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Singapore

Ho mantenuto leggero il tono di questa rubrica con aneddoti e informazioni generali per strappare un sorriso al lettore e il desiderio di esplorare nuove terre e nuove civiltà. In questo articolo mi sento più spregiudicato e vorrei fare qualche considerazione che mi sta a cuore.

 

Singapore è una città Stato nel sud-est dell’Asia con quasi 6 milioni di abitanti. Quello che più mi ha impressionato nei pochi giorni che vi ho soggiornato è stato il dinamismo dei suoi abitanti, la pulizia maniacale delle strade e soprattutto la convivenza di varie culture, il cosiddetto “multiculturalismo”. La legge vieta la vendita delle gomme da masticare per evitare di rovinare le strade e i marciapiedi. Per comprarla ci vuole un certificato medico. Gli alberghi sono tra i più lussuosi al mondo e le stazioni della metropolitana sono tutte protette con delle barriere di vetro che si aprono in corrispondenza delle porte dei vagoni. Lo stesso principio è applicato oggi in molte stazioni simili, come per esempio a Milano. La popolazione è un miscuglio di culture diverse che si rispettano e vivono in armonia. Si parlano quattro lingue tra cui l’inglese, che è la lingua predominante nei servizi pubblici. Questa convivenza è sancita nella loro costituzione. 

 

 Un esempio di tolleranza che è difficile trovare in altri posti. Esistono altre città stato: il Vaticano, la Repubblica di San Marino, il Principato di Monaco, Abu Dabi, Dubai, Macao e… Hong Kong. Quest’ultima è stata una colonia dell’Impero Britannico e ora assorbita dalla Cina alla scadenza dei 99 anni di “affitto”. Le conseguenze le conosciamo bene.

 

Una riflessione sorge spontanea: è possibile trasformare delle zone contestate da varie popolazioni, culture, religioni in Città o Territorio Stato? Potrebbe questa trasformazione condurre ad una convivenza pacifica, alla fine di interminabili schermaglie e di inutili morti? Gerusalemme è considerata città sacra da tre religioni: Ebraismo, Cristianesimo e Islam. Israeliani e Palestinesi sono in lotta continua perché la vogliono come capitale dei loro rispettivi stati, traguardo irraggiungibile a causa della presenza di luoghi sacri delle tre religioni. La forza non può risolvere la disputa quando c’è di mezzo la fede. Continueremo a vedere immagini di distruzione e di morte fino a quando ci sarà odio e desiderio di potere. 

 

La conclusione più ovvia è dunque una convivenza armoniosa che si può raggiungere solo se la città diventa Stato: “La Gerusalemme (infine) liberata”.

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