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LA STRAGE | Québec city, spari in moschea: 6 morti

Fermato studente franco-canadese di 27 anni. SITE: “Su Facebook inneggiava a Trump, Le Pen e difesa israeliana”. Il Premier Trudeau: “Attacco terroristico contro il Canada”. La Casa Bianca condanna l’attentato. Il cordoglio del Premier Gentiloni

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Montréal – È di 6 morti e 8 feriti, di cui 5 in condizioni critiche, il bilancio di una sparatoria all’interno del Centro culturale islamico di Québec City: decine di fedeli erano riuniti all’interno della moschea per la preghiera della sera quando, poco prima delle 20 di domenica, è iniziata la sparatoria. Secondo un testimone citato da Radio Canada, nella moschea – dove al momento dell’attacco erano presenti circa 50 persone – sarebbe entrato un individuo mascherato: aveva “un accento del Québec” e mentre sparava “urlava ‘Allahu akbar!’”. I media canadesi, intanto, hanno reso noto che le sei vittime – due algerini, un marocchino, un tunisino e due cittadini della Guinea – sono di età compresa tra i 35 ed i 70 anni. Secondo un collettivo canadese anti-islamofobia, tra le vittime dell’attacco ci sarebbe anche l’imam. “Questa gente va a pregare ogni giorno, ma ora qualcuno di loro non tornerà mai più a casa dalla preghiera”: sono le parole di Mohamed Yangui, presidente della moschea di Québec City. Yangui ha raccontato di essere stato chiamato all’obitorio per il riconoscimento dei corpi e ha riferito di un grosso dispiegamento di forze dell’ordine attorno al Centro Culturale Islamico.

Fermato Alex Bissonette, franco-canadese di 27 anni – La polizia ha fermato due persone: una sola, però, è ritenuta collegata all’attentato. I soggetti sarebbero studenti dell’università Laval di Quebec City. Il sospettato, secondo diversi media canadesi, è Alex Bissonette, franco-canadese di 27 anni. E niente lascia ritenere che vi siano altri sospetti” dietro l’azione criminosa, fa sapere la portavoce della Sûreté del Quebec, Christine Coulombe. Da quello che emerge da un account social del presunto assalitore individuato dal gruppo Site, specializzato in informazioni sul terrorismo, Bissonette è un ammiratore di Trump, Marine Le Pen, e delle forze militari israeliane. Improbabili, quindi, i legami con la Jihad’. La seconda persona, Mohamed Khadir, 20enne di origini marocchine, è in stato di fermo come testimone. Secondo le prime ricostruzioni degli inquirenti, subito dopo la sparatoria avrebbe prestato i primi soccorsi ai feriti.

Trudeau: “Attacco terroristico contro il Canada”. Il Premier Justin Trudeau ha rivolto un sentito messaggio alla comunità musulmana del Québec. “Il crimine orribile è stato un atto di terrorismo commesso contro il Canada e tutti i canadesi: 36 milioni di cuori battono con i vostri. Piangeremo con voi, vi difenderemo, vi ameremo, e resteremo al vostro fianco”. Trudeau ha aggiunto di aver appreso la notizia con “shock tremendo, tristezza e rabbia”. “La diversità – ha sottolineato – è la nostra forza e la tolleranza religiosa è un valore che noi, come canadesi, abbiamo a cuore”. Nella serata di lunedì, il Premier e il capo dell’opposizione, Rona Ambrose, si sono recati a Quebec City per una veglia di preghiera.

Il sindaco Labeaume: “Québec in lutto” – Tutta la classe politica canadese e quebecchese ha condannato l’atto terroristico. Visibilmente provato il Sindaco di Québec city, Régis Labeaume: “Nessun essere umano dovrebbe perdere la propria vita per motivi di razza, colore, orientamento sessuale o credo religioso”, ha detto. Labeaume ha poi voluto rassicurare i membri della Comunità musulmana della città: “Potete contare sul sostegno del Comune: vi vogliamo bene”.

Il Premier Couillard: ora coraggio e solidarietà – “Il Québec è stato colpito da un atto terroristico: i quebecchesi sapranno reagire insieme, con coraggio e solidarietà”: queste le parole del Primo Ministro del Québec, Philippe Couillard, che poi ha aggiunto, rivolgendosi direttamente ai cittadini musulmani: “Noi siamo con voi, voi siete a casa, siete e sarete sempre i benvenuti”. Nella serata di domenica, il Premier aveva condannato ‘a caldo’ l’attentato su twitter: “Il Quebec respinge categoricamente questa violenza barbara. Tutta la nostra solidarietà alle persone vicine alle vittime, ai feriti e alle loro famiglie”.

Il cordoglio della Casa Bianca e del Vaticano – Il presidente degli Usa, Donald Trump, ha telefonato al Premier canadese Justin Trudeau, esprimendo vicinanza e offrendo sostegno e assistenza. Successivamente, la Casa Bianca ha condannato ufficialmente l’atto terroristico. Papa Francesco, dal canto suo, ha espresso le sue condoglianze al cardinale Gerald Cyprien LaCroix, Arcivescovo del Quebec, che si trova in visita a Roma.

Le condoglianze di Gentiloni – Il presidente del Consiglio italiano, Paolo Gentiloni, ha voluto “esprimere le condoglianze al governo canadese e a Justin Trudeau per l’attacco alla moschea di Quebec city”. Il Premier ne ha parlato a Palazzo Chigi, in occasione dell’incontro con il Presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani. “Il governo italiano è vicino alle vittime e ai famigliari, alla comunità musulmana canadese, oltre che al governo e al presidente Trudeau”, ha sottolineato. Per il premier, è “un modo anche per confermare il nostro atteggiamento di vicinanza e solidarietà alla stragrande maggioranza dei cittadini di fede islamica che vivono nelle nostre città e nei nostri paesi che rifiutano il terrorismo fondamentalista, di cui sono spesso vittime e bersagli”

Episodi di islamofobia nel passato – Non è la prima volta che la moschea di Québec city è stata presa di mira, ma mai con tale violenza. Nel giugno scorso, durante il Ramadan, davanti all’ingresso del luogo di culto situato in via Sainte-Foy, era stata lasciata una testa di maiale. Negli ultimi anni in Québec gli episodi di islamofobia si sono moltiplicati, intrecciandosi al dibattito politico sul bando al niqab. Nel 2014 il Centro era stato oggetto di altri atti di vandalismo e di messaggi di odio. Un anno prima, un’altra moschea della regione di Sagueneay era stata imbrattata con sangue suino. Nella vicina provincia dell’Ontario, il giorno dopo gli attentati di Parigi, era stato dato alle fiamme un altro centro di preghiera islamico.

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