MONTRÉAL – Il “Gioco Grande” del potere. Questo il tema del convegno che, il 17 maggio scorso, ha visto il Professore Antonio Nicaso ed il Procuratore Roberto Scarpinato (nella foto a destra insieme al Direttore Sandro Cappelli) “raccontare” alle circa 80 persone presenti all’Istituto Italiano di cultura il ruolo discreto, ma invasivo, che la criminalità organizzata svolge nel mondo globalizzato e interconnesso di oggi. Un fenomeno internazionale molto diffuso in Canada, favorito da un sistema bancario che privilegia gli investimenti senza indagare sulla provenienza dei fondi. Tanto che basterebbe seguire la ‘traiettoria’ dei capitali per capire come si muove, oggi, la criminalità organizzata. Una strategia intuita qualche decennio fa da Giovanni Falcone.
“I film e le serie tv – hadetto Scarpinato – raccontano una storia falsa: da una parte i brutti, sporchi e cattivi, dall’altra gli angeli. La verità è che i due mondi sono intrecciati. Attraverso le indagini, mi sono ritrovato in Parlamento, nel Consiglio dei Ministri, nelle banche e perfino in Vaticano. Ed ho cominciato a capire che i veri mafiosi, quelli più pericolosi, non sono quelli che sparano, ma sono quelli che hanno una laurea e che siedono nei piani più alti della piramide sociale. Ho scoperto che alcuni dei più importanti capi della mafia erano medici, ingegneri e architetti. La mafia è diventata un sistema di potere. Questo perché con i voti della mafia tanti sono diventati importanti uomini politici; e perché con i capitali della mafia molti sono diventati imprenditori di successo”.
“Quando nel 1989 sono venuto in Canada – ha raccontato Nicaso – ho provato la stessa sensazione che può provare un ragazzino quando entra in un negozio di caramelle, perché in questo Paese ci sono tutte le mafie del mondo. Nel 1982 uccisero un commercialista che aveva curato gli interessi della famiglia Cotroni. Poi scelse di curare gli interessi anche della famiglia Rizzuto. Venne ucciso e nelle tasche trovarono delle distinte bancarie relative a dei depositi riconducibili ai figli dell’ex sindaco di Palermo, Vito Ciancimino. Si capì benissimo come la Mafia siciliana investiva a Montréal. E questo perché fino al 2000, in Canada, non c’era un tetto per l’introduzione del denaro contante. Falcone diventa pericoloso quando comincia a mettere il naso nelle banche e nell’economia. Qualche tempo fa, un piccolo Falcone canadese, Mark Bourque, un sergente dell’RCMP, scopre che un grande trafficante colombiano ha depositato 729 mila dollari di dollari in una banca di Montréal. Sequestra il conto corrente, ma è la sua condanna. Le banche protestano e la Corte Suprema del Canada sentenzia che il denaro, una volta che entra in banca, è una nota contabile e non una risorsa tangibile. E quindi non può essere sequestrata. Il nostro investigatore, trasferito al servizio scorte, morirà anni dopo in una missione delle Nazioni Unite ad Haiti. Quella morte ce l’ha sulla coscienza questo Paese”.
“Quello che mi pare interessante – ha sottolineato Scarpinato – è che la storia della mafia non è più una storia italiana, ma mondiale. La mafia sta diventando una delle più importanti potenze capitalistiche del mondo. Con la globalizzazione, milioni e milioni di persone in tutto il mondo, cercano lo stesso stile di vita dell’occidente: Ferrari, abiti Valentino, ma anche stupefacenti, gioco d’azzardo, prostituzione, prodotti di lusso contraffatti. Si è creata una domanda mondiale di beni e servizi prodotti dalle mafie. La mafia quindi si statrasformando in un’agenzia di commercio che vende a milioni e milioni di persone normali droga, prostitute e prodotti contraffatti. Tutte le magistrature del mondo, ogni anno, nonostante gli sforzi, riescono a sequestrare soltanto il 10-15% del fatturato globale della droga che si produce, l’85% entra nel commercio e diventa capitale. (…) Quindi forse potremmo distinguere 2 tipi di criminali: quelli falliti, che finiscono in carcere; e quelli di successo, che diventano banchieri, imprenditori e politici”.
“Il Canada – ha aggiunto Nicaso – è l’unico Paese al mondo che consente agli avvocati di non denunciare le transazioni sospette. Sempre il Canada consente aifiduciari, a chi cioè rappresenta le shell companies, di non rive- lare il vero intestatario del fondo d’investimento. Lo sanno tutti, ma nessuno fa niente, perché altrimenti si mette a rischio l’economia. Il Canada è il paese con più filiali bancarie nei Caraibi. C’è questa ipocrisia per cui i dirigenti delle banche vengono giudicati in base ai depositi. Più alti sono i depositi, più la banca conta. Ma nessuno muove un dito. E perché? Ce l’ha spiegato la Commissione Charbonneau: tutti in Québec beneficiavano della corruzione. E che cosa si inventa il Canada? ‘Sì, ma il Québec è una società distinta’. Il problema è che la corruzione non si ferma al confine. Anche perché negli anni ’70 un’altra Commissione aveva dimostrato le infiltrazioni della mafia nell’edilizia di Toronto. Solo l’Islanda ha deciso di punire i bancari come se fossero riciclatori di denaro, mandandoli in carcere. È l’unico caso al mondo”.
Roberto Scarpinato è stato procuratore generale presso la Corte d’Appello di Palermo ed è uno dei magistrati più esposti nella lotta contro la mafia in Italia. Ha fatto parte del pool antimafia con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e si è occupato di molti dei più importanti processi di mafia.
Storico delle organizzazioni criminali, Antonio Nicaso è uno dei massimi esperti di ‘ndrangheta nel mondo. Insegna Storia sociale della criminalità organizzata alla Queen’s University. Ha scritto oltre 30 libri, tra cui alcuni bestseller internazionali.