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U.E.: la parola ai consumatori, non all’Hi-Tech

Finalmente un pò di ordine, almeno nell’U.E. per quanto riguarda il caricabatterie universale. Entro la fine del 2024, tutti i telefoni cellulari, i tablet e le fotocamere dovranno essere dotati di un ricaricatore universale.

Inoltre, il Parlamento Europeo ha inserito nella legge approvata che dal 2026 l’obbligo si estenda anche ai computer portatili.

La cosa deludente, anche se minima, è che dei 623 votanti, 13 parlamentari erano contrari alla legge (otto si sono astenuti) per il ricaricatore universale.

Ci si chiede: questi parlamentari che hanno votato contro la legge (approvata in via definitiva) sanno che oggi ci sono ricaricatori e cavi di connessioni diversi per ogni apparecchio, persino tra quelli della stessa marca? Oltre ai notevoli costi per il consumatore, a questi parlamentari europei che hanno votato contro, non dà fastidio viaggiare con un diverso ricaricatore e/o cavo per ciascun cellulare, fotocamera, e computer con cui viaggiano? Questo nei migliori dei casi. Quando si hanno due cellulari, una chiavetta Wi-Fi ed anche una tablet, il groviglio di cavi da portarsi dietro diventa insostenibile. E poi, i costi! Solamente il cavo che adatta la presa USB, ad esempio, ad un nuovo modello di cellulare della Samsung, costa minimo 20 dollari negli Usa. Senza il cavo adattatore, bisognerebbe acquistare un nuovo ricaricatore. Se il cavo che va alla presa elettrica di un Mac diventasse difettoso, bisognerebbe sostituire l’intero ricaricatore ad un costo esorbitante (invece di sostituire solo il cavo per pochi centesimi). Il problema è che i vari governi del mondo hanno permesso ai miliardari dell’Hi-Tech di creare un modello di affari basato sull’obsolescenza. Basta vedere come un ricevitore radio del 1950 funzioni ancora benissimo, mentre il programma di un computer di due anni fa non è compatibile con modelli nuovi.

Sicuramente i parlamentati dell’U.E. che hanno votato contro la standardizzazione dei ricaricabatterie lo hanno fatto più per ragioni ideologiche che economiche. Cioè volevano essere coerenti contro la regolamentazione, spesso definita “intrusione dello stato”. Allo stesso tempo, però, questi confondono la regolamentazione con la burocrazia.

La regolamentazione va sostenuta per assicurare che l’acqua sia potabile, che i voli aerei siano sicuri, che il cibo non sia contaminato, che le strade non siano pericolose, e così via.

Per burocrazia si intende, invece, quando un cittadino che si è recato, ad esempio, in un ufficio comunale, deve chiamare al telefono lo stesso ufficio per prenotare un appuntamento con un addetto che risponde dal medesimo sportello.

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