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“Se Cristo non fosse risorto, vana sarebbe la nostra fede”

È la festa più importante per i Cristiani e significa “passaggio”. La data è mobile perché dipende dal plenilunio di primavera, mentre l’origine è lega ta al mondo ebraico

La Pasqua è la festa più solenne della religione cristiana: “Se Cristo non fosse risorto, vana sarebbe la nostra fede”, amava ripetere San Paolo. La parola “Pasqua” deriva dal greco “pascha”, a sua volta dall’aramaico “pasah” e significa propriamente “passare oltre” quindi “passaggio”. Gli Ebrei ricordavano il passaggio attraverso il mar Rosso dalla schiavitù d’Egitto alla liberazione. Per i Cristiani è la festa del passaggio dalla morte alla vita di Gesù Cristo.

LE ORIGINI EBRAICHE Presso gli ebrei, la Pasqua (Peach) era in origine legata all’attività agricola ed era la festa della raccolta dei primissimi frutti della campagna, cominciare dal frumento. Altre feste, solo per ricordarle, erano la Festa delle Settimane, che celebrava la raccolta del grano ai primi di giugno, e la Festa dei Tabernacoli, cioè della vendemmia, a settembre. In seguito, la Pasqua diventa la celebrazione annuale della liberazione degli ebrei dalla schiavitù, significato che si aggiunse all’altro, come ricordo della fuga dall’Egitto e del fatto che con il sangue degli agnelli si fossero dipinti gli stipiti delle porte affinché l’angelo sterminatore, come dice la Bibbia, passando da quelle case, risparmiasse i primogeniti. Ancora oggi, la cena pasquale presso gli Ebrei si svolge secondo un preciso ordine detto Seder. Ci si nutre di cibi amari per ricordare l’amarezza della schiavitù egiziana e lo stupore della libertà ritrovata. Per celebrare la Pasqua gli israeliti al tempo di Gesù ogni anno si recavano a Gerusalemme. Anch’egli vi si recava. La sua morte avvenne, infatti, in occasione della pasqua ebraica. Egli per i cristiani è l’agnello pasquale che risparmia dalla morte, il pane nuovo che rende nuovi.

IL RISVEGLIO DELLA NATURA. La festa, oltre alle radicate motivazioni religiose, è legata al risveglio della natura, il passaggio dalla stagione fredda a quella calda. L’evento ha sempre avuto risonanze agresti e risale ad un’ antica celebrazione con cui veniva festeggiato l’arrivo della primavera tramite offerte di ringraziamento, tra cui le primizie del campo e dell’orto, e sacrifici di agnelli, la cui carne veniva consumata con un pasto rituale. Oggi come in passato si ritrovano sulla tavola le spighe di grano tramutate in pane, le erbe, le ova, l’agnello, irrinunciabili e caratteristici alimenti della Pasqua.

LA DATA MOBILE. Nei primissimi tempi del Cristianesimo la Resurrezione di Cristo era ricordata ogni sette giorni, la domenica. Successivamente, però, la Chiesa cristiana decise di celebrare questo evento solo una volta all’anno. Fu il Concilio di Nicea del 325 a stabilire che la Pasqua Cristiana fosse celebrata la prima domenica dopo la luna piena che seguiva l’equinozio di primavera, e cioè in una data trail 22 marzo e il 25 aprile. Ancora oggi però, la data della Pasqua presso le Chiese ortodosse, solitamente non coincide con quella della Chiesa cattolica, perché le Chiese ortodosse utilizzano il calendario giuliano e non quello gregoriano, così spesso la festa è celebrata dopo la data fissata per la Cattolicità.

LA SETTIMANA SANTA. La Pasqua, che cade sempre di domenica, comprende un periodo di 7 giorni, noto come la “Settimana Santa”, che fa seguito alla Quaresima e alla festività delle Palme. È una settimana caratterizzata da riti religiosi solenni nel ricordo della crocifissione, morte e resurrezione di Gesù. Nei primi tre giorni, dal lunedì al mercoledi, la liturgia è dedicata alla riconciliazione con DIO. Il giovedì si apre con la Messa del Santo Crisma, e si conclude con la Messa “in Cena Domini”, in ricordo dell’Ultima Cena, con la  cerimonia della Lavanda dei piedi e con la procession solenne all’Altare della Reposizione, dove Cristo sarà adorato nel “Sepolcro”. Il Venerdi è il giorno dedicato alla contemplazione con lo svolgi mento della “Via Crucis” che ripercorre l’ultimo giorno di vita di Gesù. Il sabato è dedicato alla riflessione e alla preghiera e si conclude con l’accensione del cero e la Veglia Pasquale. La domenica, infine, è dedicata alla festa della Resurrezione di Gesù.

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