KIEV – Durante i negoziati (giunti al terzo round) con l’Ucraina, la Russia ha posto 4 condizioni per terminare immediatamente l’invasione. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov (tra gli oligarchi sanzionati dall’Ue) ha rivelato le richieste di Mosca a Kiev, poche ore prima che le due delegazioni si vedessero per il terzo incontro dei negoziati. In primo luogo la cessazione delle operazioni militari: l’esercito ucraino deve deporre le armi e smettere di combattere.
In seconda battuta il riconoscimento della Crimea come territorio russo. Putin vuole l’annessione ufficiale dell’isola contesa dal 2014. In aggiunta, Mosca chiede a Kiev di riconoscere l’indipendenza delle repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk, nel Donbass. Per ultimo, ma non per importanza, l’Ucraina dovrà mettere mano alla sua costituzione e rendersi neutrale. Nessun ingresso all’Unione europea o alla Nato, dunque. Su quest’ultimo punto, l’Ucraina ha già fatto sapere che è disposta a trattare, andando incontro alle richieste di Putin. Nel frattempo, però, il presidente del Consiglio europeo Michel ha affermato: ‘’Nei prossimi giorni discuteremo l’annessione della l’Ucraina nell’Ue».
L’esercito russo punta Kiev
Intanto la guerra continua senza sosta e l’esercito russo prepara l’offensiva per conquistare Kiev, vero snodo del conflitto e ancora saldamente in mano all’Ucraina.La Russia ha lanciato finora più di 625 missili in Ucraina: lo ha riferito un funzionario del Pentagono, citato dei media americani.
Secondo quanto rivelato da più fonti, Vladimir Putin e i suoi generali si aspettavano di poter condurre una guerra lampo. E la scorsa settimana hanno ammesso, per la prima volta, pesanti perdite sul campo. L’esperto militare Ed Arnold, ricercatore per la sicurezza europea presso il think tank del Royal United Services Institute (RUSI), ha spiegato che «al ritmo attuale delle perdite russe, abbiamo indicazioni che questa operazione diventerebbe insostenibile entro circa tre settimane dal punto di vista russo». Un’indicazione che, se fosse confermata, spiegherebbe l’escalation delle violenze anche sui civili, che sono destinate ad aumentare se non ci saranno passi avanti sui negoziati.
La Cina si offre per mediare
Nel corso di una conferenza stampa, il Ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha detto che il Paese è pronto a lavorare con la comunità internazionale per una “necessaria mediazione” sull’Ucraina, pur ribadendo che l’alleanza con la Russia è solida come una roccia.
Attacchi hacher
Nuovo attacco di Anonymous verso Mosca: il gruppo di hacker ha preso di miura i canali televisivi russi, trasmettendo video della guerra in Ucraina e invitando i russi a opporsi al genocidio russo in Ucraina.
Canada e Italia tra i ‘Paesi ostili’ a Mosca
ll governo russo ha approvato una lista di ‘Paesi ostili’, per aver applicato o per essersi uniti a sanzioni contro Mosca nella quale compare anche l’Italia in quanto Paese europeo. Lo riferisce la Tass. Tra le misure sotto accusa, la chiusura dello spazio aereo alla Russia da parte di Ue, Stati Uniti e Canada. La lista comprende oltre ai paesi Ue, gli Usa, il Canada, la Gran Bretagna, il Giappone, la Corea del Sud, l’Australia, la Nuova Zelanda, la Svizzera oltre che ovviamente la stessa Ucraina. Ma anche l’Islanda, il Canada, il Liechtenstein, Monaco, la Norvegia, San Marino, Singapore, Taiwan, Montenegro. Nel documento del governo si sottolinea che le controparti russe – pubbliche o private – ‘che hanno obbligazioni in valuta estera nei confronti di creditori stranieri dall’elenco dei paesi ostili potranno pagarli in rubli’.
Canada, dazi 35% a tutti i beni da Russia e Bielorussia
A causa dell’invasione in Ucraina, nei giorni scorsi il Canada ha imposto dazi del 35% su tutti i beni provenienti da Russia e Bielorussia. Ai due paesi è stato revocato lo status commerciale di nazione più favorita: lo ha reso noto il Ministro delle Finanze Chrystia Freeland. Il Canada, ha sottolineato, è il primo paese ad adottare questa misura ed esorta a seguire il suo esempio. Ottawa imporrà sanzioni anche a dieci manager delle compagnie russe Rosneft e Gazprom.
A partire dal 2014, il Canada ha imposto sanzioni a oltre mille individui ed entità russe, ha concluso la Freeland. Da Londra, dove lunedì 7 marzo il Primo Ministro Justin Trudeau ha incontrato il suo omologo inglese, Boris Johnson, è arrivato l’annuncio: “Oggi il Canada annuncia nuove sanzioni contro 10 individui complici di questainvasione ingiustificata”. Il leader liberale ha spiegato che tra le persone sanzionate figurano “ex ed attuali alti funzionari del governo, oligarchi e sostenitori della leadership russa”.
Carte di credito, TikTok e Netflix sospendono i servizi in Russia
Intrattenimento, social network, banche e tanto altro: la risposta all’ingiustificato atto di invasione ucraina promosso da Putin ha visto una partecipazione massiccia da parte di settori diversi dell’economia mondiale. In Russia, infatti, non sarà più possibile usufruire della piattaforma streaming Netflix, il cui accesso è stato bloccato su tutto il territorio nazionale. Allo stesso modo ha deciso di fare un passo indietro anche il social “cinese” TikTok che in un comunicato ha spiegato come la nuova legge russa sulle “fake news” mettesse a rischio l’incolumità dei propri dipendenti. Enormi limitazioni all’economia russa arrivano anche dallo stop di alcune banche e circuiti all’interno del Paese: AmericanExpress, infatti, si unisce a Visa, Mastercard e Paypal nel bloccare la funzionalità delle proprie carte in Russia.
Onu: oltre 1,7 milioni di rifugiati, 100mila gli orfani
È salito ad oltre 1,7 milioni il numero di persone fuggite dall’Ucraina dallo scorso 24 febbraio, data dell’invasione russa, Lo ha reso noto l’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr). Dal 24 febbraio al 6 marzo, il numero di rifugiati ha raggiunto un totale di 1.708.436, riferisce l’ultimo aggiornamento pubblicato sul sito dell’Unhcr. Di questi oltre un milione sono giunti in Polonia. Oltre230milapersonesono rifugiate in Moldavia dall’inizio della crisi Ucraina, scatenando una pressione importante su un Paese con due milioni e 600mila abitanti. “Su otto bambini oramai uno è un rifugiato”, è l’appello del premier Gavrilita alla Cnn: “L’Ue deve creare corridoi per consentire ai profughi di lasciare il Paese”. Circa 120mila i rifugiati ucraini che hanno deciso di rimanere, “siamo al limite della nostra capacità di accoglienza”.
Patriarca Kirill giustifica la guerra: “È contro chi sostiene i gay”
Vicinissimo al leader del Cremlino Vladimir Putin, il capo della chiesa ortodossa russa, il Patriarca Kirill, giustifica la guerra in Ucraina come una sorta di crociata contro i paesi che sostengono i diritti degli omosessuali. Nel suo sermone in occasione della Domenica del Perdono, il Patriarca ha descritto il gay pride come una sorta di spartiacque fra il bene il male.
“Stiamo parlando di qualcosa di molto più importante della politica. Parliamo della salvezza umana.. siamo entrati in una guerra che non ha significato fisico ma metafisico”, ha affermato Kirill.
Secondo il Patriarca, “le parate del gay pride dimostrano che il peccato è una variabile del comportamento umano”. E il loro svolgimento sono “un test di lealtà” ai governi occidentali, che invece è stato, a suo dire,
respinto dalle due repubbliche separatiste del Donbass. “Per otto anni si è cercato di distruggere quanto esisteva nel Donbass, dove vi è un fondamentale rifiuto dei cosiddetti valori offerti da chi rivendica il potere mondiale”, ha detto il Patriarca affermando che la parte dove scegliamo oggi di stare “è un test della fedeltà al Signore”.