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Turismo: nell’austriaca Bad Ischl ‘la cultura è il nuovo sale’, con la Capitale europea torna al centro

(Adnkronos) – L’imperatore Francesco Giuseppe, con la sua Sissi, l’aveva scelta come residenza estiva. Al suo seguito arrivarono aristocratici, letterati, musicisti. Così, da villaggio alpino, Bad Ischl, nel cuore dell’Austria, diventò una piccola Vienna, con palazzi fastosi, parchi lussureggianti e una intesa vita culturale. Ma nessuno, allora, avrebbe mai pensato che oltre un secolo dopo questa cittadina potesse diventare Capitale europea della cultura. Un titolo che, invece, si è guadagnata per il 2024 insieme alla regione circostante del Salzkammergut, paradiso per gli amanti della natura e degli sport open air, con ben 76 laghi in 2.800 chilometri quadrati e alcuni dei picchi più importanti d’Europa.  

Una regione che prende il nome dalla sua storia, che è la storia dell’estrazione del sale, cominciata 7mila anni fa nella miniera di Hallstatt, la più antica del mondo. L’oro bianco qui ha scolpito montagne e vite, e tuttora è una delle risorse economiche più rilevanti. Ma in questo 2024 “la cultura è il nuovo sale”, come recita il motto scelto per Bad Ischl Salzkammergut 2024, Capitale europea della cultura insieme, quest’anno, alla norvegese Bodo e all’estone Tartu.  

E’ la prima volta che una zona alpina e rurale detiene questo prestigioso titolo che ne fa una Capitale europea diffusa, in quest’area a cavallo fra tre regioni (Alta Austria, Stiria e Salisburghese), che ha riunito 23 Comuni, centrando l’obiettivo di farli cooperare in sinergia per una comune missione: rilanciare, fra tradizione e innovazione, l’appeal culturale dell’area, ancora troppo poco conosciuta soprattutto nel nostro paese, rimettendola al centro delle rotte internazionali, senza nulla da invidiare alla vicina più famosa, Salisburgo, che dista solo 55 chilometri. 

“Una Capitale formata da 23 Comuni vuol dire 23 sindaci, autonomi, ognuno con le sue idee e concentrato sul proprio territorio, che per la prima volta si sono messi a lavorare insieme, facendo squadra anche per affrontare i problemi comuni che sono quelli di una regione alpina, dalla mobilità alla digitalizzazione, dalla fuga dei giovani alla carenza di personale. Ed è proprio per i giovani che bisogna creare prospettive”, afferma Elisabeth Schweeger, direttore artistico della Capitale europea della cultura Bad Ischl Salzkammergut 2024. “La Capitale europea della cultura – sottolinea – è un grande stimolo e volano per rendere questa area, diventata turistica solo nel 19° secolo, nuovamente attrattiva e in tutte le stagioni. Normalmente in questa zona il turismo è legato alla natura, ma può esserlo anche alla storia e all’arte. Un rinnovamento che parte proprio dalla destagionalizzazione. E con la Capitale europea si è riusciti a destagionalizzare, registrando un +5% di pernottamenti nel Salzkammergut e +20% a Bad Ischl, con la soddisfazione di tutto il settore turistico e anche di quello del commercio”.  

“Si è cercato di mostrare – prosegue – che con l’arte si può sviluppare una regione rurale, e questo è molto importante per il futuro. Dall’impulso alla mobilità sostenibile alle nuove costruzioni con il legno ad alta efficienza energetica, attraverso la Capitale europea una regione rurale diventa esempio per l’Europa di come sviluppo locale e anche civile e urbano si realizzano nel rispetto della natura. E’ stato creato un laboratorio per promuovere la tradizione artigianale e connetterla a livello internazionale: il sapere artigianale della regione esce così dal territorio mentre un altro sapere entra in una sorta di scambio. Questa regione ha una forte identità, un legame con la sua storia e tradizione, elementi che rappresentano risorse per costruire il futuro, aprendosi agli scambi internazionali proprio come fece con il commercio del sale”. 

“In un equilibrio tra natura e cultura, la Capitale europea mostra, quindi, come attraverso l’arte – fa notare – si può creare una strategia di sviluppo locale, un diverso sguardo sulle cose. Ad esempio, non c’erano spazi per esposizioni, e abbiamo dimostrato che rivitalizzando luoghi chiusi o non utilizzati si lascia qualcosa per il futuro e le persone prendono coscienza delle loro potenzialità. La più grande eredità che lascia la Capitale europea è proprio aver cambiato la consapevolezza, stimolato il dibattito. Resteranno quei luoghi che erano vuoti e che sono stati riaperti, i musei restaurati e riformulati, l’artigianato accelerato, la rete sinergica che si è cresta tra i Comuni. Con la Capitale europea si creano reti locali e internazionali e abbiamo dimostrato che una regione rurale è altrettanto importante di una città. Siamo soddisfatti, abbiamo avuto molti riconoscimenti, tanti visitatori, un’ampia copertura mediatica, grande interesse. La cerimonia di closing, in programma il 30 novembre, sarà una partenza e non una fine”. 

Ultimo in ordine di tempo tra gli spazi restituiti alla città è ‘Hotel Austria’, il museo di Bad Ischl. Antica casa di mercanti di sale, come altre affacciate sull’Esplanade, la passeggiata ombreggiata lungo il fiume Traun, è stato a lungo un albergo, di cui conserva il nome, e poi un museo dal 1989. E in veste di museo, completamente rinnovato e ripensato, è stato riaperto e inaugurato il 18 luglio. “La riapertura è innanzitutto per la popolazione, è importante imparare la propria storia e farlo in modo moderno”, afferma la curatrice Herta Neiss. In questo edificio storico, che vide anche il fidanzamento tra Francesco Giuseppe e Sissi, si racconta la storia della città, compresi gli anni bui del nazismo su cui prima si preferiva sorvolare. Una sala è dedicata all’espressione delle proprie opinioni e tutto l’allestimento ha un impatto interattivo.  

Come spiega l’altro curatore, Michael John, “il concept è cronologico, vuole raccontare tutta la storia della città: prima era concentrato solo sull’imperatore, adesso si rappresentano 7mila anni, con una proiezione verso il futuro; per narrarla abbiamo realizzato 6 interviste ad abitanti, tra cui anche Markus Habsburg”. Discendente diretto degli Asburgo, dopo 3 generazioni, questo illustre concittadino, che non è raro incontrare per strada, vive tuttora a Bad Ischl nella famosa Kaiservilla, la dimora – dono di nozze dell’arciduchessa madre – dove Francesco Giuseppe e Sissi soggiornavano in estate e dove l’imperatore firmò la fatale dichiarazione di guerra alla Serbia.  

Se un’ala è tuttora di proprietà della famiglia che fu imperiale, l’altra si può visitare così come l’enorme parco che la circonda. Un polmone verde alle porte della città dove sorge anche il ‘Castello di marmo’, che Francesco Giuseppe regalò a Sissi, il quale ospita anche mostre d’arte contemporanea soprattutto in questo speciale 2024. Attualmente, è visitabile (fino al 27 ottobre) l’esposizione dell’artista e attivista cinese Ai Weiwei, ‘Transcending Borders. Dialogue with Hallstatt Culture’, che mette in relazione reperti archeologici dell’area con opere che richiamano l’antica Cina ed espressioni moderne dedicate al tema della violazione dei diritti, anche con installazioni di landart all’aperto.  

Tra gli edifici di Bad Ischl recuperati grazie alla Capitale europea della cultura, c’è la Sudhaus, sede delle vecchie saline, chiusa dal 1965 e oggi riaperta per essere destinata, dal 2025, a polo culturale, con biblioteca e spazio esposizioni. Per quest’anno ospita la mostra ‘Arte con sale e acqua’, con suggestive installazioni di luci, suoni e materia e questa preziosa risorsa a fare da leitmotiv, dove è presente anche un’artista italiana, Caterina Gobbi, che ha rappresentato il suono del cambiamento climatico.  

Il sale come fonte di ispirazione artistica, quindi, ma anche come testimonianza storica attraverso l’arte. Così, nella miniera di Altaussee, la più grande ancora attiva in Austria, nel nuovo centro visitatori al primo piano, la mostra del disegnatore satirico tedesco Simon Schwartz (‘Hidden in the rock. The mountain, the salt & the art’) racconta il lavoro e le lotte per i diritti sociali ma anche una storia che non tutti conoscono. La miniera, infatti, sul finire della Seconda guerra mondiale, fu teatro di un’azione eroica da parte dei minatori, che non solo ne impedirono il bombardamento ma salvarono innumerevoli capolavori d’arte saccheggiati in tutta Europea dai nazisti e poi nascosti qui.  

Un’epopea che si può anche ‘respirare’ facendo l’esperienza del tour guidato attraverso i cunicoli della miniera, dove sono stati ricavati spazi museali e perfino una cappella e una sala concerti. “Abbiamo in media 30mila visitatori all’anno. Per il 2024 abbiamo questa importante mostra e il progetto è di ampliare lo spazio espositivo al primo piano con altre parti interattive dedicate anche alle opere salvate. La Capitale europea della cultura è certamente un’occasione per far conoscere la storia e il suo indissolubile legame con la natura in questa regione”, sostiene il responsabile della miniera Salzwelten, Harald Pernkopf. 

Una zona, quella dell’Ausseer, scelta spesso da letterati e artisti in cerca di ispirazione – annoverati in un museo dedicato – e che da quest’anno ha una pagina del sito ufficiale dell’Ufficio del turismo anche in italiano, grazie a una campagna di promozione nel nostro paese lanciata a maggio. Fa parte del versante stiriano del Salzkammergut ed è facilmente raggiungibile da Bad Ischl in treno fino a Bad Aussee. Del resto, anche alla mobilità su rotaia guarda la Capitale europea della cultura, che ha voluto rivitalizzare spazi vuoti di stazioni ferroviarie con 30 installazioni di artisti austriaci e stranieri.  

C’è poi un progetto originalissimo di realtà cine-virtuale che vuole offrire al viaggiatore un’esperienza audio-visiva lungo il tragitto in treno. Si chiama ‘Regional Express’ e si articola in 5 escursioni che propongono diverse tratte percorribili nel Salzkammergut, e in ciascuna si racconta una storia diversa, come spiega la curatrice Marlene Rutzendorfer: “Siccome per la prima volta una città alpina è Capitale europea della cultura, abbiamo pensato a qualcosa che rappresentasse il collegamento. ‘Regional Express’, che prende il nome dal treno che collega la regione, è un progetto di ‘living heritage’, multimediale, che offre un’esperienza audiovisiva a bordo del treno”.  

“E’ accessibile con Qr code o tramite app. Per ognuno dei tragitti è proposto un tema. In 15-20 minuti, testimonianze di abitanti e 3 voci narranti guidano nel percorso, fanno commenti e riflessioni anche su temi di attualità e sociali e illustrano il paesaggio in un dialogo costante, con la montagna, con il lago e con la natura in generale. Volevamo fare qualcosa per il territorio coinvolgendo le persone del posto, per raccontare la storia che è nella natura e in particolare quella del sale, che fa parte della storia e del paesaggio di questa regione. Il progetto resterà anche dopo il 2024”, aggiunge. 

Le aree tematiche in cui si articola il progetto Bad Ischl Salzkammergut 2024 sono quattro: Building the new (Costruire il nuovo); Culture in motion (Cultura nel flusso); Power and tradition (Potere e tradizione); Art of travelling (Arte del viaggiare). E un ruolo trasversale spetta alla sostenibilità, tanto da aver previsto un capo progetto dedicato a ecologia, agricoltura e affari sociali, ruolo ricoperto da Christina Jaritsch. “Ho curato due filoni di progetti: uno dedicato al cambiamento climatico e l’altro alla diversità di genere. Sono temi molto importanti per la regione ed è fondamentale svilupparli. Qui natura, arte e cultura sono interconnesse. E tutto il progetto della Capitale europea coinvolge molto natura e cultura”.  

“Temi come il cambiamento climatico vanno affrontati ora – avverte – per essere in grado di gestirli in futuro. Lavoro sugli aspetti legati allo sfruttamento della natura, dal punto di vista ambientale ma anche economico. Il confine tra lavoro e sfruttamento della natura, infatti, è molto labile. Bisogna creare un equilibrio tra questi aspetti e favorire momenti di confronto e di discussione. Il Salzkammergut è un esempio di area rurale che sta affrontando problemi globali, come il cambiamento climatico, l’overtourism, la mancanza di opportunità per i giovani, l’urbanizzazione. Pensiamo di essere un esempio per l’Europa. Tutta la regione è coinvolta per la prima volta in un progetto culturale. Anche riaprire e rivitalizzare spazi prima chiusi vuol dire essere ecologici, mostrandone il potenziale”.  

“Il cambiamento climatico – continua – è anche tema trasversale di alcune mostre, come quella alla Sudhaus. Vogliamo suscitare l’attenzione su questo che è un tema globale. Ma il cambiamento climatico è anche fonte di ispirazione per alcuni artisti. A ottobre avremo un’altra mostra Green, proprio sull’equilibrio tra lavorare la natura e sfruttarla. Cerchiamo di rappresentare questi temi in modo nuovo, coinvolgendo scienziati e artisti. A settembre si terranno gli Academy Games in collaborazione con l’Università di Vienna. Lavoriamo molto sul rapporto tra arte e scienza. Un altro progetto si chiama ‘Silent echoes’. E’ un’occasione anche per far parlare e cooperare i diversi comuni della regione, creare sinergie. La cultura inoltre aiuta la destagionalizzazione. La Capitale europea ha reso anche eventi che già si tenevano più coinvolgenti e favorisce l’immagine come destinazione culturale attrattiva”. 

Tra le manifestazioni più famose di Bad Ischl che in questo anno speciale hanno avuto ulteriore slancio, c’è il ‘Lehar Festival’, uno dei più importanti festival dell’operetta in Europa che ogni anno si tiene a luglio e agosto nella maestosa Congress and Theater House. E’ intitolato a Franz Lehar, fra i più importanti compositori di questo genere che nella città ha vissuto (la sua dimora lungo il fiume, Lehar Villa, è da poco visitabile).  

“Un Festival che si tiene da 60 anni – ricorda la regista Angela Schweiger, che ha curato l’operetta ‘Der Bettel-Student’, in calendario quest’estate – ed è dedicato alla memoria di Franz Lehar che, come altri musicisti, ha soggiornato a lungo qui, al seguito della corte. Poi il genere ha avuto un periodo buio con l’avvento del nazismo e la deportazione anche di artisti, molti dei quali erano ebrei. E’ il più importante Festival dell’operetta in Austria e il più antico nel mondo. Propone 3 titoli ogni anno: uno classico, uno stile Rivista anni ‘20 e uno nuovo. Per il 2024 c’è stata una competizione tra giovani compositori, ed è stata quindi anche un’opportunità per i giovani. Proviamo a rivitalizzare l’operetta in modo nuovo, sottolineando gli aspetti sarcastici”.  

In città c’è un anche un teatro dedicato a Lehar, in fase di ristrutturazione. Ma la musica si incontra un po’ ovunque: concerti si tengono nella chiesa parrocchiale, dove è custodito uno dei più importanti e innovativi organi del paese e dove si celebrarono le nozze di Marie Valerie, la figlia prediletta di Sissi, diretta antenata del ramo di Asburgo che risiede a Bad Ischl, o anche all’aperto al Kurpark, in questa che è pure una città di cura dove si possono fare trattamenti che sfruttano le proprietà del sale e passeggiare nei parchi fioriti che hanno valso nel 2016 il riconoscimento dell’Entente floreale.  

“Bad Ischl è un mix di natura e cultura, un luogo dove si possono fare molte cose e anche shopping, è una città giovane, un piccolo centro di quasi 15mila abitanti con un’elevata qualità della vita”, conferma Luzia Gamsjager, di Austria Guide, che accompagna turisti soprattutto italiani a conoscere Bad Ischl, con i suoi dintorni, che dispone di 2.300 posti letto e registra in media 100mila pernottamenti l’anno. 

Che la città sia sempre in fermento si vede anche dai negozi. Saltano all’occhio quelli specializzati nell’immancabile sale, in tutte le sue preparazioni, dalle confezioni ad uso alimentare ai prodotti cosmetici, e che sicuramente è il souvenir più gettonato. C’è poi chi vende oggetti ricordo di design dedicati a Francesco Giuseppe e Sissi, come Sissikuss sull’Esplanade, dove a pochi passi si trova anche la galleria d’arte della collezionista Iris Daniela Auerbach, molto affezionata anche al nostro paese tanto da ospitare in questi giorni le creazioni di stilisti italiani.  

Vero e proprio must è la pasticceria Zauner, tra le più famose in tutta l’Austria, dove sedersi per un caffè, alla maniera viennese, nel locale storico dell’isola pedonale, o per uno snack nella sede con i tavoli all’aperto affacciata sul fiume. Qui si possono comprare raffinati dolci e infinite varietà di cioccolatini e praline, esportati in tutto il mondo. Ci sono quelli ‘imperiali’ naturalmente e poi, per quest’anno, la limited edition dedicata alla Capitale europea della cultura. Un gusto che rimane impresso, come la visita in questo angolo d’Austria tornato al centro dell’Europa. 

 

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