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Scopriamo insieme il circuito “Gilles Villeneuve”

Il circuito di Montréal porta il nome di Gilles Villeneuve dal 1982, quando il pilota del Québec trovò la morte nelle prove del GP del Belgio, a Zolder, alla guida della Ferrari. Per questo, il legame con l’Italia, con i tifosi del Cavallino Rampante e della Formula 1 in generale è molto forte. Si tratta di una pista semi-permanente lunga 4361 metri che viene percorsa per 70 giri in gara per un totale di 305,270 km.

Circuito “stop-and-go”, è molto severo per i freni e richiede uncarico aerodinamico di medio livello; è dotato di quattro tratti ad alta velocità (Droit du Casi- no, rettilineo dei box, tratto tra Curva 7-8 e tra Curva 9-10), due curve lente (Curva 2 e Curva 10) e tre punti ideali per il sorpasso (Curva 1-2, Curva 6-7 e Curva 10). Dal 2018, le zone dove sarà possibile usufruire del DRS sono 3: sul rettilineo prima dei box, sul rettilineo del traguardo e tra Curva 7 e Curva 8. In totale, ci sono 14 curve, 8 a destra e 6 a sinistra. lI tracciato si snoda tra le strade dell’isola artificiale di Notre-Dame.

Nel corso degli anni il tracciato ha subito diverse modifiche, fino alla configurazione attuale in uso dal 2002. Nel 2019 sono stati portati a termine i lavori per il nuovo paddock e l’edificio per il controllo gara. Il tracciato è dotato di due tratti consecutivi dove si può utilizzare l’ala mobile: lungo il Droit du Casino e il rettifilo dei box. La probabilità d’ingresso della Safety Car che neutralizza la gara è elevata, stimata nel 61% sulla statistica delle ultime edizioni. Le caratteristiche del circuito lo rendono particolarmente esigente per la stabilità in frenata, l’aderenza meccanica e la trazione in uscita dalle curve. Il punto di massimo sforzo è raggiunto nella chicane posta subito dopo il rettilineo d’arrivo.

In genere le temperature sono elevate, il che mette alla prova anche la preparazione fisica dei piloti; anche la power unit è fortemente sollecitata, visto che si viaggia a pieno gas per il 60% del tempo di corsa. Nel punto di massima accelerazione laterale, subito dopo la chicane Senna, i piloti passano vicinissimi alle barriere; assenti le curve veloci, le “esse” intervallate dai frequenti rettilinei rendono il “Gilles Villeneuve” impegnativo anche sul fronte-consumi.

RECORD E STATISTICHE

  • Fu proprio Gilles a imporsi con la Rossa di Maranello nel primo Gran Premio del Canada (l’8 ottobre del 1978), disputato sull’isola artificiale di Notre-Dame, costruita in occasione dell’Expo del 1976. Una parte del tracciato è permanente, mentre il resto è ricavato dalla viabilità ordinaria. È un susseguirsi di curve lente e veloci e di rettilinei rapidissimi: una varietà di situazioni che mettono sempre a dura prova vetture e piloti.
  • Un giro misura 4.361 metri: il GP del Canada si corre sulla distanza di 70 tornate, per un totale di 305,27 chilometri.
  • Nell’edizione 2019 della gara sono stati scritti nuovi record: Vettel (Ferrari) detiene quello in prova, con 1:10.240, mentre Bottas il nuovo giro veloce in gara in 1:13.078.
  • Michael Schumacher e Lewis Hamilton sono i piloti più vittoriosi: entrambi hanno vinto qui sette volte, segnando sei pole position, ma il tedesco ha conquistato anche 4 giri più veloci e 12 podi.
  • Nelson Piquet e Ayrton Senna seguono staccati a 3, preceduti da Sebastian Vettel a 4. Jackie Stewart, Alain Prost e Ralf Schumacher sono a quota 2 pole, mentre si conta una partenza al palo per Fernando Alonso.
  • La Ferrari comanda la classifica dei costruttori più vincenti a Montréal con 11 vittorie, due in più della McLaren.
  • Tra le curiosità legate a Montréal, ci sono l’unico trionfo in carriera in F1 di Jean Alesi (Ferrari, 1995) e il primo di Thierry Boutsen (1989), Lewis Hamilton (2007), Robert Kubica (2008), unico pilota polacco ad aver vinto un GP, e Daniel Ricciardo (2014).
  • Nel 2001 è andato in scena il dominio dei fratelli Schumacher (primo Ralf, secondo Michael), mentre il 2011 ha visto l’incredibile vittoria di Jenson Button al termine di una corsa martoriata dalla pioggia, nella quale sono trascorse oltre quattro ore tra il via e la bandiera a scacchi (un record per la categoria).
  • Tanti, purtroppo, sono stati anche gli incidenti, il più tragico dei quali costò la vita al milanese Riccardo Paletti nell’edizione del 1982, poco più di un mese dopo la scomparsa di Villeneuve. Nessuna conseguenza invece per Kubica (2007) e per Massa e Perez (2014).
  • Molti piloti non sono riusciti a far fronte al Wall of Champions. Spesso parliamo dei Campioni del Mondo come Michael Schumacher, Jacques Villeneuve, Damon Hill (tutti e tre nel 1999), Jenson Button (2005) e Sebastian Vettel (2011). Tra gli altri, sono andati a sbattere nel‘Muro dei Campioni’Gerhard Berger, David Coulthard, Rubens Barrichello, Nick Heidfeld, Juan Pablo Montoya, Jarno Trulli e Pastor Maldonado.
  • Da segnalare che il GP del Canada del 2011, vinto da Jenson Button, ha il record come gara più lunga della storia della Formula 1, con una durata complessiva, interruzioni comprese, di 4 ore 4 minuti e 39,537 secondi.
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