(Adnkronos) – Reddito di cittadinanza, “mi pare chiaro che il disegno del governo sia quello di farlo saltare”. E’ quanto ha detto il leader Cgil, Maurizio Landini, nel corso di SkyTg24. “Averlo ridotto a 7 mesi e tolto anche l’offerta congrua, per non parlare di un salario dignitoso, è solo un nodo di fare cassa sulle spalle dei più poveri. C’è una parte consistente di percettori di Rdc che non lavora da anni, mentre sul mercato si cercano lavoratori qualificati”.
GLI SCIOPERI – “Lo sciopero è l’unico strumento che ci resta per rendere evidente il nostro dissenso sulla manovra: noi non siamo in Parlamento” dice Landini, tornando a difendere gli scioperi realizzati contro la manovra al centro di critiche da parte dei partiti della maggioranza e della Cisl. “E il nostro obiettivo è quello di migliorarle dove è possibile. E sulla riforma del fisco, delle pensioni, sulla precarietà e aumento dei salari diciamo al governo che deve prendere una strada diversa”. Anche sugli extraprofitti “la norma del governo Meloni è peggiorativa di quanto fatto dal governo Draghi: lo scorso governo aveva previsto un intervento su circa 11mila imprese con cui racimolare circa 12 miliardi nelle casse dello Stato, qui invece il provvedimento dell’esecutivo riguarda meno di 7mila imprese ed è previsto un ingresso di 2,5 miliardi se va bene”. La tassazione straordinaria chiesta dalla Cgil, invece, prosegue Landini, “serviva per andare a prendere le risorse per sostenere i redditi dove ci sono senza pesare su nessuno. Siamo al 13% di inflazione e se non affronto il tema dei salari che sono troppo bassi non ne usciamo”. D’altra parte , annota ancora, “questo è un paese dove si tassa meno la rendita che il lavoro dipendente”.
VOUCHER – “Con la manovra si sta affermando una idea folle sul lavoro” attacca Landini. “Addirittura si sono reintrodotti i voucher che significa pensare che le persone debbano continuare ad accettare qualsiasi condizione pur di lavorare: un calcio in culo a quelle persone che per vivere devono lavorare. L’esatto contrario di quanto abbiamo bisogno e della necessità di una partecipazione sociale”.