(Adnkronos) – Cosa sta accadendo al tema della sostenibilità in Italia? La sensazione di una indifferenza strisciante e di una diffusa ‘noia’ prudente verso l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite trova riscontro negli atteggiamenti attualmente prevalenti nel nostro Paese? La risposta a queste due domande è nel libro ‘Sostenibilità: un investimento sociale’, edito da FrancoAngeli e promosso da Eikon Strategic Consulting e Adnkronos, che sintetizza i risultati dell’indagine nazionale 2023 sul coinvolgimento della popolazione adulta verso alcuni obiettivi-chiave dell’Agenda.
Ne hanno parlato, presentando il volume durante un talk online, il direttore scientifico di Asvis Enrico Giovannini, che ha firmato la prefazione, e i tre curatori del testo Enrico Pozzi, Paola Aragno e Cristina Cenci, rispettivamente Ceo, Vicepresidente e Partner di Eikon Strategic Consulting. L’Indagine sottolinea il ruolo della sostenibilità sociale come fattore cruciale di dinamismo e come moltiplicatore indispensabile per l’intero progetto della sostenibilità. “Qualcuno inizia a non poterne più di questa parola ma è un grave errore, perché l’alternativa a un mondo sostenibile è un mondo insostenibile”, scandisce Enrico Giovannini. Per questo, dice, “è importante capire che se non si ricongiungono le diverse dimensioni della sostenibilità rischiamo di non centrare gli obiettivi che ci siamo dati”.
Parole che si legano alle tesi sostenute nel libro. L’ipotesi di lavoro, spiega Enrico Pozzi, “è che la sostenibilità abbia dimenticato il polo cruciale della sostenibilità sociale”. Non a caso, dalla ricerca emerge “una richiesta di politiche che incontrino i bisogni reali delle persone”. Serve la politica, servono le Istituzioni e possono fare la loro parte le aziende. L’analisi di Eikon Sc sui profili e sui post social delle maggiori imprese italiane viene descritta da Paola Aragno: “La narrazione rischia di soffermarsi su temi bandiera e la sostenibilità sociale sembra essere connessa prevalentemente alla parità di genere”. Incide anche il tema della complessità, perché “parlare di sostenibilità sociale comporta un cambiamento profondo di cultura organizzativa e di mindset”.
Ci sono però anche segnali positivi e best practice che possono fare da traino. Nella seconda parte del Rapporto, che trova ampio spazio nel libro, sette aziende leader di settori diversi presentano progetti che hanno messo al centro la sostenibilità sociale, facendone una leva di identità, di cultura interna e di operatività produttiva: Banca Ifis (Social Impact Lab Kaleidos); Edison (Cross Generation Bridge); Eni (Energy for Education); Gruppo FS (Help Center); Philip Morris Italia (Institute for Manifacturing Competences); Poste Italiane (Progetto Polis); Simest (Approccio Purpose Driven).
Cristina Cenci evidenzia “un aspetto chiave” che emerge, ovvero che “misurare non vuol dire contare”. Non serve solo contare le ore di formazione o le persone coinvolte in un progetto. “Per capire veramente l’impatto della sostenibilità sociale serve un modello metodologico di misurazione” e l’obiettivo deve essere proprio “aumentare in Italia la cultura della misurazione dell’impatto sociale”. Fabio Insenga, vicedirettore di Adnkronos che ha curato l’introduzione del libro, chiude con un impegno a proseguire nel lavoro fatto finora, perché “la sostenibilità sociale va prima di tutto fatta, ma poi va misurata, raccontata e condivisa”.