ROMA – Il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero ha convocato per sabato prossimo, 19 marzo, alle ore 12.00, una nuova riunione in videoconferenza con i Comites di tutto il mondo, invitando Associazioni, Enti, Organizzazioni e i singoli volontari impegnati direttamente sul campo a parlare.
A quasi due settimane di distanza dalla riunione precedente, che ha coinvolto i nuovi Comitati degli Italiani all’Estero di Bucarest, Budapest, Mosca, Praga, Varsavia, Vienna e Tunisi, il CGIE ha dunque ritenuto opportuno acquisire nuove informazioni dirette per organizzare, in maniera sistemata, coordinata e mirata, gli aiuti alle persone ucraine in fuga dalla guerra, che in modo esponenziale si sono riversate alle frontiere e nei paesi limitrofi.
In queste due settimane c’è stata un’escalation della guerra con enormi perdite di vite umane di militari e civili, con almeno due milioni di sfollati interni e altri 12 milioni di persone direttamente colpite dal conflitto e, ad oggi secondo le stime dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), sono già oltre 3 milioni di rifugiati in fuga dall’Ucraina. Tra le persone in fuga in cerca di una sistemazione sicura ci sono per lo più donne, bambini e anziani ospitati maggiormente in Polonia, in Romania e in numero minore in Moldavia e in altri paesi europei, compresa l’Italia. In Ucraina, del resto, ci sono ancora alcune centinaia di nostri connazionali in attesa di espatrio.
La videoconferenza potrà essere seguita sulla pagina Facebook del CGIE all’indirizzo seguente: www.facebook.com/2011CGIE.
Il CGIE, attraverso le sue Consigliere e i suoi Consiglieri, ha spiegato di star seguendo le vicissitudini di questa guerra tenendo rapporti diretti con tutti i soggetti impegnati nei soccorsi e nell’ospitalità, coordinando l’invio di materiali di prima necessità, di medicine e di fondi per aiutare i profughi e le organizzazioni italiane, in particolare i Comites, le Missioni Cattoliche, le Associazioni, i Patronati, e tantissimi volontari compresi i nostri connazionali arrivati alle frontiere direttamente dall’Italia. Il CGIE sta anche cercando di coordinare gli interventi collaborando con le Ambasciate italiane e ucraine.