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Restituito al Cassaro il prospetto di Palazzo ex Ministeri

(Adnkronos) – “Abbiamo restituito al Cassaro il prospetto di Palazzo ex ministeri di Palermo. Nel giro di qualche anno il Palazzo verrà riaperto e sarà la sede della biblioteca ed emeroteca dell’Assemblea regionale siciliana, già intitolata a Piersanti Mattarella”. A dirlo, questa sera, è il Presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè, che ha partecipato, con il segretario generale dell’Ars Fabrizio Scimè e la Presidente della Fondazione Federico Secondo Patrizia Monterosso, all’inaugurazione del prospetto illuminato del palazzo. L’immobile è stato acquistato al fine di ospitarvi il patrimonio bibliografico e documentale dell’Assemblea regionale siciliana. L’antico edificio presenta notevole interesse storico-artistico, soprattutto per la varietà degli elementi architettonici e decorativi sopravvissuti a documentare le trasformazioni avvenute dall’Ottocento a oggi. 

Il palazzo originariamente fu proprietà Cannizzaro, Presidente del patrimonio (1615), poi del Barone Antonino Agliata, giudice della Gran Corte, ma assunse la denominazione di “Palazzo del Principe della Catena” quando divenne nel 1788 proprietà di Antonino Reggio, Principe della Catena, originario di Aci Catena e proprietario di diversi feudi sia nel palermitano che nel catanese. Successivamente proprietà del Ministero e Real Segreteria di Stato per la Sicilia nel 1850 poi Real Prefettura di Palermo dal 1783 al 1931. L’Assemblea regionale Siciliana lo acquistò dalla Provincia Regionale di Palermo il 5 febbraio del 1986, Presidente dell’Assemblea regionale Siciliana era il dott. Salvatore Lauricella mentre Presidente della Provincia di Palermo era il dott. Girolamo Di Benedetto. 

La storia del palazzo denominato “Ex Ministeri” a partire dal 1811 si intreccia strettamente con quella delle istituzioni che hanno rappresentato il governo della Sicilia ed è quindi anche la storia dei mutamenti che, da quella data fino alla fine della seconda guerra mondiale, hanno determinato il cambiamento del corso politico. In particolare il palazzo sorge nel lato nord ovest della odierna Piazza della Vittoria, come oggi viene chiamato l’ampio piano che si estendeva davanti al Palazzo Reale, sede del potere in ogni epoca, su Corso Vittorio Emanuele, l’antico Vicus Marmoreus, asse viario centrale della città, prolungato e ribattezzato via Toledo nel 1564. 

Il Palazzo viene oggi chiamato “Palazzo Ex Ministeri” e deve il suo nome l’essere stato, durante il Regno Borbonico, la sede del Luogotenente Generale del Regno, della Real Segreteria e dei Ministeri di Stato con Real Dispaccio del 30 Luglio 1811, infatti, il re Ferdinando di Borbone ordinò al Tribunale Real Patrimonio di acquistare il palazzo del Principe della Catena per aggregarlo al quartiere di S. Giacomo. Alcuni storici ipotizzano che tale aggregazione fu dettata dall’esigenza di ampliare i locali dell’Ospedale del quartiere di S. Giacomo, contingente spagnolo. Gli ultimi lavori di riadattamento che costituirono uno degli ultimi interventi che hanno determinato la configurazione attuale del palazzo, furono opera dell’architetto Carlo Giachery. Nel 1850 l’architetto Carlo Giachery venne incaricato “con voto pubblico dal comando sovrano” di ingrandire e modificare il palazzo dei Ministeri di Stato. 

I lavori di trasformazione e ampliamento, proseguiti fino al 1853, variarono in gran parte l’originaria conformazione planimetrica e l’aspetto dell’edificio in quanto furono inglobati altri fabbricati di più ridotte dimensioni esistenti palazzo tra lo stesso e l’Ospedale di S. Giacomo che, originariamente era a due piani. Oltre a questi interventi all’architetto era richiesta una soluzione di collegamento verticale con l’ultima elevazione dell’adiacente Ospedale di San Giacomo. Una funzione secondaria, quindi, per assolvere alla quale non erano necessarie geometrie complesse o finiture particolari, poiché anche una scala a pianta rettangolare o quadrata, e magari semplicemente intonacata, sarebbe stata sufficiente. Giachery sceglie invece di realizzare un capolavoro di stereotomia, fornendo una prova tangibile delle sue conoscenze teoriche sul taglio della pietra. 

La scala, interamente a sbalzo, si snoda concentricamente all’interno d’un alto tamburo su cui si imposta una cupola sferica. La cupola si conclude con un occhio circolare coperto da un lucernario in ferro e vetro . Dal 1819 al 1860 il palazzo ospitò anche l’Ufficio dell’Intendente, figura affine all’attuale Prefetto e, inoltre, la sede della Camera consultiva di Commercio di Palermo. Nel 1885 il palazzo divenne sede della Prefettura e alloggio del Prefetto. Dal 1931 nel palazzo di piazza della Vittoria trovarono sistemazione anche gli uffici del Provveditorato scolastico, dell’O.N.M.I., dell’Opera nazionale Balilla e gli alloggi del Questore e del Provveditore. Danneggiato dal terremoto del gennaio 1968, il Palazzo dei Ministeri fu sgombrato dagli uffici del Provveditorato agli Studi e l’edificio rimase abbandonato per circa un ventennio. Nel 1993 vengono realizzati i lavori di consolidamento delle fondazioni e a tale scopo vengono eseguiti saggi archeologici portando alla luce tracce di pozzi risalenti all’epoca medievale nonché tracce relative all’impianto seicentesco. Il progetto di messa in sicurezza ha previsto, la sostituzione dei solai di copertura e due solai interni al primo e secondo impalcato nonché, il miglioramento sismico ed il restauro integrale dei prospetti e l’illuminazione degli stessi, che presentavano un accentuato degrado in corrispondenza degli intonaci, dei paramenti decorativi quali cornici e modanature, degli elementi lapidei, dei laterizi, delle mensole dei balconi, degli elementi metallici e degli infissi. Durante la fase di restauro sono stati rinvenuti al primo piano cinque balconi con cornice in pietra arenaria ed una loggia con tre aperture contigue afferenti ad un edificio precedente presumibilmente del ‘400 .  

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