OTTAWA – Alla luce della scarsa popolarità di cui ‘gode’ la tassa sulle emissioni di anidride carbonica soprattutto nelle regioni atlantiche del paese, Justin Trudeau corre ai ripari, rendendo il sistema più flessibile: carbon tax cancellata sul gasolio da riscaldamento domestico per i prossimi tre anni, raddoppio del “supplemento rurale” nel programma di sconti e nuovi incentivi “per sostenere i canadesi delle zone rurali a passare alle pompe di calore elettriche”. Ad annuciare queste misure è stato loi stesso Primo Ministro, giovedì scorso, nel corso di una conferenza stampa a Ottawa. Nonostante l’esenzione riguardi tutta la popolazione, Trudeau ha sottolineato che il provvedimento aiuterà in particolare il Canada atlantico: il 30% dei proprietari di case in questa area del Paese utilizza infatti ancora “l’olio da forno” per riscaldare le proprie abitazioni. Addirittura il 40% nell’Isola del Principe Eduardo.
Lo sconto per i residenti delle comunità rurali e di piccole dimensioni passerà dal 10% al 20%. Quello di Trudeau è un chiaro tentativo di fermare l’emorragia di voti che, secondo i sondaggi, è sempre più preoccupante soprattutto nelle province atlantiche del Paese. Molto critici i partiti di opposizione. Secondo il leader conservatore Pierre Poilievre, “in seguito al crollo nei sondaggi, Trudeau è disperato e ora si sta lanciando sulla carbon tax per indurre le famiglie riscaldate a petrolio a votare per lui”. Sulla stessa frequenza d’onda anche l’NDP, nonostante l’appoggio esterno al governo liberale: per i deputati neodemocratici Laurel Collins e Charlie Angus, Trudeau avrebbe dovuto “investire nell’efficienza energetica, nell’elettrificazione e nell’energia pulita piuttosto che donare miliardi alle grandi compagnie petrolifere”. (V.G.)