Grande scoperta archivistica
Una donazione del 1653 aiutò a reclutare coloni francesi in un momento in cui Montréal rischiava di scomparire
MONTRÉAL – “Mi è venuta la pelle d’oca quando ho capito che si trattava di documenti originali di Jeanne Mance”, dice Paul Labonne, direttore esecutivo del Musée des Hospitalières de l’Hôtel-Dieu de Montréal. “È una grande notizia. Con questi documenti abbiamo davanti a noi un ritratto quasi inedito di Montréal. All’epoca, l’Hôtel-Dieu era barricato per difendersi dai frequenti attacchi degli Irochesi. La cappella era adibita a deposito di artiglieria”. La fondazione di Montréal non è stata dunque pacifica. Jeanne Mance si rifugiava in una fortezza e ovunque c’erano feritoie per consentire il tiro degli arceri. Tutto è chiaro in queste carte che si riteneva fossero andate bruciate nell’ultimo incendio dell’Hôtel-Dieu, da cui non si era salvato praticamente nulla. “Ma nessuno sapeva che Jeanne Mance aveva lasciato tutti i suoi documenti in eredità a Monsignor François de Montmorency-Laval, fondatore del Séminaire de Québec e primo vescovo di Québec, e che quindi erano stati trasferiti a Québec City dopo la sua morte, secondo le sue volontà”. Nella copia autenticata di una sua lettera del 1653, Jeanne Mance spiega le ragioni che l’avevano spinta a donare la somma di 22.000 livres – l’equivalente di circa 700.000 dollari di oggi – a Paul Chomedey de Maisonneuve: era necessario reclutare almeno un centinaio di coloni dalla Francia per proteggere la colonia montrealese e portare avanti il progetto fondativo religioso.
Jeanne Mance scrive che dovette investire questo denaro per “salvare un luogo in cui Dio sarebbe stato infallibilmente grandemente onorato, rimuovendo le anime dalle tenebre dell’infedeltà in cui si trovavano”. Il suo rapporto con il mondo indigeno è evidente in questo testo: considerava gli Irochesi “barbari” e “furie insolenti”. Tra le carte ritrovate, ci sono anche una dozzina di contratti che attestano l’assunzione di contadini e artigiani francesi, nel 1644, da parte di Jérôme Le Royer de La Dauversière, procuratore della Société de Notre-Dame de Montréal, per dirigersi verso il Nuovo Mondo. “Per la prima volta”, spiega Labonne, “capiamo che fu Maisonneuve ad andare in cerca di coloni”, grazie ad un documento del 1665 circa. Qui si afferma chiaramente che Montréal sarebbe caduta nell’oblio se non si fosse reclutato un numero sufficiente di coloni dalla madrepatria. Nata nel 1606 a Langres, in Francia e deceduta nel 1673 a Montreal (Ville-Marie), Jeanne Mance è considerata una delle più importanti pioniere della Nuova Francia. L’Hôtel-Dieu de Montréal, diretto da lei nel 1642, subì tre terribili e devastanti incendi: nel 1695, nel 1721 e nel 1734. Quest’ultimo ha decimato una parte considerevole degli archivi dell’ospedale. Per molto tempo si è ritenuto che quasi tutte le sue carte fossero andate perdute. Paul Labonne sottolinea che “la scoperta di queste carte aprirà ora nuove piste di ricerca sulle origini di Montréal che arricchiranno la nostra memoria collettiva”. Depositati presso il Musée de la civilisation de Québec, i documenti sono stati portati alla luce su richiesta del signor Labonne dall’archivista Peter Gagné. Fanno parte della collezione del Séminaire de Québec, riconosciuto dall’UNESCO come uno dei beni iscritti nel Registro della Memoria del Mondo
dal 2007.