli Esteri. “Ho ribadito l’importanza di invitare l’Ucraina nella Nato e di garantire il tempestivo rafforzamento delle nostre brigate da combattimento con munizioni, armi ed equipaggiamento, nonché di rafforzare la difesa dell’Ucraina contro il terrorismo aereo russo questo inverno”, ha scritto Zelensky su X. Secondo il presidente ucraino, con Rutte sono state coordinate “le nostre posizioni per avvicinarci a una pace giusta e stabile, poiché sostenere l’Ucraina è fondamentale non solo per il nostro Paese, ma anche per tutti i partner in Europa, perché la sicurezza di uno è il fondamento della sicurezza di tutti”. 

Rutte da parte sua ha assicurato a Zelensky che la priorità dell’Alleanza Atlantica in questo momento è fornire urgentemente maggiori aiuti militari all’Ucraina. “La nostra priorità è un maggiore sostegno all’Ucraina. Più difesa aerea, più munizioni e più velocità nelle forniture”, ha scritto Rutte sui social.  

Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, è intervenuto durante il summit Osce a Malta, accusando l’Occidente di non aver ascoltato gli avvertimenti del Cremlino sui pericoli dell’invio di truppe a sostegno dell’Ucraina. 

“Tutte queste fantasie non fanno altro che esacerbare la situazione e dimostrano che le persone che hanno queste idee preferiscono non ascoltare gli avvertimenti molto chiari che il presidente Putin ha ripetutamente dato”, ha detto Lavrov.  

Zelensky intanto ha dichiarato di aver ricevuto segnalazioni di intelligence secondo cui la Corea del Nord sta addestrando 10mila soldati per supportare la Russia nella sua lotta contro Kiev.  

Il presidente ucraino ha inoltre denunciato che migliaia di civili ucraini sono detenuti nelle carceri russe, compresi i leader delle comunità arrestati nelle regioni occupate. “Attualmente ci sono almeno sei sindaci e leader di comunità sotto prigionia russa”, ha affermato in un discorso video a una conferenza sui diritti umani a Kiev. Finora sono tornati dalle carceri russe un totale di 3.767 ucraini, soprattutto prigionieri di guerra. 

Alla stessa conferenza, il commissario ucraino per i diritti umani Dmytro Lubinets ha parlato di “oltre 16.000” civili in custodia russa. “Il numero sarà molto più alto quando libereremo i territori ucraini”, ha aggiunto. 

Per il terzo mese di fila l’esercito russo ha subito “un numero record di perdite giornaliere” in Ucraina: a riferirlo è l’intelligence britannica, nel rapporto quotidiano sulla situazione del conflitto scatenato dall’invasione russa. Un record – spiega nel documento divulgato su X dal ministero della Difesa di Londra – da attribuire anche al rafforzamento della pressione sulle linee ucraine voluto da Mosca, che cerca di spingere su più fronti.  

L’intelligence britannica sottolinea che Mosca ha raggiunto un nuovo massimo giornaliero con 1.523 morti al giorno, secondo lo Stato maggiore dell’esercito ucraino. “Questo è il terzo mese consecutivo in cui le forze russe hanno subito il massimo di perdite giornaliere”, hanno detto. “Il 28 novembre è stato anche il giorno” in cui Mosca ha subito “un nuovo numero massimo di perdite con 2.030, per la prima volta più di 2mila”, hanno affermato le fonti, secondo il rapporto.  

Novembre “è stato probabilmente anche il mese più costoso della guerra per la Russia in termine di vite umane, con 45.680 morti riportati dallo Stato maggiore ucraino”, una cifra che supera le 41.980 di ottobre, sempre secondo i dati di Kiev. “Novembre è stato il quinto mese consecutivo in cui la Russia ha subito un aumento delle perdite mensili”, hanno aggiunto le fonti, attribuendone il motivo all'”aumento del ritmo” delle “offensive e operazioni” russe in Ucraina. 

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