(Adnkronos) – Il presidente Vladimir Putin non controlla più la situazione e la Russia è sull’orlo della guerra civile. E’ quanto sostiene Kiev attraverso le parole del presidente ucraino Volodymyr Zelensky e del capo dell’intelligence militare ucraina, Kyrilo Budanov.
Secondo quanto afferma Zelensky in una intervista alla Cnn, la catena di comando del leader del Cremlino si sta sfaldando e Putin ormai non è ben informato su quanto accade al fronte: “Riceve solo le informazioni positive”.
“Putin non controlla la situazione nelle regioni, non controlla la situazione della sicurezza. Abbiamo capito che il suo esercito è praticamente tutto in Ucraina. Ed è per questo che la Wagner si è mossa così facilmente”, dice Zelensky, riferendosi alla rivolta del 24 giugno, quando i mercenari di Evgeny Prigozhin marciarono verso Mosca fermandosi a 200 km dalla capitale.
Secondo il presidente ucraino, Putin non ha nemmeno il polso della situazione al fronte, perché “comanda i vertici e loro hanno paura di perdere i loro incarichi. Ma a livello medio e basso non è in controllo e non capisce cosa succede”.
“A volte lo vediamo con chiarezza: parla di posti che sarebbero sotto la bandiera russa, ma che sono sotto nostro controllo. Ciò indica che non è pienamente e adeguatamente informato. Gli danno solo informazioni positive, non vuole sentire le cose brutte”, prosegue Zelensky, notando che la comunità internazionale dovrebbe approfittare della debolezza di Putin per fare pressione su di lui.
Da parte sua, il capo del Gur Kyrilo Budanov ritiene che la Russia “sia sull’orlo della guerra civile”. Un’analisi, spiega in un’intervista al Times, che si basa su uno studio riservato condotto dal ministero dell’Interno russo (Mvd) sui livelli di sostegno popolare durante la rivolta della Wagner.
Realizzato con tecniche di spyware, che il 24 e 25 giugno hanno monitorato il web e i social anche in chat criptate, lo studio dell’Mvd ha evidenziato che Prigozhin godeva di sostegno popolare in 17 delle 46 regioni russe. Putin aveva il sostegno di 21 regioni e le altre erano divise a metà. Su questa base il Gur ritiene che in quei giorni Putin poteva contare sulla lealtà di Mosca, ma non di San Pietroburgo, la città dove sono nati sia lui che Prigozhin. Il picco di sostegno per Prigozhin, il 97%, è stato raggiunto nella repubblica caucasica russa del Daghestan.
Budanov ritiene che questi dati siano più significativi di quelli dal centro di sondaggi Levada, che delinea un quadro con Putin saldo e Prigozhin in caduta di consensi. E questo perché il sondaggio Levada è stato realizzato quando la rivolta era ormai fallita. “La situazione indica esattamente quello di cui parlano i nostri servizi: che la Federazione russa è sull’orlo di una guerra civile. Ci dovrà essere un piccolo ‘affair’ interno e il conflitto interno si intensificherà”, afferma. La caduta di Putin, sottolinea, sarà comunque un bene per Kiev, perché nessuno in Russia vorrà continuare la guerra in Ucraina. Quando guardano la tv i russi sono pronti a sostenere il conflitto, ma non se devono andare personalmente a combattere, rimarca.