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“Si ripongano le armi, inizi la tregua pasquale”

Dopo lo stop per Covid, la messa in piazza San Pietro con 50mila fedeli. Un forte appello per la cessazione delle ostilità a est dell’Europa

CITTA DEL VATICANO – Papa Francesco è uscito in Piazza San Pietro, sul sagrato della Basilica, da dove ha presieduto la Messa per la folla dei fedeli in occasione della Domenica delle Palme: una scena che non si vedeva più nell’ovale berniniano dall’inizio della pandemia. La solenne celebrazione liturgica della Domenica delle Palme e della Passione del Signore, in una mattinata romana assolata ma molto ventosa, è stata concelebrata col Papa da 35 cardinali, 30 vescovi e 280 sacerdoti. Francesco ha benedetto le palme e gli ulivi poi ha dato il via alla Messa che apre la Settimana Santa. Come da tradizione, la piazza era colorata da composizioni floreali.

Distribuiti ramoscelli di ulivo forniti dall’ Associazione nazionale Città dell’Olio italiane, dai sindaci delle Città dell’Olio del Lazio e della Puglia. Non sono mancati neanche “palmureli”,  foglie di palma intrecciate in modo artistico e benedette, provenienti da Sanremo. Al termine della cerimonia – ed anche questo è un segno del post-Covid – il Papa ha fatto un giro della piazza tra i fedeli a bordo della “papamobile”.

“Quando si usa violenza non si sa più nulla su Dio, che è Padre, e nemmeno sugli altri, che sono fratelli. Si dimentica perché si sta al mondo e si arriva a compiere crudeltà assure. Lo vediamo oggi nella follia della guerra, dove si torna a crocifiggere Cristo”. Cosi il Papa nella Domenica delle Palme. “Si. Cristo è ancora una volta inchiodato alla croce nelle madri che piangono la morte ingiusta dei mariti e dei figli. E crocifisso nei profughi che fuggono dalle bombe con i bambini in braccio. È croci fisso negli anziani lasciati soli a morire, nei giovani privati di futuro, nei soldati mandati a uccidere i loro fratelli”.

“Ci rivolgiamo alla Madonna nella preghiera dell’Angelus – ha poi detto Papa Francesco, che ha ricordato: “Fu proprio l’Angelo del Signore che nell’Annunciazione disse a Maria: “Nulla è impossibile a Dio’. Nulla è impossibile a Dio, anche far cessare una guerra di cui non si vede la fine, una guerra che ogni giorno ci pone davanti agli occhi stragi efferate e atroci crudeltà compute contro civili inermi Preghiamo per questo”.

“Siamo nei giorni che precedono la Pasqua – ha sottolineato – ci stiamo preparando a celebrare la vittoria del Signore Gesù Cristo sul peccato e sulla morte, sul peccato e sulla morte, non su qualcuno e contro qualcun altro, ma oggi c’è la guerra perché si vole vincere così, alla maniera del mondo perché così si perde soltanto. Perché non lasciare che vinca Lui? Cristo ha portato la croce per liberarci dal dominio del male, è morto perché regnino la vita, l’amore, la pace”. “Si ripongano le armi, si inizi una tregua pasquale – l’appello del Pontefice – Ma non per ricaricare le armi e riprendere a combattere. No. Una tregua per arrivare alla pace, attraverso un vero negoziato, disposti anche a qualche sacrificio per il bene della gente. Infatti, che vittoria sarà quella che pianterà una bandiera su un cumulo di macerie?”

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