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Trump, ecco tutte le inchieste a carico dell’ex presidente

(Adnkronos) – Domani sarà il giorno della prima incriminazione della storia di un ex presidente americano, ma in realtà Donald Trump potrebbe trovarsi nel prossimo futuro a fare i conti con altre, anche ben più gravi, incriminazioni. Sono infatti diverse le inchieste, sia a livello statale che federale, in cui è coinvolto l’ex presidente. Ecco un elenco.  

Interferenze elettorali in Georgia
 

La procuratrice distrettuale della contea di Fulton, in Georgia, Fani Willis, all’inizio del 2021 ha avviato un’inchiesta su possibili interferenze elettorali da parte di Trump nelle elezioni del 2020. A provocarla sono state le registrazioni, diffuse dalla stampa, di una telefonata che l’allora presidente aveva fatto al segretario di Stato della Georgia, il repubblicano Brad Raffensperger, per chiedergli di “trovargli” gli 11mila voti che gli avrebbero permesso di rovesciare i risultati elettorali.  

Il grand jury convocato dalla procuratrice democratica ha già consegnato lo scorso febbraio il rapporto conclusivo, in cui – a quanto è trapelato – si raccomanda l’incriminazione di testimoni per falsa testimonianza. In attesa che Willis prenda la decisione finale sull’incriminazione, in diverse interviste la presidente del ‘jury’, Emily Kohrs, ha suggerito che Trump e suoi diversi alleati potrebbero essere incriminati. Sulla base di queste esternazioni, i legali di Trump hanno presentato una mozione in cui si chiede di ritenere non utilizzabili per l’inchiesta tutte le conclusioni del grand jury.  

Inchieste del dipartimento di Giustizia
 

Dopo l’annuncio della nuova candidatura di Trump alla Casa Bianca, l’attorney general, Merrick Garland, ha nominato un procuratore speciale, Jack Smith, per guidare le due inchieste federali che vedono coinvolto l’ex presidente.  

Una è sempre incentrata sulle elezioni del 2020, ed è concentrata e determinata a stabilire se Trump e i suoi alleati abbiano interferito illegalmente sulla certificazione dei risultati e il pacifico trasferimento del potere.  

La seconda riguarda la vicenda delle centinaia di documenti classificati che Trump ha trasferito dalla Casa Bianca e trattenuto a Mar-a-Lago. Dopo la clamorosa perquisizione dell’Fbi lo scorso agosto, è emerso che l’ex presidente è indagato per spionaggio e intralcio alla giustizia. Il mese scorso una corte d’appello ha stabilito che l’avvocato di Trump, Evan Corcoran, deve testimoniare nell’inchiesta, dal momento che sono state presentate prove del fatto che l’ex presidente avrebbe volutamente ingannato i suoi legali sui documenti. Secondo l’ex attorney general di Trump, Bill Barr, quella dei documenti classificati è “l’inchiesta più grave” che l’ex presidente si trova a fronteggiare.  

Le cause della giornalista Jean Carroll
 

La donna, che nel 2019 ha accusato Trump di averla violentata nel camerino di un grande magazzino newyorkese negli anni ’90, ha denunciato, in due separate occasioni, l’ex presidente di diffamazione per averla definita una bugiarda. Ma la denuncia più pericolosa è quella per stupro che Carroll ha potuto presentare grazie a una legge passata a New York, l’Adult Survivors Act, che ha dato un anno di tempo per denunciare violenze sessuali andate in prescrizione. E l’inizio di questa seconda causa è fissato per il prossimo 25 aprile.  

Cause civili stato New York
 

L’attorney general di New York, Letitia James, ha presentato a settembre una causa civile verso Trump, i suoi 3 figli adulti e la sua società per aver manipolato il valore delle sue proprietà per ottenere investimenti e prestiti agevolati nel corso degli anni. Lo procuratrice generale democratica ha chiesto multe per 250 milioni di dollari e che a Trump e ai figli venga vietato di dirigere ogni società registrata nello stato di New York, di acquistare beni immobili nello stato o fare domanda di prestiti ad istituzioni finanziarie newyorkesi per i prossimi 5 anni.  

Trump, che ha definito l’inchiesta “un’altra caccia alle streghe” da parte di una democratica che “si è fatta eleggere con un programma che prometteva di attaccare Trump”, ha chiesto al tribunale di rinviare di sei mesi l’inizio del processo. Se approvata la richiesta farebbe iniziare il procedimento all’inizio del prossimo anno, proprio nel momento dell’avvio della battaglia delle primarie.  

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