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Carretto siciliano esposto alla Casa d'Italia
U carrettu alla Casa d’Italia

Da qualche settimana è possibile ammirarlo da vicino allo storico centro comunitario grazie alla donazione dell’imprenditore Salvatore Migliara

 

 

MONTRÉAL – U carrettu  è uno dei simboli della Sicilia, forse quello più iconico e conosciuto in tutto il mondo. Lo ritroviamo citato in molte opere letterarie, che hanno contribuito a renderlo famoso. Dalle novelle Vita dei Campi di Giovanni Verga a Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, sino ai romanzi più recenti del commissario Montalbano di Andrea Camilleri. Per la sua forte valenza simbolico-espressiva, è un frequente riferimento per l’arte e la moda. Renato Guttuso, pittore italiano, e gli stilisti Domenico Dolce e Stefano Gabbana, fondatori del marchio di lusso Dolce & Gabbana, hanno attinto dallo stile di questo splendido emblema per la realizzazione dei loro prodotti.

 

Gli elementi principali del carretto siciliano sono: il pianale, le sponde, la cassa, le aste, il gruppo portante centrale e le ruote. A renderlo unico sono le decorazioni, i colori, gli intagli e le pitture. Non c’è centimetro che non illustri momenti della storia dell’isola, dell’epica e della religione, dipinti da mastri artigiani amanti del bello in grado di realizzare originali capolavori itineranti. I racconti più ricercati sono senza dubbio le opere dei paladini, tratti dalla letteratura cavalleresca medievale e da poemi del Rinascimento. Temi che ritroviamo anche nell’Opera dei Pupi, il teatro tradizionale delle marionette in Sicilia, inserito nel 2001 dall’UNESCO tra i Patrimoni Orali e Immateriali dell’Umanità. Tale riconoscimento sembra ormai prossimo anche per u carrettu.

 

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Nato all’inizio del XIX secolo come mezzo di trasporto e di lavoro legato alla vita contadina, è diventato, una volta venuta meno la sua funzione originaria, vera e propria opera d’arte, capace di essere veicolo di trasmissione culturale e religiosa. Sono diverse, infatti, le tipologie di carrettu in relazione alle peculiarità proprie dello specifico contesto geo-antropologico. Si va dallo stile palermitano a quello catanese, i più diffusi, e ancora lo stile trapanese e quello di Vittoria. Nel palermitano le sponde sono a forma di trapezio, la tinta di fondo è gialla e le decorazioni perlopiù geometriche. I temi narrano storie religiose e cavalleresche, realizzati con le tonalità basilari del rosso, del verde, del giallo e del blu; mentre le sfumature sono essenziali e la prospettiva bidimensionale. Nel catanese, invece, le sponde sono rettangolari, le decorazioni e gli intagli sono molto elaborati e definiti. I colori sono più accesi, a partire dalla tinta di fondo rossa che richiama la lava dell’Etna, le ombre e i chiaroscuri accentuati e i riquadri sono realizzati secondo una prospettiva tridimensionale. Il carretto trapanese si distingue per le ruote di grande diametro e le fiancate laterali più alte, mentre quello di Vittoria richiama, per quanto riguarda la struttura, lo stile catanese, ma si contraddistingue per la gradazione scura nelle tonalità, per le decorazioni più d’impatto con tratti netti e meno elaborati.

 

Oggi, u carrettu è diventato indiscutibile opera d’arte da ammirare in movimento, trainato da un maestoso cavallo, un caparbio mulo o un docile asino, bardati a festa, in sagre e raduni a sfondo folkloristico oppure in diversi musei sparsi nella Regione. Uno dei simboli che più richiamano la Sicilia, le sue radici agro-pastorali, i variopinti colori e il caldo sole che esprimono il carattere accogliente e ospitale di questa splendida terra.

Da qualche settimana è possibile ammirarne uno da vicino anche a Montréal, presso la Casa d’Italia, riferimento della comunità italiana della metropoli quebecchese. Si tratta di un carretto siciliano autentico,
realizzato a Barrafranca, in provincia di Enna, dal mastro artigiano Roberto Caputo, che ha raffigurato sui pannelli scene dell’epica cavalleresca, nello specifico dell’opera Cavalleria Rusticana. Richiama lo stile catanese, ma è impreziosito dalla creatività dell’artista barrese. Il suo proprietario, l’imprenditore Salvatore Migliara, ha generosamente accolto la richiesta di Giovanna Giordano, Direttrice Generale della Casa d’Italia, di poterlo esporre nello storico edificio.

 


Il Presidente Gino Berretta e la Direttrice Generale Giovanna Giordano esprimono viva gratitudine all’imprenditore Salvatore Migliara per aver concesso la possibilità eccezionale di far ammirare questo esempio d’arte siciliana unica nel suo genere.

È possibile visitare u carrettu da martedì a venerdì, previa prenotazione.

TEL.: 514-271-2524    EMAIL: info@casaditalia.org

 

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