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Sanità, Giorlandino (Uap): “Salvare anche privata o Ssn tra 2 anni non ci sarà più”

(Adnkronos) – “Siamo uniti per manifestare una volontà chiara verso il Governo, con proposte nette affinché la sanità pubblica e privata vengano finalmente salvate, perché se continuiamo così il Servizio sanitario nazionale entro 2 anni non ci sarà più. E mi stupisco che chi sta al governo ancora non ne sia consapevole”. Così all’Adnkronos Salute la presidente di Uap (Unione nazionale ambulatori poliambulatori enti e ospedalità privata) Mariastella Giorlandino, a margine della manifestazione nazionale a tutela dei presidi convenzionati privati promossa oggi al teatro Brancaccio di Roma.  

Tra i temi al centro della protesta “il nuovo nomenclatore, i Lea (Livelli essenziali di assistenza), il decreto concorrenza e il nodo delle farmacie, affinché si mettano in regola come chiunque si occupi di sanità – avverte Giorlandino – in questo caso ottenendo le autorizzazioni regionali per poter eseguire test ed analisi come fanno già i laboratori privati”. Al Governo “chiediamo progetti chiari, non finte alternative per l’abbattimento delle liste d’attesa – sottolinea – perché le liste d’attesa vanno abbattute con professionalità. Ricordo che sono stati stanziati 120 milioni di euro per le farmacie in 3 anni per consentire alle croci verdi di eseguire screening inutili, perché non sono né firmati né eseguiti da figure competenti e con i giusti requisiti. Non siamo contro le farmacie, ma il medico fa la diagnosi, prescrive la cura e il farmacista eroga il farmaco”.  

Ma le richieste di Uap all’Esecutivo non finiscono qui. “Al Governo chiediamo chiarezza sulle norme ed il rispetto della legalità delle procedure affinché sia tutelata la salute degli italiani – continua Giorlandino – Le tariffe vigenti sono ferme dal 1991, sia per gli ospedali pubblici che per le strutture private accreditate, che hanno gli stessi rimborsi dal Ssn. Si chiede che i nomenclatori tariffari rimangano gli stessi e non subiscano ribassi come deciso lo scorso anno, che prevedevano un taglio fino all’80% (entrata in vigore rinviata al primo gennaio 2025). Inconcepibile decisione che avrebbe colpito gli ospedali pubblici delle regioni in piano di rientro, che sarebbero diventati irreversibilmente irrecuperabili e senza fondi per affrontare le spese. Uap chiede che venga mantenuto l’attuale nomenclatore tariffario e Lea con l’indicizzazione uguale all’incremento annuale del fondo nazionale. I fondi sono sempre stati destinati da anni alle Regioni per la salvaguardia dei nuovi Lea (che fine hanno fatto?)”.  

 

Tutte le associazioni presenti, “unite, cercano risposte, chiarezza, trasparenza – rimarca Giorlandino – e il rispetto della legalità da parte delle autorità interposte, rispetto ai sopra enunciati punti, anche a tutela della professione medica e contro le aggressioni di cui abbiamo registrato cronache drammatiche anche di recente”.  

“Siamo certi che il premier Meloni, che ha sempre vantato la tutela della nazionalità e delle nostre strutture e della salute, da donna sarà sensibile ai bisogni di tutti gli italiani anche di chi rischia il posto di lavoro nella sanità privata”, conclude la presidente Uap.  

Al termine della manifestazione al Teatro Brancaccio, le associazioni di categoria sono andate in corteo in piazza dell’Esquilino e davanti alla sede del ministero della Salute per richiamare l’attenzione del ministro Schillaci. 

 

 

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