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Qatargate, ipotesi europarlamentari a libro paga

(Adnkronos) – Europarlamentari a libro paga. E’ questa l’ipotesi investigativa a cui sta lavorando la procura belga titolare dell’inchiesta ribattezzata Qatargate. Lo si apprende da fonti investigative. Gli inquirenti belgi che hanno arrestato, tra gli altri, l’ex parlamentare Antonio Panzeri ed Eva Kaili, una dei 14 vicepresidenti del Parlamento europeo, hanno il sospetto che i presunti affari a favore del Qatar non siano stati episodi isolati, ma nascondano un’organizzazione più strutturata che vede alcuni europarlamentari ‘a libro paga’, ossia pacchetti di voto spendibili in caso di necessità e dietro un preciso corrispettivo in denaro. Un’ipotesi, tutta da verificare, su cui si cercano appigli attraverso interrogatori, documenti e tracciamenti bancari.  

Si è conclusa intanto, al Palais de Justice di Bruxelles, l’udienza della camera di consiglio convocata per decidere il destino delle
quattro persone arrestate nell’ambito dell’inchiesta condotta dal giudice Michel Claise per sospetta corruzione ad opera del Qatar. Oltre a Panzeri e Kaili, si tratterebbe di Francesco Giorgi e Nicolò Figà Talamanca (il Parquet non ha mai confermato ufficialmente né i nomi, né la nazionalità degli arrestati). L’udienza si è svolta a porte chiuse.  

I giornalisti sono rimasti fuori per circa cinque ore e non hanno visto gli accusati, quindi non è certo che fossero tutti presenti. Gli avvocati dei quattro non hanno rilasciato dichiarazioni. Il legale di Antonio Panzeri, Laurent Kennes, ha risposto, tramite la sua segretaria, di non avere “alcun commento da fare”. Secondo indiscrezioni riportate dal sito della tv belga Rtl, i legali di Kaili avrebbero chiesto, per ragioni al momento sconosciute, di rimandare al 22 dicembre la decisione della camera di consiglio, che dovrebbe decidere se prolungare la sua detenzione oppure no.  

Una donna in un completo blu elettrico, che si è qualificata come avvocato, uscendo, ha risposto anche lei di non avere “alcun commento” da fare. Un comunicato del Parquet è atteso nel pomeriggio. Molti i giornalisti presenti a palazzo, una struttura del XIX secolo più vasta della Basilica di San Pietro (da quando è stato costruito, provocando sfratti di massa tra il ‘popolino’ di Marolles, la parola ‘architek’, architetto in fiammingo, è un insulto a Bruxelles), per lo più italiani, belgi, greci e spagnoli. Diversi inviati televisivi hanno intervistato colleghi di altre nazionalità.  

‘Seguire i soldi’ sembra intanto la regola d’oro anche per gli inquirenti belgi che stanno cercando di rimettere ordine nei soldi sequestrati ai protagonisti dell’inchiesta. In particolare Panzeri – su cui si attende la decisione della camera di consiglio – è “sospettato di essere intervenuto politicamente presso alcuni deputati europei in favore del Qatar e del Marocco in cambio di pagamenti”.  

E’ stata affidata alla procura di Milano o meglio al dipartimento Affari internazionali guidato dall’aggiunto Fabio De Pasquale l’incarico di accertare i conti correnti che l’ex europarlamentare e la sua famiglia hanno in Italia. Le indagini, svolte anche su Giorgi, compagno di Kaili, e sull’attuale segretario generale dell’organizzazione internazionale dei sindacati Luca Visentini hanno portato ad accertare – spiega una fonte – la presenza di sette conti bancari (in altrettante banche) riconducibili a Panzeri, Visentini e Giorgi. A carico di quest’ultimo, ieri, sono stati sequestrati 20mila euro trovati in una cassetta di sicurezza in un istituto di credito, le chiavi della cassetta erano nell’abitazione ad Abbiategrasso perquisita insieme a un ufficio milanese (sulla cui proprietà si mantiene il riserbo) e l’abitazione bergamasca di Panzeri.  

Su Panzeri o sulla sua famiglia, da quanto trapela, non si registrato segnalazioni di operazioni sospette da parte degli istituti di credito. Dall’analisi dei conti correnti potrebbero emergere dettagli o legami sull’inchiesta belga che è appena all’inizio.  

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