New York – L’Italia è pronta ad assumere un ruolo guida in Libia per affrontare la questione immigrazione e stabilizzare la crisi in quell’area. Ma l’Europa non deve cedere alla paura. Il 29 settembre scorso, il Presidente del Consiglio ha parlato per 20 minuti all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, dove ha chiesto un maggiore impegno della comunità internazionale per affrontare quelle crisi che rischiano di dividere e travolgere il Vecchio Continente.
Davanti ai leader mondiali, il capo del governo ha ribadito che l’Italia farà la sua parte. A partire proprio dalle questioni che più le stanno a cuore e che di fatto sono strettamente intrecciate tra loro: conflitti regionali in Africa e nell’area mediorientale, terrorismo e flusso senza precedenti di rifugiati. “Siamo pronti ad assumere un ruolo guida in Libia”, ha annunciato il capo del governo, spiegando come “l’Italia è pronta a collaborare con un governo di unità nazionale nei settori chiave e ad assumere, se il governo libico lo chiederà, un ruolo guida per un meccanismo di stabilizzazione con il sostegno della comunità internazionale”.
Insomma, “l’Italia farà la sua parte”, ha affermato Renzi, rivendicando quanto il nostro Paese ha già fatto e sta facendo. “Porto la voce degli italiani, un popolo generoso e responsabile che si impegna nel salvataggio di migliaia di fratelli e sorelle nel cuore del Mediterraneo”, ha rivendicato, ricordando le tante vittime che trovano la morte in mare, ma anche i tanti bambini nati sulle navi italiane che hanno salvato la vita alle loro madri.
Ora le cose stanno cambiando e Renzi ha ribadito come di fronte alla tragedia dei migranti “l’idea di veder sorgere nuovi muri è intollerabile“: “L’Europa è nata per abbattere i muri, non per edificarli”. Dunque, il dialogo e la forza della politica devono prevalere. Non solo in Europa, ma – ha dichiarato il Premier – ovunque nel mondo ci siano conflitti e crisi: dalla Siria, dove bisogna evitare di ripetere gli errori fatti in Libia, al Medio Oriente, dove Renzi ha confermato la bontà della soluzione dei due Stati.
C’è poi il capitolo estremismo, con l’Isis che Renzi definisce come “un nemico pericoloso oramai alle nostre porte”. Ma il Premier ha parlato anche dei rischi legati al web, sempre più strumento non solo di opportunità ma anche di propaganda, reclutamento e formazione dei foreign fighter e dei terroristi fai da te. Renzi, infine, ha rilanciato la candidatura dell’Italia come membro non permanente del Consiglio di sicurezza dell’Onu, con l’obiettivo anche di avere più influenza su temi come quello dei diritti umani, dei diritti delle donne e della pena di morte. A proposito di quest’ultimo tema, “l’Italia – ha concluso il Premier – non si stancherà mai di lavorare per la moratoria sulla pena di morte”.