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‘Sfumature di Azzurro’, presentata mostra al Ministero degli Esteri da Tajani e Gravina

(Adnkronos) – La storia del calcio italiano in mostra al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, il presidente della Figc Gabriele Gravina, quello della Fondazione Museo del Calcio e presidente della Lega Pro Matteo Marani, il Ct della Nazionale Luciano Spalletti e il capodelegazione Gianluigi Buffon hanno inaugurato la mostra ‘Sfumature di Azzurro’, alla presenza anche dell’ex tecnico della Juventus Massimiliano Allegri e anche degli studenti di due scuole secondarie di primo grado della Capitale, l’IC Montessori e l’IC Fidenae. La mostra sarà aperta al pubblico nelle giornate di venerdì 13 e sabato 14 dicembre. 

“Lo sport e l’amore per la patria si uniscono – le parole di Tajani -. La Nazionale è simbolo di riscatto. La scelta di ospitare la mostra in questa sede è dettata dalla convinzione che lo sport sia parte della politica estera, tanto che ho deciso di istituire un ufficio, in questo ministero, che si dedichi alla diplomazia dello sport. Lo sport attira interesse verso il nostro Paese e invia messaggi importanti ai giovani. Il calcio è anche un modo per non perdere tempo davanti a un videogioco, questo anche per impedire la dispersione scolastica e le dipendenze da alcool e droga. Dobbiamo continuare a puntare sullo sport come strumento di pace. Viviamo un periodo terribile e dobbiamo lavorare per la pace”. 

Lo stesso Tajani, nel giugno scorso, aveva partecipato al taglio del nastro di ‘Casa Azzurri Germania’, il luogo di ritrovo dei tifosi italiani a Iserlohn durante l’Europeo. “Il colore azzurro è dominante e inorgoglisce – ha sottolineato il presidente della Figc Gabriele Gravina-. Ogni volta che una delle nostre Nazionali scende in campo si rinnova il rito collettivo che accomuna milioni di italiani, con quelli all’estero che vogliono toccare con mano le loro origini. Ringrazio Tajani, grande appassionato di calcio e ministro lungimirante. Un dipartimento come quello dedicato allo sport valorizza una dimensione proattiva che abbatte le barriere. La maglia azzurra indossata dai calciatori rappresenta memoria, orgoglio e futuro”. 

“Il rapporto degli italiani con il tricolore è lo stesso che vivo io – ha aggiunto Spalletti -. Qualcosa di forte, particolare, che per gli italiani che vivono all’estero è come un figlio che non vedono da tanto tempo. Questo abbraccio e questo affetto mi aiutano a lavorare nella maniera migliore. Vivo il mio ruolo di Ct come tutti i bambini quando rincorrevano un pallone, e posso dare un seguito a questo con i miei calciatori”. A proposito di estero, l’obiettivo della Nazionale è quello di tornare negli Stati Uniti, sede del Mondiale 2026: “La carica dei tifosi è uno shock quotidiano che mi porto dietro, dobbiamo essere all’altezza della missione”.  

Della storia della Nazionale, raccontata dal presidente della Fondazione Museo del Calcio Matteo Marani, ha fatto parte anche Gianluigi Buffon, campione del mondo nel 2006, che ha ricordato l’incontro con una giovane mamma avvenuto a Iserlohn: quella stessa ragazza che 18 anni prima, quando l’Italia vinse il Mondiale proprio in Germania, era una bambina e gli chiese una foto. “Questo è stato uno dei momenti più toccanti della mia storia in azzurro – ha ammesso Buffon -. Perché mi ha fatto comprendere quanto gli italiani, soprattutto quelli all’estero, vedano in noi quel punto di riferimento che permette loro di rivivere l’italianità. La finale del 2006? La partita più importante della mia vita. Rappresentare l’Italia, indossare la maglia azzurra, sentirci così uniti dopo l’impresa di Dortmund, voleva dire: ‘Regaliamoci questo trofeo, andiamo a prendercelo insieme’. Quella fu la vittoria della potenza dell’unione che l’Italia sa mettere in campo quando c’è da lottare”. 

Campione del mondo Buffon, campione del mondo nel 1982 anche Paolo Rossi, di cui ieri ricorreva il quarto anniversario della scomparsa. A ricordarlo, anche la moglie, Federica Cappelletti, presidente della Divisione Serie A Femminile Professionistica della Figc: “Io posso solo ripetere quello che Paolo mi ha sempre detto: sarebbe voluto essere ricordato con la maglia della Nazionale addosso e con le braccia verso il cielo”.  

Gli oggetti provenienti da Coverciano permetteranno ai visitatori della mostra temporanea di Roma di ripercorrere la storia delle Nazionali di calcio, attraverso un cammino ricco di sfide leggendarie e di successi; un percorso lungo oltre un secolo, che si districa tra i quattro titoli mondiali conquistati -come le stelle sopra lo stemma che campeggia sulle maglie- i due successi europei e l’oro olimpico di Berlino ’36. Dall’Inghilterra…all’Inghilterra: perché se il primo (in ordine cronologico) dei cimeli originali presenti sarà il pallone della primissima sfida tra l’Italia e la Nazionale dei Tre Leoni, disputata il 13 maggio del 1933 a Roma, la lista temporale degli oggetti in esposizione si chiude con la Coppa di EURO 2020, sollevata al cielo di Wembley dagli Azzurri proprio dopo aver sconfitto in finale gli inglesi. Le maglie di Giuseppe Bergomi e Fulvio Collovati, e il gagliardetto della sfida Italia-Argentina, testimoniano la terza stella, quella del Mundial ’82, mentre il pallone della finale di Berlino, il gagliardetto dell’epica semifinale di Dortmund con la Germania e la maglia di Francesco Totti riportano alla mente il trionfo del 2006. 

E poi ancora, tra i vari cimeli in mostra, anche la divisa dell’unica apparizione di Nereo Rocco in azzurro (da calciatore, datata 1934), il pallone del primo successo europeo, quello del 1968, e la maglia di Paolo Rossi indossata ai Mondiali di Argentina ’78, oltre a quella vestita da Roberto Baggio a Francia ’98. Sarà presente anche una sezione dedicata alla Nazionale femminile, con due maglie: quella di Elisabetta Vignotto – che nella storia azzurra è al secondo posto di sempre per reti realizzate: 107 – e quella di Barbara Bonansea, indossata durante il cammino di Francia 2019 delle ‘Ragazze Mondiali’. E poi ancora le divise di arbitri che hanno travalicato i confini nazionali dirigendo la finale della Coppa del Mondo, come Sergio Gonella, Pierluigi Collina e Nicola Rizzoli. 

Ma non ci saranno solo maglie, palloni e trofei: completeranno infatti la mostra anche le pipe che Pertini e Bearzot si scambiarono dopo la vittoria al Bernabeu, la valigia di Artemio Franchi nella spedizione mondiale in Germania Ovest nel 1974 e il pass del presidente Mattarella della finale di Wembley di EURO 2020. I visitatori potranno inoltre rivivere la finale mondiale del 1982, la celeberrima Italia-Germania 3-1, grazie alla realtà virtuale. Indossando un visore, tifosi e appassionati potranno provare la sensazione di essere sul terreno di gioco – accanto a Bruno Conti, ‘Pablito’ Rossi e ‘Spillo’ Altobelli – o in tribuna, tra il presidente della Repubblica Pertini e il re spagnolo Juan Carlos. Il progetto di questa realtà virtuale, ‘VR4Football’, è stato realizzato da Noema Digital.  

 

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