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Strage di Erba, come funziona la revisione del processo

(Adnkronos) – Il 1 marzo i giudici della Corte d’Appello di Brescia potrebbero decidere di riaprire il processo sulla strage di Erba, ammettendo i nuovi elementi presentati dalle difese. Ma come funziona il processo di revisione e quando si può chiedere? Ecco cos’è e quali sono i casi recenti in Italia da Hashi Omar Hassan per l’omicidio di Ilaria Alpi a Beniamino Zuncheddu. 

Per un condannato la revisione del processo è l’ultima possibilità, straordinaria, con la quale poter capovolgere la decisione di colpevolezza. Si tratta di un caso molto raro e per poter chiedere il processo di revisione serve che dopo la condanna siano “sopravvenute o scoperte nuove prove” in grado di dimostrare l’assoluta innocenza e quindi il proscioglimento dell’imputato. Il presupposto per poter accedere alla revisione del processo è che sia stato un ‘errore giudiziario’, come una ‘’condanna pronunciata in conseguenza di falsità in atti o in giudizio o di un altro fatto previsto dalla legge come reato’’, per questo l’unica richiesta possibile è quella di un proscioglimento mentre non si può chiedere una diminuzione della pena. Se dai nuovi elementi portati nel processo di revisione emergono fatti in grado di sovvertire il giudizio di colpevolezza i giudici emetteranno una sentenza di assoluzione.  

Fra i casi recenti di processo di revisione c’è stato quello di Hashi Omar Hassan, il cittadino somalo assolto nel 2016 dalla Corte di Appello di Perugia dopo aver scontato 16 anni di carcere dall’accusa di aver partecipato all’omicidio della giornalista del Tg3 Ilaria Alpi e dell’operatore Miran Hrovatin. L’uomo è poi morto nel luglio 2022 per l’esplosione di una bomba piazzata sotto il sedile della sua auto in Somalia. Come Hassan, anche Beniamino Zuncheddu, in carcere per 32 anni, si è sempre proclamato innocente dall’accusa di aver ucciso tre pastori sardi nel 1991 nelle campagne di Sinnai e proprio nelle prossime settimane, dopo un’istruttoria con l’audizione di numerosi testimoni, l’esame di nuovi intercettazioni e confronti in aula, è attesa la sentenza dei giudici della Corte d’Appello di Roma nel processo di revisione.  

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