(Adnkronos) –
Elly Schlein, l’anti Giorgia Meloni. La lettura che più ricorre della clamorosa affermazione della nuova segretaria del Pd è quella più immediata, la più lineare: una nuova leadership da contrapporre a una leadership ormai consolidata. Il fatto che siano due donne, e due donne per la prima volta nella storia nei rispettivi ruoli, aiuta a insistere sulla personalizzazione del confronto.
La premessa, essenziale, è che ci sono delle proporzioni da considerare. Meloni ha vinto le elezioni, è il premier e può contare su un consenso consistente nel Paese. Schlein ha vinto le primarie del Pd, deve gestire e ricostruire un partito che sta attraversando una crisi politica e deve trovare consenso nel Paese. C’è però un elemento che tiene insieme le due esperienze e che allarga il ragionamento oltre la dimensione, pure consistente, delle due donne contro.
Sia Meloni sia Schlein, sempre con le dovute proporzioni, si sono dimostrate capaci di intercettare un elettorato che va oltre quello espressione dei rispettivi partiti. Hanno affermato la propria leadership, accorciando la distanza tra la politica e gli elettori. Una facendo crescere rapidamente un partito che era marginale, FdI, l’altra ‘forzando’ la farraginosa macchina congressuale del Pd.
Meloni è stata capace di costruire una proposta politica che ha convinto una fetta di elettori in cerca di una rappresentanza di cui potersi fidare. E’ in parte quel bacino elettorale che negli ultimi anni si è spostato, ovviamente a geometrie variabili, da Renzi ai Cinquestelle, e poi alla Lega di Salvini, fino a convergere nel risultato di FdI. La sfida, per l’attuale premier, è quella di fidelizzare il suo consenso, di renderlo una comunità politica coerente. Potrà farlo solo governando bene, senza farsi limitare dalle logiche di compromesso che spesso frenano le coalizioni politiche.
Schlein è stata capace di prevalere sull’altro candidato alla segreteria del Pd, Stefano Bonaccini, perché è stata capace di proporre un messaggio che, attraverso la promessa di un cambiamento, ha disegnato uno spazio più aperto, ma allo stesso tempo più identitario, rispetto a quello tradizionale occupato dal Pd. Ora deve renderlo abitabile, deve rafforzarlo per portarlo ad avere l’ambizione di confrontarsi con l’altra parte. Potrà farlo solo se sarà in grado di non farsi inghiottire dalle logiche correntizie che hanno puntualmente compromesso l’azione del partito che dovrà guidare.
Meloni e Schlein non sono solo due donne contro. Sono anche due donne che hanno lanciato la sfida di rendere la politica più credibile dei partiti. (di Fabio Insenga)