Il Punto di Agostino Giordano
‘Ha da passà a nuttata!’, scrivevo qualche tempo fa. E la ‘nuttata’ è passata. Dopo 1000 giorni di governo, Renzi ha gettato la spugna. Non volontariamente, s’intende, ma perché mandato via dagli Italiani chiamati a pronunciarsi sulla sua pasticciata Riforma Costituzionale. Il Rottamatore è stato rottamato dagli elettori italiani. Con un’affluenza ai seggi del 65%. I NO hanno vinto sui SI con un distacco di circa 20 punti. Impensabile solo alla vigilia. E Renzi, dopo la mezzanotte, ha rassegnato le dimissioni. Come promesso. Gli Italiani hanno detto NO a Renzi, al suo modo di concepire la politica e promettere di tutto, al suo modo di prendere in giro e di mentire, di minacciare e adulare e di praticare ‘spoil system’ patologico. La sua ‘annuncite cronica’, il suo ‘bullismo’ diventato insopportabile, il suo esercizio del potere che ha pochi confronti. Un ‘ego’ spropositato e priapesco, che in tre anni ha ammorbato la vita degli italiani. Che alla prima occasione gliel’hanno fatta pagare, e con gli interessi. Le uniche Regioni d’Italia, dove con maggioranze irrisorie, ha prevalso il ‘Sì’, sono: la ‘sua’ Toscana, il Trentino Alto Adige, governata dalla vicepresidente piddina, D.Serracchiani, e l’Emilia Romagna, per la bandiera. ‘Bello Ciao’ titolava un quotidiano, nell’edizione dei lunedì 6 dicembre. Sintomatiche le lacrime di Renzi, dopo il ko, commentate da lui medesimo con queste parole: “Non credevo mi odiassero così!”. Ma come? Dopo tutto il macello che ha fatto ‘per farsi odiare’, si meraviglia pure che lo odino? E questa è la cifra dell’inguaribile visionario Renzi, che di botto si sveglia e non crede ai propri occhi. Si era talmente calato nel personaggio, talmente ci credeva alla sua politica rocambolesca, giovanilista e muscolare, che ora si meraviglia che l’abbiano bocciato. Mi ritorna in mente la scena finale di un film su ‘Nerone’ che, – davanti all’irruzione del popolino romano all’interno del suo palazzo imperiale per fargli la festa – prima di ‘farsi aiutare a suicidarsi’, si meraviglia di quanto il popolo lo odi! E, a proposito di giovani, il 70% gli ha votato contro. Insieme a disoccupati e poveri, quindi, i giovani lo hanno punito, mandando a gambe all’aria il suo bullismo esagerato. Gli Italiani hanno votato NO di pancia e di testa. Per le condizioni economiche disastrose, per le figuracce in Europa, per l’occupazione sistematica di Radio e Tv e giornali, dei vertici militari e di magistratura, di poteri forti e finanziari; per lo scriteriato modo di maneggiare i regolamenti di Camera e Senato, nel calpestarli, forzarli, cambiarli autoritariamente; per il modo sprezzante di trattare senatori e deputati, per aver voluto personalizzare, politicizzare il voto referendario; per aver schierato tutto il governo in campo per il Referendum. E qui, da parte del filosofo Cacciari, piddino ed ex sindaco di Venezia, parte una bordata simil-Sgarbi, virgolettata: “(…) Con le “capre pazze” è impossibile ragionare. E la prima è il Presidente del Consiglio che ha condotto questa battaglia referendaria con istinti suicidi. (…) Una capra pazza che ha trasformato il referendum sulla Carta in un referendum su di sé.”. Cacciari docet. Un NO a una Riforma Costituzionale approvata in Parlamento – dal solo Pd e cespugli centrini – a colpi di fiducia e con alto sprezzo del ridicolo, proposta all’elettorato in una forma ‘truffaldina’, ed elemosinando i voti degli italiani all’estero. Non per niente, tra gli Italiani nel mondo, ha vinto il SI! E per due motivi essenziali: per aver creduto a occhi chiusi alla ‘letterina di Natale’ di Renzi e per non capire la politica italiana, neanche a occhi aperti. Sul fronte del NO, Cinquestelle, Sinistra Italiana, Lega e Fratelli d’Italia vogliono elezioni subito, con qualsiasi tipo di Legge Elettorale; Forza Italia vuole invece riscrivere insieme la legge elettorale in senso proporzionale, con sbarramento. Sul fronte del SI, Il Pd e centrini sono nel pallone. Il Pd mercoledì 7 dicembre terrà la Direzione. Mattarella invece vuole prima mettere al sicuro la Legge di Bilancio, ‘congelando’ il governo Renzi per due-tre giorni ancora, e poi accettare le sue dimissioni e iniziare le consultazioni per un nuovo governo. E lo faccia il Pd – dice il Cavaliere, perché ha la maggioranza. Certamente, il Paese si è espresso contro questo Governo; ma in Parlamento il Pd+centrini ha la maggioranza. Che scollatura tra Palazzo e Paese! La corda adesso è corta e rischia di spezzarsi. Renzi ha usato e abusato, da “abusivo”, della sua carica di premier e ora lascia un’Italia lacerata e divisa. Se ne esce da Palazzo Chigi, ma sarà riconfermato segretario del Pd? Al Nazareno la sinistra interna sta affilando i coltelli. L’Italia va governata in modo democratico. La boria va in soffitta.