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RINASCIMENTO (2)

Lorenzo Ghiberti (1378-1455)

Quando Michelangelo vide le porte del battistero di Firenze fu così impressionato che le chiamò “Porte del Paradiso”; Giorgio Vasari, un secolo dopo, scrisse: “Le porte sono perfette e senza dubbio il più grande capolavoro mai creato”.

 

Nel 1401 fu emesso il bando di concorso per la costruzione delle nuove porte in bronzo del battistero di Firenze. Sette artisti ebbero un anno per presentare un pannello con la raffigurazione del sacrificio di Isacco. La giuria scelse due finalisti: Ghiberti e Brunelleschi. Incerti sulla scelta finale, i membri dell’ “Arte dei Mercanti di Calimala”, ricchi mercanti della città, raccomandarono una collaborazione tra i due artisti. Brunelleschi, troppo orgoglioso e sicuro del suo valore, lo abbiamo descritto all’opera nella costruzione della cupola del Duomo, rifiutò e partì per Roma con Donatello.

 

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Il pannello che vinse la competizione (raffigurato qui accanto), è uno straordinario esempio della sofisticata arte orafa che Lorenzo aveva imparato lavorando in una oreficeria. Tutti i personaggi richiesti dal bando trovano ampio spazio nel pannello, che era stato colato in un solo pezzo, eccetto per la figura di Isacco, e vuoti dentro. L’opera sarebbe stata più leggera (7 kg in meno per pannello) e più resistente di quella presentata dal Brunelleschi. Questo fatto ha sicuramente influenzato la giuria a causa di un costo decisamente inferiore. La posizione leggermente a destra delle figure dà energia alla scena e il volto di Isacco rivolto verso l’angelo, che ferma la mano di Abramo, aumenta la drammaticità del sacrificio. Il viso di Abramo, invece della disperazione per il sacrificio del figlio, mostra una serena gratitudine per l’intervenzione dell’angelo. Per dare il senso di profondità l’artista si avvalse del rilievo appiattendo le figure più lontane e facendole più piccole, quasi come in un dipinto. Ghiberti, allora ventiquattrenne, cominciò un lavoro che lo avrebbe occupato per ben ventuno anni; le porte furono installate nel 1424. La sua genialità fu premiata con la libertà di scegliere il soggetto dei pannelli. Ce ne sono dieci, cinque per ogni porta e le scene sono tratte dal Vecchio Testamento: Adamo e Eva/Giuseppe/Caino e Abele/Mosè/Noè (a sinistra); Giosuè/Abramo/Davide/Isacco e Giacobbe/Salomone (a destra)

 

Oltre alle porte, il Ghiberti è famoso per le statue in bronzo di Santo Stefano, San Giovanni Battista e San Matteo, che adornano la chiesa di Orsanmichele.

 

Se andate a Firenze, fermatevi ad osservare i vari pannelli e scoprirete, come Michelangelo, che quelle sono davvero degne di essere le Porte del Paradiso.

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